il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Avanti un altro (indagato)

Era già noto che la Finanza stesse facendo delle indagini relativamente alle famose colonnine smantellate un paio di settimane fa dalla banchina di Calata Cuneo. Quello che so è che una lauta compagine di finanzieri si è presentata presso la sede operativa della Società, sequestrando un po’ qualsiasi cosa vi fosse dentro. Oggi si apprende che c’è ufficialmente un indagato: trattasi di Carlo Conti, Amministratore delegato della Porto di Oneglia spa nonché direttore generale della Porto di Imperia spa. Di quest’ultima società, per l’affaire capannone, è già indagato il presidente Paolo Calzia, che è anche segretario generale del Comune di Imperia. Comune che è socio per un terzo della Porto di Imperia spa, che a sua volta è azionista della Porto di Oneglia spa. Giusto per avere un quadro completo.

Oltre ai guai giudiziari, c’è dunque un evidente guaio politico: il Comune non è affatto estraneo alla vicenda. Non è, insomma, lo spettatore impotente delle malefatte altrui, bensì l’esatto opposto: complice e arbitro consenziente di una deriva cui non ha saputo e voluto mettere un freno. E alla fine l’era dei mega-yacht naufragava tra picconate ed avvisi di garanzia.

E’ ora di ripensare il porto di Oneglia, ridisegnarne le funzioni ed ottimizzarne gli spazi, affidarne la gestione ad un soggetto credibile. In definitiva: restituirlo a Imperia.

30 Nobembre 2009 – Comunicato di Paolo Verda, capogruppo PD in Consiglio Comunale, sulla situazione portuale a Imperia

Dopo i primi commenti rilasciati a caldo la sera della vergognosa rimozione delle colonnine dalla banchina del porto di Oneglia e, più avanti, nel corso della visita della commissione regionale preposta, al fianco delle autorità locali, mi piace tornare sull’argomento per fare chiarezza sulla nostra posizione riguardo ai fatti degli ultimi mesi e più in generale riguardo alla futura politica portuale della città di Imperia.

Ribadisco innanzitutto lo sdegno per l’inevitabile conclusione della vicenda della gestione privatistica della porzione turistico/commerciale dello scalo onegliese. Conclusione che ha la sua radice in comportamenti accondiscendenti e atti oscuri e ambigui. Troppe volte e per troppo tempo l’Amministrazione comunale – e non solo – non ha voluto o non ha saputo vedere ciò che stava accadendo sotto le proprie finestre. Miopia, distrazione o incapacità registrabili sia nella questione porto di Oneglia, sia nel controllo dei lavori di costruzione del porto turistico cittadino.

Ricordo tre “episodi”, in proposito, che ritengo possano essere considerati quantomeno concause del ravvedimento, purtroppo tardivo, e della presa di coscienza delle autorità tutte:

– in primo luogo la denuncia, a firma mia e del consigliere Zagarella, circa le difformità morfologiche del capannone della nautica il cui scheletro si erge immoto, indisturbato e arrogante in mezzo ad un cantiere in piena attività. In barba alle più elementari regole di correttezza e buon senso che, se tenute in debita considerazione, avrebbero portato a una rimozione e sostituzione delle elementari strutture poste in opera, per far ripartire i lavori in ottemperanza a ciò che era previsto nel progetto approvato;

– l’esposto del consigliere Indulgenza sulle aree occupate dai natanti turistici in esubero rispetto a quelle individuate nella concessione rilasciata dal Comune alla Porto di Imperia;

– l’azione di sensibilizzazione svolta, in modo compatto, dalle forze del centro sinistra nella scorsa campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Imperia, riguardo alla situazione del porto di Oneglia ed in particolare ai mancati guadagni per la collettività.

Questa azione, che seguiva a molte altre portate avanti da tutte le forze politiche di minoranza a partire dal novembre 2007 (in occasione della delibera di indirizzi dell’amministrazione sullo scalo onegliese), evidenziava ancora una volta tutte le storture, le dimenticanze, le lacune che hanno caratterizzato il rapporto di tutte le autorità preposte con i soggetti gestori dello scalo di Oneglia.

Per quale motivo sono stati tollerati mesi di occupazioni che andavano oltre i termini di scadenza e debordanti rispetto alle aree in concessione? … non è dato sapere.

Ora però si è finalmente arrivati ad un punto di svolta:

– il comune ha richiesto per sé la concessione sullo scalo onegliese;

– la capitaneria fa sentire finalmente la sua autorità garantendo il rispetto delle regole;

– la Regione tramite la commissione ad hoc sta per emanare le direttive conclusive sul porto;

– la procura indaga su ciò che è accaduto nei mesi scorsi.

