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"U comitatu"

Su La Stampa di oggi c’è una sorta d’invettiva dei promotori del Comitato per la copertura dell’Impero contro i progetti degli studenti della facoltà genovese di Architettura che avevo commentato qualche giorno fa.

Secondo gli intervistati, i professori avrebbero mancato di “sensibilità” nei confronti dei problemi viabilistici di Imperia, che a loro dire non possono essere risolti solo con piste ciclabili.

Non è tanto per i 33 allievi, ma per i loro sei docenti. Colpisce la totale assenza di sensibilità ai problemi dell’Imperiese: non un parcheggio, nonostante la nuova stazione ferroviaria, nè un’attenzione al traffico giù supercongestionato (basta pensare all’Argine Destro), ma piste ciclabili

Si chiede Savini: «Quanti insegnanti sanno che nelle ore di punta, per recarsi da Diano Marina a Porto Maurizio, non più di 8 km complessivi, non bastano 45 minuti. Come si può risolvere tutto soltanto con le piste ciclabili?».

E ancora:

Ciò che gli imperiesi lamentano sono le frequenti paralisi viarie e soprattutto la mancanza di posteggi. Molti visitatori in arrivo da fuori, anche da lontano, per fare acquisti nei negozi di Oneglia spesso tirano dritto e se ne vanno senza fermarsi, perchè non trovano un luogo di sosta. Ma i vari progetti che vengono proposti pare che ignorino questo problema

Innanzitutto qualcuno dovrebbe spiegar loro per bene che quei lavori vanno presi per quel che sono, e cioè esercizi di stile che mostrano come la fervida immaginazione di uno studente possa partorire un casinò cubico nel mezzo del porto di Oneglia e un arcipelago di isolette davanti a S. Lazzaro.

E poi siamo tutti d’accordo che una pista ciclabile non risolve i problemi di una città, chi l’ha mai detto? Nessuno, ma in questa maniera si cerca furbescamente di sottintendere che sia questo il senso dei 5 progetti in esposizione nel cremlino. Pensarla così vuol dire essere lontani dalla realtà, e per constatarlo è sufficiente andare a sbirciare da vicino disegni e plastici.

Sembra un po’ un pretesto per fare la solita polemichina estiva, un capriccetto basato sull’errata valutazione di un qualcosa che non ha per niente la velleità di rivoluzionare l’urbanistica imperiese, semmai quella di poter fornire qualche utile – e gratuito – spunto.

Alla fine una proposta interessante arriva da Lucetto Ramella:

In conclusione, la proposta «provocatoria» di Ramella: «Perchè non invitiamo gli studenti della Facoltà di Architettura di Nizza a fare uno studio analogo e ad esporre poi i loro bozzetti al Cremlino per fare un confronto? Sarebbe uno scambio culturale molto interessante. E il Polo universitario imperiese potrebbe fare da tramite».

A me sembra un’ottima idea: sicuramente gli studenti nizzardi ci spiegherebbero come e perché negli ultimi anni i loro concittadini hanno deciso di stravolgere totalmente il centro città, letteralmente impedendo l’accesso nelle zone principali a tutti i veicoli privati (biciclette ovviamente escluse) e potenziando i trasporti pubblici con una nuova rete su rotaie.

Soluzione peraltro simile a quella adottata in uno dei progetti esposti, ma che evidentemente dev’essere sfuggita ai suddetti illustri ed indignati membri “d’u comitattu”.

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