il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 12 aprile 2012

La seduta è iniziata attorno alle 20:30 e si è conclusa con il sole, alle 7:30 antimeridiane. La delibera “salva Imperia” è stata approvata all’unanimità, con l’unica astensione di una consigliera della Lega (per inquadrare il personaggio: quella che non aveva voluto votare la mia mozione sulla PEC perché “io non la voglio usare, e quindi anche se è facoltativa non voglio che la usino nemmeno gli altri, per cui non la voto”).

Il contenuto della delibera è piuttosto tecnico, e contiene una serie di punti che hanno lo scopo di indirizzare il Comune a fare tutto quello che è possibile per tutelarsi, comprese eventuali richieste risarcitorie e costituzione di parte ci vile nei procedimenti giudiziari. Si demanda inoltre al Dirigente del settore porti di compiere gli atti necessari per verificare se ci sono o meno i presupposti per la decadenza della concessione. Riguardo alle opere pubbliche che la Porto di Imperia avrebbe dovuto aver già eseguito e di cui non c’è traccia, si procederà con l’escussione delle fidejussioni depositate dalla società affinché possa essere direttamente il Comune a curarne la realizzazione.

C’è stata la presentazione di una dozzina di emendamenti, un paio illustrati da me, e la seduta è stata sospesa per esaminarli attorno alle cinque del mattino. Mentre in aula cercavamo di tenerci svegli, una riunione dei capigruppo li vagliava e maneggiava per arrivare alla votazione senza “doppioni”. Alla fine il PdL annunciava il voto contrario alla delibera nel caso in cui i loro emendamenti non fossero stati tutti approvati; alla fine siano stati in gran parte bocciati, ma il loro voto favorevole c’è stato lo stesso.

In particolare è stato approvata la mia proposta di inserire una formula di tutela per lo scalo di via Scarincio alla Marina, quello usato per la scuola vela e per le regate delle derive, che in parte è inutilizzabile per motivazioni tecnico/burocratiche. In pratica sia quell’area, sia il grande spiazzo di calata Anselmi, sono tecnicamente “aree di cantiere” e fino a quando il direttore dei lavori non ne comunicherà ufficialmente la conclusione, non potranno essere presi in carico dal Comune. Per la cronaca, una conseguenza di questa situazione di cui ci accorgeremo quest’estate è che tutti gli spazi dove solitamente sorgono le tensostrutture in occasione delle “Vele d’epoca” per la prossima edizione non saranno a disposizione. La banchina sarà fruibile soltanto con un corridoio di qualche metro tra il ciglio e la serie di transenne divisorie; in pratica davanti a loro, una volta messi i piedi a terra, gli equipaggi di tutto il mondo che ormeggeranno in banchina si troveranno uno spazio enorme, vuoto, e inagibile.

Al di là della delibera, durante le 10 ore di consiglio sono emersi una buona dose di dati politici nuovi e molto importanti. Il Sindaco ha iniziato con un’illustrazione di un paio d’ore della situazione attuale, ripercorrendo ed elencando tutte magagne di cui finalmente tutti sono ben consapevoli. La rottura tra il PdL “ufficiale” e il Strescino è oramai insanabile: c’è stata anche la scissione dei suoi fedelissimi che hanno formato il gruppo consiliare autonomo “PdL per Imperia”.

Sono volate parole grosse, quasi degli insulti, nei botta e risposta tra PdL e Strescino, tanto che agli interventi della minoranza – tutti decisamente duri – non hanno nemmeno risposto tanto che erano presi dalle loro scaramucce. Ad alimentare i contrasti c’è stata anche una sorta di mozione di sfiducia (anche se tenicamente non lo era) che il PdL ha provato a presentare fuori tempo massimo, proprio la mattina del Consiglio, e che alla fine non è stata ammessa alla discussione.

Il Sindaco, in poche parole, sta rinnegando completamente la linea politica dei suoi predecessori e più in generale del suo partito. Ha detto che ora ci vuole aria nuova, che il sistema di potere attuale sta finendo, che ci sono troppi pesanti condizionamenti (riferendosi anche alle presunte pressioni su alcuni consiglieri per far cadere l’amministrazione), che la città chiede rinnovamento, che l’operazione porto è stata condotta male, etc. E soprattutto che vuole rimanere fino alla fine dell’anno. Il risultato è che una parte della città sta iniziando quasi a vederlo come un eroe, per quanto tutto ciò che adesso sostiene fosse sotto gli occhi di tutti da tanto tempo e che per noi non costituisca alcuna novità. Fa più scalpore vedere una pedina che decide di non essere più tale, di tante persone libere che pedine hanno deciso di non esserlo mai.

Ora la situazione è quantomai complicata: da una parte il PdL ha raggiunto i numeri e ha presentato la mozione di sfiducia con 16 firme (anzi, 15+1 grazie al leone Giuseppe Soria) che se non ci sono intoppi arriverà in consiglio tra 10 e 30 giorni dalla data di presentazione (13 aprile). Dall’altra ci siamo noi che non abbiamo i numeri per arrivare a 16 firme ma che abbiamo lo stesso pronta un’altra mozione di sfiducia.

Nel frattempo stanno uscendo altre gustose intercettazioni da cui si capisce bene il “tutti contro tutti” all’interno del gruppo di potere Caltagirone-Scajola-Gandolfo-Leone-Lanteri ed è difficile fino a che punto arriveremo in questo vortice di sputtanamenti, cambi di rotta, responsabilità politiche e responsabilità penali.

Questo il mio intervento in Consiglio:

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