il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

15 Aprile 2013

La doppia preferenza

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Dalle prossime imminenti elezioni amministrative viene introdotta una novità importante che riguarda la modalità di voto: è possibile esprimere due preferenze anziché una sola, e cioè si possono indicare fino a due nomi per la carica di Consigliere Comunale. Questo è possibile a due condizioni:

1) i due nomi devono essere di due generi differenti (tradotto: un uomo e una donna)

2) i due nomi devono far parte della stessa lista

La legge che introduce questa novità è la stessa che impone che all’interno delle liste ciascun genere sia rappresentato almeno da un terzo dei candidati, sempre per favorire la rappresentanza femminile.

 

12 Aprile 2013

Stipendi no-frost

congelato

Quando è venuto fuori che l’amministratore della Porto di Imperia Spa percepisce uno stipendio che è più del doppio di quanto la legge consente per gli amministratori delle società partecipate, prima si è giustificato così:

I manager pubblici devono essere bravi e ben retribuiti, altrimenti c`è il rischio che arrivino persone mediocri o che dovranno procurarsi diversamente lo stipendio. E come? Rubando

Poi sembrava che fossero d’accordo nel ridurlo, mentre oggi si cambia strategia: lo stipendio viene messo nel freezer. Come se fossero sofficini.

 

9 Aprile 2013

Grandi opere

Erminio Annoni è il candidato Sindaco del principale schieramento a noi avverso (che non è ancora chiaro se si chiamerà PdL oppure no). In occasione della sua presentazione è partito in quarta, individuando nelle grandi opere lo sviluppo occupazionale ed economico della città. Ha tirato in ballo “14 milioni di euro che devono essere spesi entro un anno e mezzo altrimenti andranno persi”, come se avessimo un grande porcello di ceramica che può essere spaccato all’occorrenza per spendere come vogliamo i soldini che contiene.

Peccato che questi fondi siano già vincolati nel mega-progetto “Dal Parasio al mare”, che comprende(va) i tanto contestati ascensori, e soprattutto una delle grandi-opere più grandemente stoppate: il parcheggio di Piazza Duomo (con i relativi ritrovamenti archeologici di cui ho già scritto di recente).

Carlo Capacci gli ha risposto così:

La tua ricetta per far ripartire il commercio imperiese sono le grandi opere ? Lo sai che per far partire una grande opera occorrono 10 anni ? e poi ? ne facciamo un’altra ? Quindi, secondo te, occorre realizzare grandi opere all’ infinito ? NO! Noi dobbiamo individuare un prodotto: IL TURISMO.

[…] Tu addebiti alla Magistratura il blocco delle attività commerciali, ma tu sai che i vizi amministrativi nelle Autorizzazioni sono stati in passato tollerati scientificamente per tutelare gli amici degli amici. Da parte nostra nessuno sconsiderato attacco nei confronti di un Organo dello Stato sarà accettato e trovo emblematico che tu, Avvocato, non conosca il senso delle Istituzioni.

 

4 Aprile 2013

Si potrebbe andare tutti

al parco giochi comunale. Sempre che non siate in un gruppo di pedofili o di over-14:

[è vietato] ai soggetti di età maggiore di anni quattordici di utilizzare il parco quale punto di ritrovo, arrecando disturbo ai bambini e/o provocando schiamazzi

Attorno al nuovo regolamento comunale sull’uso dei parchi giochi mi pare di scorgere un vago alone di inapplicabilità. Non soltanto perché abbiamo “parchi giochi” nel bel mezzo di zone dove il pascolo degli over-14, specie nelle ore notturne, è imprescindibile (vedi Rabina e Prino), ma anche per il sempiterno “divieto di giocare a pallone” che applicato a un “parco giochi” è proprio il massimo.

E mi è tornato in mente quando nel 2009 avevo presentato una question-time nel tentativo di far capire la differenza tra prato e aiuola, per evitare che ai bambini fosse (formalmente) impedito di giocare sull’erba del parco urbano.

