1) Mozione su accopramento punti nascita: è stata approvata con il nostro voto favorevole. C’è da dire che il reale intento dei proponenti (consiglieri del PdL) era più che altro quello di appoggiare la battaglia del loro paladino in Regione (l’ex vicesindaco e ora consigliere regionale Marco Scajola) che attacca spesso l’Ente (sull’unica cosa che può attaccare, e cioè la sanità). Non per demeriti della giunta regionale, ma per l’evidente difficoltà finanziaria in cui si trova e per i tagli che è costretta a fare anche su questo settore. Resta il fatto che “mentre Scajola faceva comunicati stampa” (cito più o meno testualmente l’intervento di Zagarella) “c’era chi come il nostro consigliere Giancarlo Manti proponeva emendamenti alla legge regionale che scongiuravano il rischio di realizzare questi paventati accorpamenti”. E l’emendamento in questione dice che eventuali accorpamenti saranno fattibili se e solo se ci saranno un domani i soldi per l’ospedale unico. E questa possibilità, a breve termine, non trova fondamento proprio per la situazione economica non florida di cui sopra.
2) La mia mozione sull’iniziativa 18 anni in comune è stata bocciata come da programma. Intendo dire che forse dovrei smetterla di pensare di trovare la maggioranza d’accordo su una qualsiasi questione “minore” anche se simbolica e qualificante. Dovrei ma non mollo, anche se ogni volta c’è un buon motivo per cassarle; e in questa la ragione ufficiale è stata che “chi vuole diventare cittadino si informerà già da sé senza bisogno di essere informato dal Comune”. In realtà gli sviluppi sono stati più complessi e il PdL si è diviso tanto che qualcuno ha votato a favore (il Presidente del cons. comunale Emilio Varaldo) altri contro e altri ancora si sono astenuti. Da mettere agli atti la posizione del cons. Pastorelli, espressa durante quella che il regolamento chiama “dichiarazione di voto dissenziente“: “io mi asterrò perché questa mozione è persino riduttiva”. Tant’è che alla fine non è passata per 14 voti contro 11. E non posso non far notare che se alcuni consiglieri dell’opposizione (che all’inizio della seduta erano presenti) fossero rimasti al loro posto anziché andare tranquillamente in pizzeria a cenare (mi riferisco a Fossati di Fli e Rollero della lista civica, mentre Canetti del PD non era con loro ma da un certo punto non s’è comunque più visto) avremmo per lo meno “pareggiato”. Buon appetito.
Sull’acqua ci sono state altre spaccature, questa volta all’interno della minoranza. Il PD ha assunto una posizione diversa da RC e SEL, che assieme ai Movimenti per l’acqua pubblica hanno presentato quella che secondo loro è la strada che deve essere seguita all’interno della nostra provincia. E c’è da sottolineare il fatto che il PD non è stato interpellato nella stesura della mozione, che a esser sinceri non sembrava essere nemmeno proposta con la reale convinzione di poterla fare approvare (non tanto dal PD, quanto dalla maggioranza i cui voti sono indispensabili). Anzi, a voler essere proprio maliziosi si potrebbe quasi ipotizzare che tra gli scopi principali dell’iniziativa ci fosse quello di “stanare” il PD. E ultimamente quello che fa (o non fa) il PD gode di molte attenzioni da parte delle altre forze di sinistra, non solo (e aggiungo: comprensibilmente) in vista delle prossime alleanze programmatiche ed elettorali, ma in generale un po’ su tutto, incluse le parole usate e quelle non usate (ivi compreso l’uso di maiuscole e minuscole, e non sto scherzando: mi sono pervenuti sul serio rilievi sull’uso di maiuscole e minuscole). Ortografia a parte, la posizione che abbiamo tenuto in consiglio comunale rispecchia l’orientamente del Partito Democratico a livello provinciale (e il segretario Faraldi avvalora la mia stessa tesi, parlando di “fuga in avanti”). La mozione era del tutto condivisibile nella parte riguardante i princìpi generali e le intenzioni, ma non ci ha convinto l’individuazione della Azienda Speciale Consortile come unica possibilità di gestione delle risorse idriche. A Imperia c’è l’AMAT (strasformata in SPA proprio all’epoca della giunta di sinistra e in cui successivamente entrò il socio privato) e non è chiaro quali siano i passaggi tecnici che stanno tra il completo ritorno allo pubblico, la salvaguardia dei lavoratori e la riappropriazione delle reti, tenendo conto che sebbene il parere del CONVIRI dica che l’affidamento fu illegittimo bisogna vedere come e a quale prezzo si può riportare la società completamente in mano pubblica.
Ciò detto il voto di astensione si spiega molto facilmente e chiunque lo capirà, se vorrà capirlo: esprimenrci contrariamente sarebbe stato deleterio, dato per assodato che l’opinione pubblica il più delle volte si ferma ai titoli e il tutto sarebbe diventato “il PD fa marcia indietro e non vuole l’acqua pubblica” (riduzione che contiene in sé già almeno un paio di non verità). Il voto favorevole nemmeno era possibile, per i motivi di cui sopra. Pertanto: astensione. Ma il PD non deve fermarsi qui, ed è già all’opera per presentare un’alternativa che rispecchi al 100% la propria linea e applicabile in tutta la provincia.
Infine mozione di RC du “Salviamo il paesaggio e difendiamo i territori” è stata votata all’unanimità.
3) [nella serata del 13] Sono state ricostituite alcune commissioni per aggiornarne la composizione dopo l’usicta di Paolo Verda e l’ingresso di Fiorenzo Marino
4) Sono stati nominati i nuovi revisori dei conti: Acquarone, De Michelis e Sardi (quest’ultimo è quello indicato dalla minoranza)
5) Si è parlato di trasporto pubblico, pratica approvata. Note di folklore: alla fine della votazione il numero legale non c’era. O meglio: c’era perché la minoranza è rimasta in aula. Appena è iniziata la discussione della pratica seguente, però, il cons. Fossati ha voluto chiedere il conteggio al Segretario, forse spinto dal desiderio di rivincita dopo quello che era successo nel consiglio precedente. E non era da fare, secondo me. Non aveva molto senso reiniziare con le ripicche: oramai avevamo fatto notare che per senso di responsabilità permettevamo il prosieguo del consiglio, e tanto bastava. Tra l’altro il Segretario non ha voluto procedere all’appello, e in effetti il regolamento prevede che la “conta” venga fatta durante la discussione o prima del voto, non nel mezzo della relazione dell’assessore (in questo caso si parlava di commercio, e parlava Amoretti). Non pago, Fossati il giorno dopo ha dichiarato di volersi appellare al prefetto per la dubbia (a suo dire) interpretazione del regolamento. Insomma: anche basta.
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