il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 21 febbraio 2011

La seduta di ieri è stata la peggiore dall’inizio del mio mandato ad oggi. Per la prima volta, uscendo da Palazzo, ho provato una brutta sensazione che posso descrivere come l’amarezza di chi sperimenta l’impotenza di un confronto ad armi dispari contro un avversario che è un ottuso muro di gomma. Tutt’altra cosa rispetto a quando semplicemente “si perde”: in quei casi alla fine viene da pensare che le regole funzionano, e che è la democrazia, e che in ogni sconfitta di una parte c’è la vittoria del sistema. Un po’ quello che raccontava Benigni su Churchill qualche giorno fa sul palco di Sanremo.

Molto pubblico nella sala del Consiglio, e una volta esaurite le formalità (surroghe dei consiglieri uscenti, elezione di Varaldo come nuovo Presidente, ricomposizione delle commissioni) siamo arrivati al dunque. L’ostruzionismo già annunciato dal PdL si è conclamato nell’unica mossa possibile e che pertanto era facilmente prevedibile: chiedere il rinvio della discussione sollevando una questione pregiudiziale. Si tratta della facoltà di posticipare il dibattito nei casi in cui manchino i presupposti per poterlo tenere. Nel caso specifico la motivazione è stata che non fosse possibile affrontare l'”argomento porto” prima del pronunciamento del TAR atteso per il 3 marzo. Si è votato, e così Lega e PdL hanno deciso che i due punti all’ordine del giorno saranno discussi la prossima volta.

I motivi per cui questa tecnica è deprecabile, antidemocratica, fantasiosa e arrogante sono sintetizzabili così:

1) In questa maniera si toglie alla minoranza la possibilità di discutere su un argomento. In risposta alla questione pregiudiziale abbiamo citato un pronunciamento del TAR di qualche anno fa su una situazione molto simile: siccome è previsto che la minoranza possa richiedere la discussione di un certo argomento, questo diritto non può essere prevaricato a colpi di maggioranza tramite eccezioni pregiudiziali pretestuose. Altrimenti, avendo i numeri per farlo, sarà sempre e solo la maggioranza a decidere cosa e quando discutere, e questo è male.

2) Non era prevista alcuna votazione. Proprio perché la situazione dal punto di vista amministrativo/giuridico non è ancora definita, la nostra non era una delibera “da votare”. Non c’erano decisioni frettolose da prendere, ma quello che la minoranza aveva richiesto era una discussione aperta e pubblica. Il TAR non c’entrava nulla, e non era di quello che si voleva parlare, ma piuttosto degli aspetti politici riguardanti l’intera operazione, come ad esempio la strategia delle mosse di cui si è letto in questi giorni, in cui il vicesindaco incontra Caltagirone per decidere i futuri assetti societari. Quello si può fare anche prima del TAR?

3) 5 mesi senza confronto sul poto. E’ dal consiglio monotematico di settembre che non si parla di porto in Consiglio Comunale. 5 mesi passati con le forze politiche che si punzecchiano sui giornali senza occasioni pubbliche. Nel frattempo è successo di tutto, ma per renderne conto alla città occorre aspettare il pronunciamento del TAR? Che “responsabilità” è questa?

4) Che c’entrano i vertici societari con il TAR? La mozione di Indulgenza, che chiede una valutazione (e le dimissioni) dei rappresentanti del Comune dentro la Porto di Imperia, venne presentata a novembre. Ed è ancora lì che aspetta. Mentre c’è una connessione logica tra la discussione sul porto e la sentenza del TAR (per quanto non fosse comunque un motivo valido per il rinvio) questa “connessione” qui è totalmente assente. Una valutazione sul CdA della Porto di Imperia va fatta indipendentemente da quello che deciderà il TAR. Si trattava di discutere di quello che è successo, e non di quello che succederà. La loro strategia è quella di arrivare, rinvio dopo rinvio, al rinnovo del CdA senza esser passati dal consiglio per valutare quello passato. (Cosiddetta “tecnica della polvere sotto il tappeto”)

La situazione poi è diventata kafkiana, come ha detto Fossati nel suo intervento. Per impedire la discussione sul porto si è fatta comunque la discussione sulla pregiudiziale, e gli interventi erano ovviamente anche sul porto, sebbene più brevi per regolamento. E quindi anche tatticamente il PdL si è fatto un grande autogol: in una discussione “normale” in cui tutti i consiglieri possono intervenire, la maggioranza ha molte più frecce al proprio arco, quantitativamente parlando. Invece ieri hanno potuto parlare solo i capigruppo, tutti con gli stessi tempi. E quindi “6 contro 1” (anzi 2, perché c’è anche la Lega, ma sostanzialmente il loro apporto al dibattito è stato meno che ininfluente).

Ma l’autogol più clamoroso è senz’altro l’essersi voluti sottrarre alla discussione, dimostrando l’incapacità di sostenere le decisioni prese in passato – da cui è scaturita la situazione attuale – e l’assoluta mancanza di una linea politica propositiva sensata. La maggioranza naviga a vista, cercando di salvare il salvabile e aspettando con le dita incrociate l’esito del ricorso. Va detto, inoltre, che la sentenza del TAR non sarà di merito (per quella aspetteremo ancora) ma deciderà sulla sospensiva del procedimento di decadenza.