3 Aprile 2013

Si (ri)parte, mi (ri)candido

Giorgio Montanari Candidato Consiglio Comunale ImperiaIl 26 e il 27 maggio si vota, et nuntio vobis la mia (ri)candidatura. L’esperienza di 3 anni di Consiglio Comunale è stata faticosa ma istruttiva e appagante quel che basta per volerla ripetere. Magari per un bel mandato completo di 5 anni. Magari dai banchi della maggioranza, a voler proprio esagerare.

Per Imperia è un’opportunità storica, e lo sappiamo che si dice così ogni volta. Ma a questo giro il momento è più storico che mai, perché abbiamo oggettivamente a che fare con condizioni nuove che rendono il risultato incerto come non lo era da molti anni. La città è in ginocchio tra servizi scadenti, irregolarità diffuse, qualità di vita ai minimi, economia depressa e grandi opere con giganteschi problemi. Ma non solo: dal punto di vista politico c’è una ex-maggioranza che si è sgretolata pezzo per pezzo, perdendo il Comune con la caduta della giunta e poi ogni rappresentanza parlamentare (con una percentuale che non si era mai vista). C’è l’incognita cinquestelle, che a Imperia tarda a manifestarsi ma che non va sottovalutata, nutrita com’è dal riverbero della popolarità del moVimento sulla scena nazionale. E c’è il PD, il maggior partito dell’altrettanto storica opposizione, che sceglie di percorrere una strada inedita, con tutti i pro e i contro del caso.

Sulla coalizione che si sta formando se ne sono già dette tante, e molte altre se ne diranno. Al di là degli ovvi commenti di parte che arrivano e arriveranno dagli avversari, ci sono elettori del PD comprensibilmente scettici a cui la scelta dev’essere spiegata, senza giri di parole né reticenze. Ed è proprio questa la sfida più impegnativa che ci aspetta in questi due mesi scarsi di campagna elettorale: va detto chiaro e tondo che ci proponiamo come forza politica che vuole amministrare la città entrando nella stanza dei bottoni e lasciando fuori gli ideologismi, e che i tempi delle battaglie ‘di retroguardia’ sono finiti. E anche che non c’è nessun torbido inciucio, e nessun losco accordo di potere. Anzi, sulla notizia che Giuseppe Zagarella in caso di vittoria sarà il vicesindaco di Capacci è quanto mai opportuno non nicchiare, per non dare adito a sospetti di ‘spartizioni’ segrete e poco chiare: al contrario, che il futuro vicesindaco sia del PD è una garanzia alla luce del sole, perché sancisce che se vinceremo non staremo a guardare, e che il nostro partito porterà attivamente e incisivamente nella futura auspicabile giunta il proprio know-how, le proprie idee, la propria esperienza e le proprie competenze. E scusate la presunzione, ma non è mica poco.

Abbiamo l’occasione di dimostrare finalmente agli Imperiesi che un’altra gestione della città è possibile, e che questi lunghi anni di egemonia azzurra possono diventare un brutto ricordo che un giorno racconteremo ai nostri nipoti come un inizio di millennio buio e lontano dopo il quale la città, esasperata, ha saputo scegliere la via della riabilitazione e della dignità. Il candidato Sindaco Carlo Capacci si è presentato con un progetto credibile e serio a cui mi sarebbe piaciuto avessero aderito, oltre a noi, anche altre componenti della ‘storica’ opposizione, che ora invece rischiano di lasciarsi sfuggire un’occasione più unica che rara di migliorare Imperia per davvero.

Io ci sono, voglio esserci, e mi rimetto in gioco perché sono convinto che il messaggio sarà capito (e che noi saremo stati abili a spiegarlo). La passione e la dedizione che il vostro affezionato ci ha messo fin qui non è riassumibile in qualche riga di retorica elettorale, perciò rimando a questa pagina per un resoconto del mio mandato, mentre qui ci sono tutte le consigliocronache dei tre anni passati in Consiglio Comunale.

