il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Un giorno all'alba

Domani è il “TAR day”.  Un po’ come succedeva al tempo degli antichi romani (beh, più o meno) si attende il verdetto sul ricorso. Pollice su: la revoca della concessione è sospesa e la Porto di Imperia S.p.a. ne rimane a tutti gli effetti titolare; pollice giù: la revoca viene confermata e si aprono nuovi scenari. I bookmakers danno la prima opzione come la più probabile poiché “una sospensiva non si nega a nessuno”, o almeno è questo quel che dicono gli esperti nel settore. Se andrà così, si dovrà probabilmente aspettare ancora del tempo per una sentenza definitiva “nel merito”.

Tuttavia negli ultimi giorni non sono mancate notizie fresche riguardanti il porto. Innanzitutto sul fronte giudiziario: il progettista Morasso aveva chiesto e ottenuto il sequestro delle azioni di proprietà dell’Acquamare Srl nell’ambito del contenzioso sul pagamento della sua parcella. Poi, per un problema di incompetenza territoriale, lo stesso tribunale aveva scongelato le azioni; l’architetto allora si è rivolto al foro di Genova, che ha subito risequestrato quel 33% della Porto di Imperia S.p.a. Per ora l’unica cosa certa è che a fare l’architetto si può guadagnare molto molto bene (se chi ti ha commissionato il lavoro poi te lo paga, of course).

E poi c’è la polemica che riguarda i dipendenti della Porto di Imperia, che dopo aver sfanculato i sindacati hanno avuto con il Sindaco un incontro la cui genesi secondo le ricostruzioni è stata piuttosto travagliata: prima volevano spostare la riunione in Comune e allora il Sindaco l’ha annullata; poi si sono accordati di vedersi negli uffici della Società, ma si sono presentati con un avvocato e Strescino non ha gradito; alla fine l’avvocato se n’è andato e il primo cittadino ha confermato di non avere né la facoltà né l’intenzione di avocare l’atto di decadenza. E così hanno sfanculato anche lui, che non l’ha presa bene:

Per prima cosa i dipendenti della Porto di Imperia, con la lettera  che mi hanno inviato chiedendomi l’avocazione dell’atto di decadenza, si sono dimostrati poco accorti. La richiesta era inopportuna nei tempi e nei modi, considerando che si riferivano a un regolamento comunale del 1999, superato dalla normativa. Spiace che all’incontro ci fosse anche un legale, opportunamente allontanato dopo la richiesta del vicesindaco e dispiace altrettanto che il comunicato dei dipendenti sia stato evidentemente suggerito da qualcuno. Se le loro indicazioni sono quelle contenute nella lettera, ogni commento è superfluo
(da La Stampa)

Siccome avevo già scritto le stesse cose un paio di giorni fa (ammetto che il pronostico non era affatto difficile) non posso che dargli ragione, e mi pare che la mia opinione sia trasversale: per ora sull’argomento è intervenuto pubblicamente solo Fossati di FLI, con un punto di vista condivisibile (devo preoccuparmi?):

[..] meglio farebbero i dipendenti della Porto di Imperia ricercare altrove coloro che sono stati incapaci di “gestire le problematiche amministrative che hanno trovato del tutto inappropriata soluzione nella decadenza della concessione”

[..] Capisco e condivido i timori e le preoccupazioni dei dipendenti della Porto di Imperia s.p.a., capisco anche che siano stati necessitati a fare un tale intervento, palesemente sollecitato da altri (come la precedente lettera del 24.2.2011), capisco anche che non siano nelle condizioni di criticare i veri responsabili del disastro che la città sta vivendo ma, chiedo, per lo meno, che non si addossino al Sindaco responsabilità certamente non sue, se non eventualmente in via indiretta, per non essere intervenuto subito a rimuovere o a chiedere di rimuovere chi ha denotato una manifesta incapacità a gestire una società come la Porto di Imperia Spa.

Anche secondo lui le lettere dei dipendenti degli ultimi giorni sembrano portare la firma di qualcun altro, per forma e contenuto. E questo è un altro ottimo motivo, da aggiungere alla “manifesta incapacità” di cui sopra, per cambiare i vertici della società. E proprio riguardo alla società c’è ancora una news: la Regione Liguria si è espressa sul famoso capannone, su cui c’è ancora l’inchiesta in corso. Il parere sull’impatto ambientale è stato negativo: la difformità del tetto modifica la percezione paesaggistica di tutto il manufatto, e quindi bisogna tornare alla forma approvata nel progetto. Lo sapevamo benissimo sin dai tempi di Abusivissima, e infatti la notizia non è questa, ma la conciliante risposta della Porto di Imperia Spa:

La Porto di Imperia Spa e Acquamare, nel ribadire di aver sempre agito nella massima correttezza e trasparenza, si dichiarano pronte ad effettuare tempestivamente le modifiche richieste per riportare il capannone al suo aspetto originale progettuale nella parte parzialmente difforme.

Un po’ come avevamo chiesto nell’ultimo consiglio monotematico di settembre. E anche il vicesindaco la pensa allo stesso modo: definisce “ragionevole e saggia” la decisione, e spera in una risoluzione veloce del problema così da eliminare almeno questo contenzioso dal ricco bouquet di inchieste. Credo infatti che sia tecnicamente possibile, a livello giuridico, estinguere l’eventuale reato con una ricostruzione secondo il progetto; con questa mossa si scongiurerebbe il rischio di una sentenza penale sfavorevole, e tutta la vicenda sarebbe arginabile con un ben meno grave “intoppo amministrativo”.

Questo è quanto. Al TAR l’ardua sentenza.

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