Per quanto riguarda la questione “tecnica”, e cioè l’ammissibilità della questione pregiudiziale e la legittimità del rinvio, noi ci rivolgeremo alle “sedi competenti”. Non perché possa cambiare qualcosa nella serata di ieri, che così è andata e così rimarrà scritta. Ma per una questione di principio: è un precedente vergognoso che rischia di compromettere un aspetto basilare della democrazia: così come la minoranza fa una proposta, la maggioranza ha i numeri per bocciarla. Nel caso specifico, poi, non c’era nemmeno bisogno di andare alla conta: bastava parlare e discutere, davanti a noi ma soprattutto davanti a tutta la città.

Finisco con le “note di folklore” che solitamente mi diverto ad aggiungere ai miei resoconti; ma quelle di ieri sono note dolenti. I due striscioni che abbiamo esposto dai nostri banchi erano tutt’altro che divertenti. Dicevano: “anche noi abbiamo un sogno: svegliarvi!” e “questa maledetta notte dovrà pur finire perché la riempiremo noi da qui di musica e di parole”. Il primo, benché i giornali la riportino come una citazione di Martin Luther King, ovviamente era in realtà un riferimento ai manifesti del PdL “avevamo un sogno, colmare un vuoto”. L’altra è un verso di Chiamami ancora amore con cui Vecchioni ha vinto il festival.

Un’altra cosa poco divertente è stato l’atteggiamento del Sindaco. Solitamente non cito il Facebook altrui qui sul blog e nemmeno lo tengo troppo in considerazione – almeno questa è una piccola regola che mi sono dato. Ma siccome Strescino subito dopo il consiglio ha pubblicato un commento che riguarda anche me, e ImperiaParla lo riporta integralmente rendendolo di fatto pubblico, mi permetto di derogare a me stesso. Prima di tutto S. dice “questa sera mi sono vergognato”. E fin qui, lo credo bene: scendere così in basso deve per forza provocare almeno un po’ di vergogna. Ma c’è dell’altro: dice anche che “i consiglieri di minoranza davano dello stronzo, del figlio di puttana, dello scemo” [il messaggio si tronca così]. Strescino confonde il pubblico (in effetti a tratti eccessivamente agitato) con i membri del consiglio, ed esagera un po’ troppo sugli epiteti che gli sarebbero stati rivolti. Anzi, a dire il vero tutto quello che ho sentito è stato uno “stupido” e non era nemmeno rivolto a lui. Ma al di là degli aspetti qualitativi dell’insulto (comunque da evitare, soprattutto in sede di consiglio comunale) forse il Sindaco dovrebbe prima di tutto chiedersi il perché di tanta agitazione. Dovrebbe essere per definizione il “Sindaco di tutti” e se una parte della città – invero non tanto piccola – chiede che si apra un dibattito sul tema più importante che c’è, forse è il caso di non scappare, di non sottrarsi. Forse le responsabilità bisogna prendersele, unitamente agli onori di avere “il più bel porto della galassia”. Forse era il caso di togliersi la maschera del “va tutto benissimo” e rivolgersi a tutti – suoi e elettori e non – con un po’ di onestà intellettuale. Insomma era il caso di dire qualcosa, qualsiasi cosa, una cosa di destra, una cosa banale, ma dire qualcosa. Invece oramai l’unico che parla è il neo-vicesindaco-plenipotenziario-re-della-savana.

Niente, muro di gomma come dicevo prima. Un’altra occasione sprecata per far intravedere il barlume di un auspicato cambiamento, di ritrovato senso della democrazia e di rispetto per le istituzioni. Un’altra occasione colta per essere arroganti, dispotici, sordi, politicamente vuoti. Ma qui non ci si arrende, e continueremo a riempire di musica e parole questa notte affinché finisca prima possibile.

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5 commenti

  1. Giorgio, è il Sindaco che lo rende pubblico perché la sua pagina di Facebook è aperta [almeno lo era fino a ieri sera] a chiunque. E abbiamo innumerevoli esempi di personaggi politici anche stranieri, che con i social network ci hanno fatto la campagna elettorale. Per cui, essendo cose scritte da un personaggio pubblico su una pagina aperta a “tutto” il pubblico”, automaticamente diventa “pubblico”. E’ che, lo dico con rispetto, i personaggi pubblici dovrebbero usare con più cautela i suddetti social network e molti dovrebbero fare corsi di comunicazione accelerati.

  2. Pingback: » Il caldo consiglio comunale di ieri sera [II]

  3. Sono d’accordo con te.
    E’ ovvio che quello che ha scritto il Sindaco è pubblico, sia perché scritto con l’intento di essere pubblico (come tutto quello che scrive su facebook) sia perché “tecnicamente” pubblico, e cioè accessibile anche ai “non amici” (inteso sempre come “amicizia di facebook”).
    Spiego solo meglio quello che intendevo dire: solitamente quello che succede su facebook non lo “utilizzo” qui per evitare di mischiare cose “pubbliche” con cose “private”, dato che tra i miei “amici” su facebook c’è sia il sindaco sia altri “avversari” politici. E’ una “precauzione” che mi sono dato di utilizzare, tutto qui.

    Tu non hai infranto alcuna privacy, ovviamente.
    Il mio riferimento al fatto che tu hai pubblicato le parole del Sindaco sul tuo blog era come a dire che comunque stavo “violando” questa mia regoletta solo in parte, dato che già era diventato “ancora più pubblico”. Non so se riesco a spiegarmi, mi rendo conto che è un ragionamento un po’ contorto 🙂

  4. Ho capito benissimo e peraltro oggi Loredana Grita, facendo un po’ di confusione tra blog e FB, ha a sua volta reso pubblica la questione sul Secolo XIX.

  5. Pingback: Consiglio Comunale del 14 marzo 2011 | il blog di Giorgio Montanari - Consigliere Comunale a Imperia

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