Non vi prometto posti di lavoro o asfalti luccicanti davanti a casa, né caviale nelle mense scolastiche dei vostri pargoli. L’impegno che posso e che voglio prendermi è quello di fare del mio meglio senza condizionamenti o interessi, in maniera trasparente e informata a partire dal mio blog che continuerà a essere il punto di raccolta – e di racconto – della mia attività politica.

Scegli tu, scegli me.

 (ps: il logo con la spunta colorata non è farina del mio sacco, l’idea viene da qui)

26 Marzo 2013

Andremo in spiaggia a Alassio

Gli agenti della Polizia Municipale imperiese stanno avendo il loro bel daffare a eseguire i sequestri preventivi disposti dalla magistratura.

La classifica dei migliori sequestri del mese:

SEQUESTRATO LO STABILIMENTO BALNEARE A’FRIK

CALATA CUNEO, SEQUESTRATA PARTE DEL DEHOR DEL PUB “BACICADDA”

SEQUESTRATO IL CHIOSCO “IL PENNELLO” a Oneglia

SEQUESTRATO LO STABILIMENTO BALNEARE “IL MOLETTO”

Menzione d’onore per il sequestro di tutto un moletto (no, non è il nome di un altro locale, è proprio un molo vero):

Sequestrato il molo adiacente al locale “Sogni d’Estate”

E infine, rullo di tamburi, anche il gradito ritorno delle pedane rosse dei dehors di Calata Cuneo:

Calata Cuneo. Bogliolo vince il ricorso. Disposto il sequestro per decine di dehor

11 Marzo 2013

Imperia verso le amministrative

Mancano 76 giorni alle elezioni, e trentaquattro in meno all’ultima data utile per la presentazione delle liste. Significa che sarà un’altra campagna-lampo, e questo nonostante siano passati 9 mesi dal commissariamento. Il fatto che ancora non ci sia in nessuno schieramento un candidato Sindaco certo la dice lunga sullo stato di salute della politica e dei partiti (cittadini e non).

Inutile dire che il risultato delle elezioni non ha che aumentato lo scompiglio a destra e a manca; da una parte ha messo ulteriormente in dubbio la graniticità di quella che fino a oggi è stata a Imperia – nel bene o nel male – una solida certezza: il PdL (che probabilmente non competerà come PdL ma sarà di civismo vestuto). Dall’altra parte il centrosinistra, con l’unica certezza di poter vantare un passato che racconta di sconfitte più o meno costanti e un ruolo storico d’opposizione da cui, per la prima volta dopo troppi anni, vedeva la meritata opportunità di sganciarsi. Chessò, magari sull’onda di una bella vittoria nazionale, con Bersani premier a fare subito qualcosa di buono e di sinistra, per dire.

Con tutta probabilità quando saremo nel pieno della campagna elettorale a Roma saranno giorni cruciali, frenetici e incasinati, e anche qui a Imperia il M5S cercherà di sfruttare il momento di gran confusione. Anche loro sono in ritardo con liste e programma; probabilmente non si aspettavano questo clamoroso successo tanto quanto noi, e si trovano a dover gestire livelli di partecipazione e di discussione in rapida crescita. Ma non è difficile ipotizzare che baseranno la loro campagna (anche) sulla falsa riga del “tutti a casa” che ha già saputo funzionare così bene a livello nazionale. Anzi, non è escluso che Grillo stesso faccia una capatina qui, portando in Piazza Dante per il suo show così tante persone come non ci riuscirebbero mai nemmeno Pd, PdL e tutti gli altri partiti messi assieme. Magari lancerà un Tornado-tour specifico per i Comuni che andranno al voto. A quel punto non ce ne sarà per nessuno, destra e sinistra, e se ci sono dei problemi in città… la colpa è di chi c’è stato fin’ora. Semplice. Ecco, questa reductio un po’ mi spaventa, perché potrebbe portare al verificarsi a livello locale di quello che è accaduto qualche settimana fa, dove nel calderone ci finiscono tutti indistintamente e l’elettore, preso alla pancia, se ne infischia di fare dei distinguo.

