il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Vox portus

E’ online (e probabilmente domani sarà sui giornali) una lettera aperta firmata dai dipendenti della Porto di Imperia Spa. Contiene innanzitutto una parte decisamente dura nei confronti dei sindacati, accusati di essere impreparati sull’argomento porto e profondamente deludenti per il loro atteggiamento. Fin qui è difficile entrare nel merito, perché la campana che si sente è una sola e sarebbe d’aiuto si palesasse anche l’altra.

Ma quello che sconcerta, e che non mi sarei aspettato, è ciò che arriva dopo: i firmatari, che “d’ora in avanti adotteranno tutte le iniziative a tutela della propria azienda tutela della propria azienda senza l’ausilio di rappresentanti sindacali confederali e/o autonomi” invitano il Sindaco…

[..] ad usare prontamente i poteri che leggi e regolamenti gli consentono affinché disponga l’avocazione, per ragioni di necessità ed urgenza, del provvedimento adottato dall’lng. Lunghi, in quanto riteniamo supremo per l’intera collettività il beneficio derivante dal completamento delle opere da parte della compagine sociale ns. datrice di lavoro [..]

E’ lo stesso amo che aveva lanciato il direttore generale Carlo Conti all’indomani della revoca della concessione: una “avocazione” del provvedimento da parte del Sindaco. Quest’ultimo non aveva abboccato e gli aveva sostanzialmente risposto picche, com’era naturale. E vorrei proprio sapere qual è il Sindaco che getta nel caminetto un provvedimento di questa portata, che arriva dopo anni di grane amministrative e di vani solleciti (quindi non certo una decisione estemporanea) per di più con tutto il noto contorno giudiziario di cui sappiamo. Forse lo stesso Sindaco indagato dalla Procura per aver esercitato una (presunta) violenza privata proprio sul quel dirigente affinché non procedesse? Impensabile, e secondo me anche improponibile.

Ma finché è la Società a giocarsi questa carta, per di più a caldo, è ancora comprensibile; fa parte del gioco, e la consideriamo per quello che è: una mossa strategica. Però non mi spiego quale effetto pensano di poter sortire i dipendenti della Spa con la stessa richiesta fatta oggi, quando mancano 10 giorni dalla sentenza del TAR. Il che la rende ancora più improponibile di prima.

E’ del tutto comprensibile che quando c’è di mezzo il proprio lavoro si tenti il tutto per tutto pur di salvarlo, ma qualcosa non mi torna. Non ci sono state, fin’ora, dichiarazioni da parte della forza lavoro sul mare di problemi in cui si trova il porto, con la concessione in bilico e inchieste su tutti i fronti. Nemmeno in questa occasione c’è una sola parola sul fatto che il direttore generale sia indagato per turbativa d’asta, reo confesso di esser l’autore dell’offerta fasulla arrivata dalle Isole Vergini quando il Comune cercava di vendere le proprie quote. E poi se c’è una cosa di cui possiamo stare sicuri – e loro per primi ne sono consapevoli – è che se per assurdo da domani non fosse più la Porto di Imperia Spa a gestire il porto, ci sarà comunque sempre bisogno del personale tecnico. Quello che rischia di saltare è proprio tutto il resto.

La parte sul “beneficio per l’intera collettività” mi pare troppo simile ai famosi “il porto ad ogni costo” di Lanteriana memoria proclamati fino ad oggi, e che per l’appunto ci (anzi, LI) hanno indotti a passare sopra a tutto. Se da una parte ci sono i legittimi interessi di chi nel porto trova sin d’ora (o troverà, un domani) la fonte di reditto per sé e le proprie famiglie, dall’altra come trascurare i danni alla collettività, ben più ingenti e duraturi, provocati dal mancato rispetto delle leggi? Quel che voglio dire è che non sarebbe per nulla giusto consentire a chi è in odore di illegalità – o anche solo di “irregolarità amministrative” – di proseguire come se nulla fosse in nome di futuri e collettivi benefìci. Un po’ come succede con i commissariamenti nei casi di emergenza (vedi i rifiuti) in cui si legalizza l’infrazione delle leggi in nome dell’urgenza straordinaria. Siccome ci sono fondati sospetti che intorno al porto qualcosa di non troppo cristallino sia avvenuto, forse è il caso di andar fino in fondo senza scegliere la “strada corta” dell’avocazione. Fermo restando che è una responsabilità che il Sindaco non si è mai sognato di prendere su di sé.

I lavoratori del porto che hanno scritto la lettera, a cui auguro di poter continuare a svolgere le proprie mansioni senza interruzioni qualsiasi cosa succeda, saranno semplicemente stati un po’ ingenui oppure un po’ spaventati e disorientati, a maggior ragione se per qualche motivo non si sentono tutelati. Ma siccome loro stessi parlano anche nella veste di semplici “cittadini imperiesi” potranno capire che la vicenda, grave e complessa, dev’essere guardata da un po’ più distante. E si renderanno sicuramente conto che sarebbe troppo facile se bastasse una firma del Sindaco per rimettere le cose a posto, tappare i buchi, finire il porto, riempirlo di danarosi stranieri e di yacht da ormeggiare, e garantire così un futuro florido e prospero alla città.

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2 commenti

  1. Non quadra neppure a me e ti ringrazio per averlo fatto notare. Mi sa tanto di una specie di ricatto del tipo “qui molta gente rischia di perdere il lavoro” e la colpa, ovviamente, sarebbe di….Prodi, mica dei pasticcioni che hanno gestito tutto il baraccone!

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