Registro infine come gli stessi colleghi di maggioranza, o almeno alcuni di essi, abbiano abbandonato l’atteggiamento di altezzoso disdegno riservato in passato alle nostre denunce, ritenute tediose e inutilmente polemiche, scoprendosi invece, oggi, strenui difensori di quelle stesse tesi.

E’ con soddisfazione, s’intende, che assistiamo a questo felice cambio di fronte e ci piace pensare di aver collaborato a tale illuminazione.

Non avremo vinto la guerra, dunque, ma almeno una battaglia importante l’abbiamo vinta per TUTTI i cittadini di Imperia, come promettevamo, in evidente e piena buona fede, in campagna elettorale. E ci siamo riusciti anche dai banchi della minoranza.

Il ritorno alla gestione pubblica del porto, conclusione positiva di una vicenda altrimenti davvero priva di senso, invita ora a passare dalle polemiche alle proposte, così che non si dica che solo di polemica si nutre il fronte dell’opposizione.

Mi permetto quindi di esporre una sequenza di azioni possibili da compiere nel futuro. Pongo sul tavolo alcune idee che hanno la sola ambizione di diventare base di una discussione che conduca, tutta la città a farsi carico e a godere delle potenzialità di entrambi gli scali.

1. Elemento primario è naturalmente la GESTIONE UNITARIA DELLO SCALO ONEGLIESE che dovrà tornare sotto la regìa pubblica. Solo in questo modo, grazie ad una visione corale, potrà essere garantita pari dignità e sviluppo a tutte e tre le funzioni: pesca, turismo/commerciale e commercio.

2. Sarà quindi possibile affidare, almeno in attesa della gara ad evidenza pubblica, LA GESTIONE E LA PROMOZIONE DELLA PARTE TURISTICO COMMERCIALE DEL PORTO AD UN SOGGETTO COME L’ASSONAUTICA che, UNITAMENTE ALLA COMPAGNIA MARESCA, già presente sullo scalo, potrà svilupparne immediatamente le ampie possibilità economiche ed occupazionali. Tutto ciò tenendo conto che gli impieghi transitori dovranno sempre configurarsi come transiti reali e quindi compatibili con la vigente destinazione che non contempla il parcheggio-campeggio delle imbarcazioni. In questa fase, oltre al completamento del progetto di sistemazione della porzione dedicata alla pesca, con l’utilizzo degli introiti potranno essere programmati, progettati e attuati interventi di “restauro” della calata Cuneo a partire dal ripristino completo della antica pavimentazione in “basole”.

3. Propongo, quindi, di affrontare una seria discussione riguardo alla proposta avanzata da Vittorio Coletti sulle pagine liguri del quotidiano La Repubblica. In essa si proponeva sostanzialmente una TUTELA PAESISTICO AMBIENTALE SUI PORTI STORICI della nostra regione. Con la conseguente individuazione di categorie ammissibili di opere, funzioni e potenziali fruitori, compatibili con questi luoghi di rara bellezza e infinita delicatezza paesistica.

Trovo la proposta estremamente interessante e condivisibile. Immaginiamo infatti cosa potrebbe essere il porto di Oneglia se la funzione turistico/commerciale, per esempio, fosse garantita da imbarcazioni pienamente in sintonia con le dimensioni, la storia e l’architettura del luogo. Uno spazio – questa volta sì unico nell’intero bacino del mediterraneo – dedicato esclusivamente a una certa tipologia di imbarcazioni, (barche a vela, natanti storici), potrebbe davvero valorizzare il nostro porto in modo armonioso e pienamente dialogante con la parte a destinazione peschereccia.

Il nostro turismo non può fondarsi su caratteristiche a noi estranee, ma può trarre vitalità e unicità solo da valori che appartengono alla storia culturale e commerciale della nostra città.

4. Per finire avanzo una proposta riguardante il bacino storico di Porto Maurizio. Premetto che, pur condividendo la scelta riguardante la creazione di un nuovo porto turistico, da subito mi sono trovato in pieno disaccordo sulle scelte societarie ed economico-finanziarie. Il comune di Imperia poteva e doveva pretendere di più, sia in termini di risorse che di potere gestionale. Sin dai primi passi noi siamo stati il soggetto debole dell’intera operazione e gli ultimi avvenimenti ne sono la piena conferma.

In particolare l’aspetto che ho sempre definito “odioso” è stata la perdita del bacino storico di Porto Maurizio, questo doveva rimanere pubblico, i fruitori dello scalo dovevano rimanere a nostro carico e solo con noi dovevano interloquire. Il caso di Porto è unico in tutto il bacino del mediterraneo: non conosco nessun altro porto storico ceduto ad un soggetto a maggioranza privata.

