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candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

L'acqua del Sindaco

Nel Consiglio Comunale di domani si discuterà prevalentemente del Porto, ma non manca un’interrogazione della consigliere Gabriella Badano (Verdi) che pone l’attenzione sull’acqua. Non quella su cui si adageranno presto enormi panfili. Quella da bere.

Sono queste le richieste che contiene:

1) di disporre che le bollette dell’Amat di pagamento dell’acqua potabile siano accompagnate dal depliant informativo che illustra i valori dell’acqua distribuita e li confronta con i parametri di legge

E’ una buona idea: la sensibilizzazione parte anche dal confronto economico e qualitativo con l’acqua che siamo soliti comprare in bottiglia. Allegare un depliant alle bollette potrebbe essere un primo passo.

2) di utilizzare, in Consiglio Comunale ed in sala Giunta acqua del rubinetto in caraffa

Cambierà poco perché non credo che i nostri consiglieri bevano come cammelli, ma è sicuramente condivisibile l’idea che il buon esempio dev’essere dato (anche) dagli Amministratori.

3) di promuovere una campagna informativa, tramite manifesti e materiale informativo per promuovere “l’etichetta dell’acqua del rubinetto”

Anche questa è una buona idea: ci sono Comuni (come scrivevo tempo fa) che investono molto sull’acqua pubblica, distribuendo caraffe a tutte le famiglie. L’uso dell’ “Acqua del Sindaco”, come la chiama qualcuno, non può essere “forzato”: bisogna prima di tutto far capire perché è una scelta buona e giusta.

Infine:

4) di utilizzare, a partire dal prossimo anno scolastico, nelle mense scolastiche, come già in atto in Comuni della Provincia, l’acqua del rubinetto, prevedendo controlli periodici aggiuntivi dell’acqua che giunge nei diversi Istituti scolastici

L’acqua in bottiglia costa di più, il suo trasporto inquina, così come inquinano le montagne di PET (le bottiglie vuote) che devono essere smaltite. Comuni virtuosi già da tempo hanno sostituito quella industriale con l’acqua del rubinetto. Le mense dovrebbero adeguarsi e predisporsi di caraffe. Con un impianto di depurazione aggiuntivo, eventualmente, in modo da scongiurare qualsiasi problema alla rete idrica.

Tutto questo è – giusto per restare in tema – solo una goccia nel mare per quanto riguarda il “problema acqua”. Forse non ce ne rendiamo conto ma, complice il DL 112 firmato da Tremonti, la situazione potrebbe precipitare.

La ricetta che propongono Pallante e Grillo è ben più articolata, ma ovviamente (figuriamoci!) non siamo pronti per affrontare il tema in maniera così radicale. Ci vorranno anni, purtroppo, prima che si prenda coscenza del problema per intero. Questo il decalogo:

1. L’acqua deve rimanere pubblica
2. Definire una quantità pro-capite giornaliera minima gratuita e far pagare il surplus a costi crescenti in relazione alla crescita dei consumi
3. Nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni: obbligo del doppio circuito, acqua potabile per gli usi alimentari e non potabile per gli altri usi, obbligo di usare l’acqua piovana per gli sciacquoni
4. Obbligo del recupero delle acque piovane in vasche di accumulo
5. Incentivazione, dovunque sia possibile, degli impianti di fitodepurazione
6. Ristrutturazione della rete idrica per ridurne le perdite, con gare d’appalto che consentano di trasformare i risparmi sui costi di gestione in quote d’ammortamento degli investimenti (sul modello delle esco)
7. Rilevazione semestrale inquinamento corsi d’acqua nel territorio comunale con eventuale denuncia alle autorità competenti
8. Obbligatorietà di adozione dei depuratori (in assenza di rete fognaria) nelle abitazioni civili e nelle aziende con possibile contributo economico comunale
9. Promozione uso acqua potabile comunale
10. Promozione detersivi a basso livello di inquinamento

Chissà, se la Badano trovasse approvazione alle sue richieste, il penultimo punto sarebbe già a posto. Ne rimarrebbero solo altri 9.

Aggiornamento: si parla anche di abbandonare l’uso delle stoviglie di plastica.

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