il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 14 marzo 2011

Innanzitutto devo imparare a calibrare i miei giudizi. Il mese scorso scrivevo che avevo assisstito alla peggior seduta di consiglio della mia carriera, ma ieri sera si è superato ancora di più il limite.

Per capire cos’è successo bisogna inquadrare la situazione, e mi scuserete se andiamo nel tecnico, ma mi è indispensabile. Si parte da una mozione, presentata nello scorso novembe da Indulgenza di Rifondazione, che da allora aspetta di essere discussa. Si riferisce ai rappresentanti del Comune nella Porto di Imperia S.p.A. e ne chiede le dimissioni. Poi c’è la convocazione che tutta la minoranza ha richiesto ai sensi del regolamento, per fare una discussione sul porto che si sarebbe dovuta svolgere lo scorso consiglio (poi sappiamo com’è andata).

Anche la maggioranza aveva annunciato in pompa magna la convocazione di un consiglio comunale: anche in questo caso si sarebbe dovuto tenere da regolamento lo scorso mese, ma poi il PdL aveva deciso di voler aspettare la decisione del tar per affrontare la discussione che proponevano, e quindi l’avevano ritirata. Non potendo “eliminare coattamente” anche la nostra, al momento di iniziarla proposero e votarono il rinvio.

Nel frattempo arriva la sentenza del TAR, e l’Amministrazione (e non più il PdL come gruppo consiliare) decide di proporre una propria delibera. Si tratta di poche righe che consistono nel dare al Sindaco la facoltà di delegare il suo vice a compiere tutti i passaggi necessari per evitare richieste di risarcimento da parte dei privati (ivi compresa la rinuncia a impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato).

Per forza di cose questa delibera viene messa “in coda” alle altre due, entrambe presentate ben prima. E come per ogni delibera, tra l’approvazione da parte della Giunta e la discussione in Consiglio, è necessario fare un passaggio nella commissione competente. La Giunta approva la delibera venerdì, per cui l’unico giorno in cui era possibile fare la riunione di commissione era proprio ieri. La Commissione III viene convocata per le 13.30.

Sempre ieri viene anche convocata la conferenza dei capigruppo, per stabilire data e ordine del giorno del prossimo consiglio (per la cronaca, sarà martedì 22). Alla riunione dei capigruppo partecipo io per il PD, in sostituzione di Paolo Verda; siamo convocati alle 13, ma tra una cosa e l’altra (il vicesindaco era in ritardo “perché a colloquio con i vertici della Porto di Imperia”) cominciamo con ampio ritardo. Nel frattempo il Sindaco, alle 13.30 spaccate (così puntuale che nemmeno in Svizzera) va ad illustrare la pratica in commissione.

Quando finisce la riunione dei capigruppo, la riunione di commissione è già bella e terminata. E’ durata circa 20 secondi. Ai “monogruppi”, ovvero i gruppi formati da un solo consigliere (FLI, RC, SEL, IdV, Lista Civica, UdC) di fatto è stato impedito di partecipare, non avendo nessuno – che io sappia – il dono dell’ubiquità. Durante la riunione dei capigruppo, invece, tutto fila liscio: approviamo l’ordine del giorno per il 22 e confermiamo quello per la serata.

Scoppia anche una polemica alla fine della riunione di commissione. Dopo tante volte che la minoranza ha aspettato per delle mezz’ore che arrivassero i vari assessori, questa volta non si è usata nemmeno l’eleganza di aspettare 10 minuti la fine della conferenza capigruppo. Da notare che detta polemica alla fine dura più della riunione stessa.

Arriviamo al consiglio: ammetto che il presentimento di quello che sarebbe potuto succedere l’avevamo avuto, ma non avendo avuto “segnali” in tal senso dai colleghi di maggioranza (incontrati innumerevoli volte negli ultimi giorni) ingenuamente pensavamo che per una volta si sarebbero comportati correttamente.

E invece no: comincia il consiglio comunale, e subito il capogruppo del PdL chiede l’inversione dei punti all’ordine del giorno. Il PdL vuole a tutti i costi iniziare con la pratica dell’Amministrazione partorita venerdì e non dalle nostre, che per un motivo o per l’altro sono sempre state rinviate. Il motivo di questa ostinazione non è solo “politico”, ma anche tecnico: facendo i conti della serva, tra la mozione di Indulgenza e il punto della minoranza se ne sarebbero volate via come minimo 3 o 4 ore. A quel punto i giornalisti non sarebbero più stati in tempo per scrivere della maggioranza sulle uscite di oggi; ImperiaTV non lo avrebbe più mandato in onda in prima serata, e poi ci sarebbe stato un assopimento generale che avrebbe potuto togliere a Sindaco e Vicesindaco la “verve” e lo slancio necessari per dar fiato alle trombe come avrebbero voluto.

Il (nostro) consiglio comunale finisce lì: davanti all’ennesima prova di un’assoluta prepotenza, mancanza di eleganza, arroganza, chiamiamola come vogliamo, abbiamo deciso di prendere e andarcene. E loro sono rimasti lì a suonarsela e cantarsela, dando ampio sfogo della loro consueta e banale retorica davanti a delle sedie vuote.

Tra l’altro, se fossimo rimasti, sarei stato curioso di vedere come si sarebbe comportata la maggioranza alla fine della discussione del loro punto: probabilmente, ma ovviamente non posso dimostrarlo, se ne sarebbero andati tutti a casa, facendo mancare il numero legale e costringendo all’ennesimo rinvio i nostri due punti.

Non è comunque stata una resa, ma un atto estremo che non avremmo voluto fare. Non mi piace sottrarmi al confronto, e come tutti gli altri mi ero anche preparato molto sugli interventi, studiando tutte le carte che ormai sono vagonate. Ma c’è un limite, e siamo stufi di questo comportamento.

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