28 Febbraio 2013

Accettare le (e)lezioni

Se la vita ci riserva lezioni quotidiane, è così anche in politica. Le (e)lezioni -soprattutto quando vanno male- ci devono servire a capire meglio, a distanziare il punto di vista, a vedere gli errori e possibilmente a imparare a non farli più, migliorandosi. Dal voto dello scorso week-end bisognerà pure imparare qualcosa, e di conseguenza cambiare qualcosa in noi. Nulla mai cambierà se nessuno inizierà mai a cambiare, partendo dalle cose che fa.

Da un paio di giorni leggo i commenti a caldo dei vari trombati nostrani, categoria in cui a questo giro rientrano praticamente tutti (ok, tutti tranne i grillini). Le formule utilizzate per descrivere la débacle sono più o meno simili nella loro ritualità, e contemplano l’inconfutabile desiderio popolare di rinnovamento, l’incapacità a farsi accettare come alternativa, le difficoltà comunicative, l’aumento del voto di protesta, etc. etc. Non si trovano grandi spunti e nessuno si sbilancia nel merito, inclusa Carla Nattero (SEL) che dice (riferendosi alle prossime amministrative e al PD locale): “vedremo se il PD, soprattutto, saprà imparare da questo voto”. Già, vedremo.

Oggi su Il Secolo XIX le risponde Riccardo Giordano, capogruppo PD in Consiglio Provinciale:

Ma cosa dice? Ogni volta che si va al voto, la sinistra radicale dà un segnale di pochezza. A sinistra del Pd non c’è più niente! Il ragionamento per cui la colpa alla fine è del Pd, non ha né capo né coda. Sel è al 3 per cento, Ingroia non arriva al 2. In Italia il voto cosiddetto “antagonista” l’ha intercettato Grillo.

E’ difficile dar torto a questa interpretazione, perché i numeri son numeri. Una massiccia convergenza su una sinistra extra-Pd (e ancor di più extra-Vendola) avrebbe anche potuto far supporre la persistenza di un voto ideologico così forte e radicato da non poter rientrare nell’alleanza “Bene Comune” che Bersani ha capitanato. Ma i risultati di SEL (e di Ingroia) ci dicono che alla prova dei fatti non è così, e che c’è dell’altro: i cittadini sono evidentemente un po’ stufi dei simboli e delle ideologie, ci piaccia o no. E il distacco non è di certo slegato dalla situazione congiunturale, e cioè dalla cinghia che si stringe e dalla casta che mangia – detto per semplificare.

Bisogna fare qualcosa, e siccome non si possono cambiare le proprie convinzioni per il consenso, forse è il caso di tentare di cambiare il rivestimento, il modo di porsi, il tipo di messaggio, cioè concentrarsi anche un po’ sul come anziché solo sul cosa. C’è un personaggio, nel PD imperiese, che una riunione su due sentenzia “in politica la forma è sostanza!”. L’ho sempre reputata una mezza belinata, ma ora ho il dubbio che forse no, non lo è mica poi tanto.

Ognuno imparerà da questo voto ciò che riesce e/o ciò che vuole. Per quanto mi riguarda, il PD imperiese non può aspettare ulteriori ripetizioni e deve darsi una mossa, perché una spiegazione come quella che gli italiani hanno voluto farci intendere qualche giorno fa, è fin troppo chiara. Altrimenti si finirà dietro la lavagna con le orecchie da asino, mentre qualcun altro siederà in cattedra senza aver minimamente studiato la lezione, ma -per rimanere in metafora- con la capacità di raccontare molto bene quel poco che sa. Tra 87 giorni si riunisce la commissione d’esame, formata da circa 32.000 imperiesi. Non è che ci sia ancora chissà quanto tempo per ripassare.

Ps: scrivendo del dare e ricevere lezioni mi è tornato in mente questo post di Luca Sofri che mi piace molto; chi vuol fare politica -a partire da me- dovrebbe leggerlo e rileggerlo spesso