il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 10 febbraio 2014

Al primo punto dell’ordine del giorno, gli eventi alluvionali di metà gennaio e le loro conseguenze. La situazione emergenziale è stata gestita molto bene dal comune, che ha attivato il Centro Operativo e ha monitorato continuamente la situazione e disposto gli interventi.

Grazie alla manutenzioni preventive, quali la pulizia del letto dei torrenti e dei tombini, si è evitato un bollettino ben più grave; restano comunque attualmente svariati nuclei familiari impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazioni (una ventina di persone circa, in totale) così resta un quadro poco rassicurante quello che l’assessore e vicesindaco Zagarella ha delineato riguardo sia agli edifici pubblici, sia a numerosi punti in cui la praticabilità stradale è a rischio da frane e smottamenti che riguardano i vari muri di contenimento di cui il nostro territorio è particolarmente ricco.

Tra gli edifici pubblici la situazione è pessima: praticamente tutti gli stabili comunali hanno subìto infiltrazioni: dalle scuole all’Isah, dal Comune alla nuova biblioteca e al palazzetto dello sport.

Un plauso unanime è stato rivolto ai volontari della Protezione Civile, che si sono proficuamente spesi sul territorio, ad ogni orario, per intervenire e sanare i problemi che via via si sono manifestati in seguito alle forti precipitazioni.

Il secondo punto all’ordine dell’ordine del giorno ha riguardato invece la situazione della raccolta dei rifiuti, sempre sotto forma di discussione senza votazione. L’illustrazione è stata fatta dal proponente, il Consigliere Russo del Movimento5Stelle, che ha elencato una serie di dubbi e questioni, in parte senz’altro giustificati.

L’occasione di questa discussione è stata utile per ribadire innanzitutto un paio di concetti di base: il primo è fin troppo evidente, ed è stato introdotto anche negli interventi della minoranza. E cioè: questa amministrazione, l’Amminsitrazione Capacci, e quindi questa maggioranza, hanno ereditato una situazione che era già definita, con:

– un nuovo soggetto operante, vincitore della gara d’appalto (la Tra.De.Co)

– nuove modalità di raccolta

– un nuovo “ambito” composto da 35 Comuni di cui il nostro è il capofila, eccetera.

Questi elementi non sono stati ribaditi per seguire la solita prassi della politica, consistente nell’attribuzione al passato, e quindi agli “altri”, una serie di responsabilità. Anzi, tutt’altro, e spiego perché: cosa è successo fino ad adesso? Nel maggio 2011 il Partito Democratico era all’opposizione in questo consiglio Comunale, e ci trovammo in quest’aula la pratica che dava il via a questo nuovo assetto della raccolta dei rifiuti.

Fu una delle poche volte, se non addirittura l’unica su temi importanti, in cui decidemmo di votare a favore, anche se la pratica era portata dall’Amministrazione dell’epoca, che era composta da una maggioranza PdL+Lega.

Avremmo potuto votare contro piuttosto facilmente, avremmo potuto pretendere, come dire, di volare più in alto, trovando mille pretesti per essere contrari. E in effetti c’era senz’altro qualche elemento che già allora sarebbe potuto essere migliorato. Ovviamente noi non votammo nel dettaglio la posizione dei cassonetti, o il colore dei sacchetti per la differenziata, ma più in generale l’organizzazione del servizio.

Per esempio sulla raccolta porta a porta, io stesso nella dichiarazione di voto dissi che non ero del tutto convinto della scelta, e cioè che qui nel nostro territorio non vi fosse una raccolta al 100% “porta a porta”, ma solo in una certa misura e sostanzialmente solo per le utenze commerciali.

Mi ricordo il mio intervento: avevo detto che non avevo elementi per sostenere che con questa scelta non si sarebbero potuti raggiungere alti livelli di raccolta differenziata, però la cosa certa era che prendendo l’elenco dei cosiddetti “comuni ricicloni”, cioè quelli con le massime percentuali di raccolta differenziata, e andando a vedere quale metodo era stato messo in atto, si trovavano quasi unicamente esperienze di raccolta “porta a porta” spinta.

Ciononostante, il Partito Democratico votò quella pratica. E sono convinto che facemmo bene. E il motivo è molto semplice, e già all’epoca gli venne dato un certo risalto. Perché sebbene se la pratica provenisse dai nostri avversari politici, aveva recepito se non tutte, almeno larga parte delle nostre istanze.

Il tema dei rifiuti, in generale, era stato affrontato a livello provinciale, sempre sotto la guida del PdL, in maniera disastrosa fino ad allora. Ed è su questo ben noto terreno provinciale che ci siamo trovati a prendere quella decisione: noi volevamo già da molto tempo che si uscisse da quella situazione in cui il gestore del servizio, che peraltro andava avanti con una situazione operativa e un livello di qualità del servizio tutt’altro che perfetti, era una società mista pubblico-privata dove il socio privato era contemporaneamente anche il proprietario delle discariche.

Era ora di finirla con quella situazione, e ci venne finalmente (con una dozzina d’anni di ritardo) proposto un piano alternativo, che apriva al mercato e contemporaneamente apriva alle buone pratiche di differenziazione, di ottimizzazione delle risorse, poiché su scala comprensoriale, e che finalmente individuava una prospettiva nuova sul tema dei rifiuti, che potesse riuscire a dare un’impennata nelle percentuali di raccolta differenziata che sono sempre state misere e lontane non solo dai limiti di legge, ma dai comportamenti virtuosi che dobbiamo ricercare.

