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Non dire spiaggia se non ce l'hai nel sacco

Ebbene è successo: alla fine anche le due spiaggie libere attrezzate che avevano trovato un gestore rimarranno vuote per tutta l’estate. Libere, liberissime. Per il piacere di chi adesso dichiarerà soddisfatto che “non è poi così male che ci siano tre nuove spiagge libere”. E certo.

C’è poco da gioire se abbiamo ben 3 spiagge libere (da tutto e da tutti): libere dai servizi igienici e dalle docce, dai lettini e dagli ombrelloni a prezzo calmierato, dai servizi per i disabili, da una pulizia costante e dignitosa; libere anche dai chioschi che avrebbero offerto ristoro e intrattenimento (diurno e notturno) e un indotto tutt’altro che indifferente. Per non parlare dei posti di lavoro che si smaterializzano: nel bando era previsto per tutte e tre le spiagge un minimo di 14 assunzioni ‘obbligatorie’. Sfumate nel nulla.

Tre spiagge libere anche da bagnini: se è vero che alla Marina il ‘buco’ potrà essere coperto dai bagnini del Consorzio, alla Foce questa possibilità non c’è: nessun altro stabilimento nelle vicinanza potrà estendere la propria sorveglianza. Sempre che qualcuno abbia voglia di andarci, in quelle spiagge, viste le condizioni in cui si trovano adesso.

Come mai gli aggiudicatari hanno rinunciato? Semplice, e del tutto comprensibile (e ampiamente pronosticato): siamo a metà giugno e la concessione scade a fine settembre; i lavori sono ancora tutti da fare; ci sono le inchieste e i ricorsi in gioco che potrebbero da un momento all’altro ricambiare le carte in tavola (sequestri, revoche, etc… può succedere di tutto).

Ah, però vuoi mettere? Spiagge libere come mamma le ha fatte; ‘come in Sardegna’, qualcuno dirà. Io vedo solo una città di mare che non sa nemmeno far fruttare tre misere spiagge. Siamo proprio messi male.

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