Ora, dopo il fallito tentativo della vendita delle quote azionarie che il Comune di Imperia possiede all’interno della società del porto, potremmo rimediare a tutto ciò: occorre chiedere uno SCORPORO DELLE CONCESSIONI DEMANIALI e, attraverso una ridefinizione della nostra quota, RIENTRARE IN POSSESSO DELLA PARTE STORICA.

SI PUO’ FARE, occorre lavorare con decisione a questa proposta, ma occorre per prima cosa che l’Amministrazione comunale rimetta saggiamente in discussione questo aspetto fondante del progetto iniziale.

SE TUTTE LE FORZE POLITICHE E TUTTI I CITTADINI SI MOSTRASSERO PER UNA VOLTA COMPATTI, POTREMMO TRA BREVE AVERE UNA CITTA’ CHE AUTONOMAMENTE E DIRETTAMENTE GESTISCE E TRAE RICCHEZZA DALLE INFRASTRUTTURE CHE PIU’ LA CARATTERIZZANO: I BACINI STORICI DI PORTO E DI ONEGLIA.

Concludo, infine, con un appello: qualcuno sta controllando cosa accade in Calata Anselmi? Aspetti economici e finanziari, demaniali e societari, spazi occupati e compatibilità tra le destinazioni d’uso ammesse e quelle in essere……è tutto in regola ?!

Mi auguro che sia l’Amministrazione Comunale che la Capitaneria di Porto abbiano valutato in queste settimane tutti gli elementi sopraelencati, in modo da scongiurare che un epilogo simile a quello onegliese, possa diabolicamente replicarsi anche sullo scalo portorino.

Imperia 30 novembre 2009

Paolo Verda

Commenti

commenti

Powered by Facebook Comments

8 commenti

  1. Pingback: Avanti un altro (indagato) | il blog di Giorgio Montanari …

  2. Ma scusa, se il Comune di Imperia ha dato così pessima prova di se stesso e del suo ruolo, come si può pensare di pubblicizzare anche la parte storica del bacino di Porto Maurizio? Mi vien da pensare che Calatgirone e la Parodi siano comunque meglio di Strescino, D. Gandolfo, Carlo Conti e Paolo Calzia! O dico qualcosa di politicamente scorretto?

  3. Giorgio,
    grazie per questo post. Ho avuto qualche problema con il pc nei giorni scorsi, così ho potuto leggerlo solo adesso.
    E’ ora che la gente si renda conto di tutte le porcate che sono state perpetrate contro lo sviluppo commerciale del porto di Oneglia: una sistematica opera di boicottaggio di tutte le occasioni di nuovi traffici, dietro la scusa ufficiale che la spedizione di merci via mare è in declino e che il nostro bacino è troppo decentralizzato e poco servito da assi viari importanti.
    Sono sicuro di parlare a nome di molte persone cui sta veramente a cuore la sorte della nostra città: prego te (e tutti quelli di buona volontà dell’opposizione) di mantenere ferrea vigilanza sull’operato dell’amministrazione comunale affinché non si abbiano più a ripetere avvenimenti come quello su cui sta indagando la Guardia di Finanza, e di pungolare con frequenza l’attenzione del palazzo verso una voce da sempre presente nella nostra economia.
    Ed ecco una domanda da rivolgergli tanto per cominciare: quando si dragherà il fondale del porto di Oneglia?
    Ancora grazie e… resistete coesi!

  4. BALLESECCHE:

    Ma scusa, ma qundo mai ha lavorato commercialmente il porto di oneglia?
    non lavorano + porti importanti come ge e sv, vorresti far credere che poteva lavorare il porto di oneglia, che praticamente serviva e serve solo a portare alla pensione gli attuali portuali, che per quel che ne conosco io, erano + presi dalle corse podistiche che dal carico e scarico merci, siamo realistici, il porto di oneglia fra tutte le porcate che hanno fatto, non è mai stato così bello e accogliente, come quando cerano gli yacts, che erano sempre più belli da vedere di quelle tre grou inuttilizzate da trent’anni, o di una grou gialla su ruote, che la dice lunga sulla mole di lavoro svolto e svolgibile dal porto di Oneglia e dai portuali.

  5. Sempre in merito a quanto sostenuto da ballesecche: ma qunto pesa per la nostra economia il porto commerciale di Oneglia?
    Quante sovvenzioni riceve dalla Provincia e da altre istituzioni, per permettergli di esistere?
    Quanti lavoratori occupa?
    Credo che presente sia presente come voce nell’economia di Imperia, ma credo anche che stia tra i passivi e i costi.