E non solo: quel bando, che poi diede luogo alla gara, recepiva quelle che erano state anche le nostre istanze anche riguardo al mantenimento occupazionale.

In sostanza, il fatto che questa Amministrazione si trovi a gestire una situazione completamente ereditata non toglie il fatto che ci fu una svolta enorme a cui parteciparono tutti i consigli comunali, tutte le giunte, tutti i Sindaci dei 35 comuni del comprensorio.

Noi decidemmo, laicamente, di cogliere l’occasione di poter attuare una sterzata nella gestione dei rifiuti per la nostra città, perché ci trovavamo una volta tanto di fronte a un progetto che, con i difetti che poteva avere, era stato redatto se non altro in maniera consapevole e un po’ lungimirante.

Questo per dire che noi rivendichiamo quella scelta, e rivendichiamo con orgoglio di esserci saputi esprimere con la responsabilità di una forza di governo anche allora che eravamo all’opposizione, poiché avevamo chiari gli obiettivi.

Arriviamo al secondo nodo, appunto: gli obiettivi. Gli obiettivi dell’epoca rimangono gli obiettivi attuali: aumentare il più possibile la raccolta differenziata e conseguentemente, oltre a preservare l’ambiente con comportamenti virtuosi, avere anche una tassa sulla spazzatura più leggera.

Allora dov’è il problema? Il problema è che il servizio non è ancora all’altezza delle aspettative, per due motivi principali: il primo è che ci sono state troppe inadempienze da una parte del consorzio che hanno rallentato il lavoro di Tra.De.Co., e dall’altra parte Tra.De.Co che non è ancora allineata al contratto di servizio anche perché non è stata messa in grado di poterlo fare.

Oltre a questo c’è il fatto che le procedure operative hanno bisogno di ulteriori modifiche e aggiornamenti, ed è anche per questo che sono nati, all’interno dell’assemblea dei sindaci del comprensorio, dei sub-ambiti ristretti che avranno il compito di coordinarsi operativamente sulla raccolta.

Siccome il nostro obiettivo non è cambiato, faremo quel che è giusto: stare col fiato sul collo alla Tra.De.Co. affinché il servizio sia ottimale, e dall’altra parte dovremo gestire, come comune capofila, il “consorzio” nel suo insieme, affinché tutti i comuni siano nella condizione di remare dalla parte giusta.

E questo è un punto importante, e in particolare rivolgerei al M5S questa domanda: qual è la direzione in cui volete andare? Da che parte volete remare? Avete i nostri stessi obiettivi, oppure ne avete altri?

Se ne hanno altri, l’unica soluzione è trovare una macchina del tempo, tornare indietro di 10 anni, candidarsi alle elezioni, vincerle, governare questa città e tutta la Provincia, e infine proporre soluzioni alternative valide.

Ci sono due modi di inserirsi in questo contesto, e di partecipare a quella che può rappresentare una svolta sociale e culturale: uno è virtuoso, e consiste nel diventare cittadini attivi, nell’informarsi, nell’informare, nel migliorarsi. E questo si può fare sia individualmente, sia in forma associativa. E per fortuna è successo, e sta succedendo, e ne sono la prova i cittadini, le associazioni e i ragazzi che da settimane contribuiscono al raggiungimento di questo obiettivo distribuendo i kit per la differenziata, pulendo luoghi pubblici come le spiagge, creando veri e propri eventi collettivi, organizzando incontri di formazione sulla differenziazione, etc.

Questi sì che sono comportamenti virtuosi, attivi, che riescono a creare sinergie tra il volontariato, gli Enti pubblici, e il gestore del servizio. Tutti nella stessa direzione, con lo stesso obiettivo, informando, rendendosi protagonisti di un cambiamento che prima di tutto deve avvenire nelle nostre teste.

Poi, purtroppo, c’è anche una seconda maniera, di inserirsi nel contesto, ed è fatta di atteggiamenti per nulla virtuosi: scaricare il vecchio divano in mezzo alla strada, oppure il frigorifero, magari di notte, magari in qualche strada di collina; oppure venire da fuori Imperia appositamente per omaggiare le nostre strade di qualche rottame; oppure fare disinformazione, dicendo che è inutile differenziare, per poi andare con una bottiglia di olio esausto all’isola ecologica, e aspettare il momento giusto in cui l’addetto non c’è, per poter dire sui giornali che non si può buttare, e quindi non funziona nulla, e quindi bisogna buttare tutto all’aria, e quindi bisogna rovesciando il tavolo.

Dei due tipi di comportamento il nostro plauso deve andare al primo, a quello virtuoso, a quello costruttivo, e non a chi vuole attirare l’attenzione, esibendo perennemente una certa megalomania.

O si rema tutti dalla stessa parte, facendo in modo che tutto il ciclo dei rifiuti diventi funzionante al 100%, con ogni ingranaggio che fa la sua piccola parte, ciascuno di noi compreso, e abbiamo tutti lo stesso obiettivo in testa, oppure sarà Imperia, saremo tutti quanti noi a rimetterci, vivendo in una città sporca con delle tasse di igiene urbana altissime.

Per andare nella direzione di quegli obiettivi dobbiamo fare in modo che sia la parte pubblica che quella privata si allineino al contratto di servizio, e non mettere in difficoltà la controparte.

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