Non sono poche le persone che mi chiedono: “ma quella cosa che hanno costruito lì sul porto… che diavolo è?”.
Ogni volta faccio un respiro profondo e cerco di spiegare che sarebbe dovuta essere diversa, che al suo interno ospiterà i cantieri navali. e che è stata tirata su con il silenzio-assenso del Comune.
Ora potrò orgogliosamente aggiungere che c’è un’inchiesta in corso e che il Presidente della Porto di Imperia Spa, nonché segretario generale del Comune, è indagato.
Da La Stampa di oggi:
Caso-capannone dentro il nuovo maxi-porto turistico: ci sono quattro indagati. La notizia era nota da un paio di settimane, ora dal Palazzo di Giustizia sono filtrati i nomi. In mancanza di conferme ufficiali, il condizionale è d’obbligo: gli avvisi di garanzia, un atto dovuto, sarebbero stati notificati a Paolo Calzia, presidente della Porto di Imperia Spa, all’architetto Emilio Morasso, il progettista e direttore dei lavori, a Delia Marlonghi, amministratore unico di Acquamare Srl, e a Mariassunta Longo, che rappresenta un’altra società del gruppo.
L’inchiesta della Procura della Repubblica di Imperia, affidata al sostituto Maria Paola Marrali, era scattata a seguito di un esposto presentato da due consiglieri comunali del Pd, il capogruppo Paolo Verda e Giuseppe Zagarella, perché il fabbricato, destinato a ospitare la cantieristica, sarebbe stato realizzato secondo varianti non ancora approvate dalla Conferenza dei servizi. E dai successivi controlli della Capitaneria di porto di Imperia, in quanto l’opera si trova su area demaniale sottoposta a vincolo paesaggistico e considerata di pregio, sarebbereo emerse irregolarità.
E la magistratura aveva aperto un’inchiesta. Il reato ipotizzato? Abusi edilizi, per l’aumento improprio della cubatura: il capannone sarebbe stato realizzato in modo difforme da quanto risulta dal progetto iniziale, più alto del dovuto (adesso sarebbe di 12 metri) e con la forma del tetto, che non risulta più spiovente come invece avrebbe dovuto essere. Un tipo di copertura, studiata proprio per evitare un eccessivo impatto ambientale, mentre ora l’edificio nasconde gran parte della prospettiva sull’intero bacino. Al dossier sono state unite anche fotografie, copie dei progetti e delle relative concessioni e delibere.
Il Comune di Imperia, dal canto suo, azionista della Spa, si è sempre detto convinto della bontà delle scelte compiute e ricorda «che l’introduzione di un tetto verde aveva ottenuto vasti consensi, perchè per analogia cromatica e affinità di materiali impiegati si propone come la naturale estensione del parco urbano, e in grado di accogliere un impianto fotovoltaico di terza generazione da 100 kilowattori», mentre Luca Lanteri, assessore uscente all’Urbanistica, ha sostenuto che «non si può giudicare l’opera prima che sia finita».
Da circa un anno, la Porto di Imperia Spa aveva presentato richiesta di variante: ma le modifiche sarebbero state eseguite prima di essere eventualmente autorizzate dalla Conferenza dei Servizi, che è stata convocata tre volte, ma alla quale la Regione Liguria non si è mai presentata, perchè in attesa di conoscere il parere dell’Avvocatura di Stato, e questo ha provocato una serie di rinvi. Nel frattempo, però, la Spa ha chiesto, e ottenuto, dalla Soprintendenza ai Beni paesaggistici la sanatoria, mentre il Comune ha disposto il blocco del cantiere ed ha elevato alla Porto di Imperia una sanzione di 30 mila euro.
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