  6. Serfabius: ma perchè ti dà tanto fastidio la prospettiva di un rilancio del traffico commerciale nel porto di Oneglia?
    Non so se sei di Imperia o da quanto ci abiti, ma sappi che ad Oneglia di navi che caricavano e scaricavano se ne sono sempre viste, anche quando magari la banchina di Porto Maurizio rimaneva deserta.
    Solo ultimamente, da quando – per dirne una – il raccordo ferroviario è stato bloccato, o da quando, per dirla più chiaramente, c’è la giunta Sappa, si è avuto un consistente diradamento delle presenze di mercantili…
    Quanto agli yachts, si è visto che razza di beneficio hanno portato alla città… ho il portafogli ancora pieno! Oltretutto, ‘sti aggeggi ostacolavano le manovre delle navi e causavano un andirivieni di macchinoni guidati da esseri che ti guardavano dall’alto in basso e se non ti scansavi ti scrivevano la marca di pneumatici sulle scarpe! Se proprio devono venire da noi (cosa di cui dubito vista la figura che abbiamo fatto con la faccenda delle colonnine), che vadano nel nuovo bacino di San Lazzaro a mostrare la loro spocchia e farsi lustrare le cromature!
    E le gru, se sono inutilizzate è perchè il Comune non provvede più alla loro manutenzione! Non confondiamo ancora una volta l’effetto con la causa!

  7. A me non da fastidio la prospettiva di un rilancio commerciale del porto, se solo fosse possibile, purtroppo manca proprio tutto peche il porto possa riprendere in maniera sostanziale a lavorare, prima c’era la borelli, la sairo, l’agnesi, tutti “clienti” del porto, ora non ci sono più, e cosa si potrebbe far transitare nel porto?
    Tanto varrebbe rilanciare l’italcemetni piutosto che le ferriere.
    Se il lavoro cala nei grossi porti commerciali, un piccolo scalo come Imperia in cosa potreb be mai sperare?
    Poi le gru sono inutilizzate da anni e anni, c’è solamente una ridicola quanto malconcia gru su gomma, che se non ricordo male è costata ai cittadini di Imperia, in quanto acquistata dalla Provincia o Regione, andando a discapito di altri beni utili a tutta la cittadinanza, comunque sono ben più di quarantanni che il porto è in fprte e continuo calo, anche durante l’amministrazione Berio.
    In una città che oramai si orienta al turismo perche di commerciale non ha più nulla, non credo proprio che il porto possa mai riavviarsi agli antichi lustri, e non credo proprio possa essere definita una realtà commerciale o variare la sorte della nostra città, anzi.
    Ci sono anche molti tipi loschi imperiesi che ti guardano dall’alto dei loro macchinoni e fanno parte di rinomate e conosciute caste, e non tutti sono a palazzo Civico ma in altri palazzi e caserma cittadine, che oltre ad aver dimenticato di essere al servizio del cittadino, sembra abbiano dimenticato (chissà come mai) di essere Giudicabili come tutti i normali cittadini Italiani, credo che “il marcio” in comune sia aolo una coseguenza del marcio negli altri palazzi, ed in politica, le pulizie dovrebbero incominciare dall’aalto, fatto ciò, magari anche il porto e l’italcementi verranno rilanciati.
    P.s. non sono di destra.

  8. L’avevo capito.
    Beh, l’Agnesi e i Carli ci sono ancora… da qualche parte bisogna pur ricominciare, e poi visto che la stessa maggioranza di palazzo parla di multivocazionalità, come si spinge per il turismo da diporto (che personalmente ritengo un fenomeno ristretto all’utile di pochi e mooooooolto più labile di un flusso di traffici bene avviato) perchè non creare anche le giuste condizioni per radicare un piccolo ma vivace segmento commerciale? Hai mai sentito parlare delle cosiddette autostrade del mare? Della fame di scali da parte delle nuove navi da crociera? Della possibilità di fare di Imperia il più grande polo dell’alimentazione mediterranea? Secondo me noi liguri “poveri” dovremmo imparare non solo ad approfittare delle occasioni date da situazioni classificabili nella categoria delle rendite di posizione, ma anche a fare scelte coraggiose (o mantenere decisioni già prese) senza prospettarci sempre un panorama economico grigio e desolato.
    Detto questo, e ritenuto che anche a te piacerebbe una città diversa, dinamica e non cloroformizzata come l’Imperia di adesso, ma non per questo monopolizzata da un turismo che tutto sommato non le è mai appartenuto e mai le apparterrà del tutto, ti ringrazio per il dibattito e ti assicuro che condivido parecchie delle tue idee [meno quelle sul porto di Oneglia, s’intende… 🙂 ]

Commenti (per chi non usa Facebook)

I campi obbligatori sono contrassegnati con *.