il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Il bollettino di oggi

Bollettino quotidiano della crisi politico-portuale. Imperia, addì 3 Aprile

Quando qualche giorno fa è uscita la proposta di Vinti, avevo buttato giù le prime impressioni della sua exit-strategy per (sintetizzo) disfarsi di Acquamare e far terminare il porto a qualcun altro salvando capra e cavoli.

Dopo due giorni il Sindaco già rispondeva a Vinti, definendo la proposta “irricevibile” e “allarmante” e anche accusandolo – per niente velatamente – di aver scritto per conto e nell’interesse del socio Acquamare S.p.A. anziché per conto della società che presiede: la Porto di Imperia Spa. Dunque Strescino, e magari anche chi lo sta consigliando in questo periodo, devono aver avuto le mie perplessità. Per inciso: ad oggi Vinti non ha chiarito la questione dell’ipoteca. Ma indipendentemente dagli aspetti tecnici, non ci vuole un genio per capire che anche con tutte le intenzioni sarà ben difficile che tutto si riesca a sistemare senza che qualcuno ci rimetta qualcosa. A “tarallucci e vinti”, come scrivevo. E’ razionalmente poco plausibile che nonostante i soldi che probabilmente se ne sono andati chissà dove, come sostiengono dice l’accusa, si riesca a praticare una soluzione che  più o meno non deluda nessuno. Per dirlo con altre parole: l’inghippo ci deve pure essere, da qualche parte.

Fermo restando questo discorso, e tenendo presenti i dubbi che avevo e che ho tutt’ora sull’accordo con Acquamare c’è anche da dire che l’idea di tentare una transazione non è così peregrina. Ha un suo fondamento dato che non mi pare ci siano altre vie nel caso in cui si voglia salvaguardare gli acquirenti dei posti barca e la Società (ma non è detto che lo si voglia, beninteso). E quindi il Sindaco in totale autonomia, e nel giro di pochissimo, ha preso una decisione piuttosto importante, rifiutando l’approccio transativo con toni che non lasciano certo spazio a ulteriori agreement. L’opposizione non mi pare che abbia commentato tutto questo più di tanto, perché alla fine va bene così. Invece il  PdL, o quel che ne resta, non è per niente contento del secco rifiuto ma è troppo affannato a sprecarsi in comunicati accessori piuttosto che tentare di imporsi in questioni un po’ più fondamentali.

Oggi arriva la risposta del Vinti al “no, grazie” si Strescino. E ci è andato giù pesante, il ragazzo. Dice che ha agito per il bene della Società. Dice che da quando c’è lui i rapporti col Comune sono migliorati (e anzi: sostiene pure che non è stato Strescino a scrivergli di proprio pugno altrimenti avrebbe usato ben altri toni vista la cordialità tra i due). E poi dice ancora una cosa: che prima di presentare la proposta al Comune, ha chiesto l’approvazione da parte del CdA, in cui siedono anche membri nominati da Strescino stesso. E indovinate cosa come si sono espressi? Tutti favorevolmente.

Strescino intanto annuncia azioni legali a destra e a manca, e informa che il Comune compie indagini interne su alcune pratiche urbanistiche. Avvocati, parte civile, azioni di responsabilità, commissariamento della Spa, danni a questo e a quello, demolizioni subito, e così via. Per rendere l’idea, possiamo ipotizzare che se fosse legalmente possibile, avrebbe già inforcato una mazza ferrata e starebbe notte e dì a tirar colpi sui pilastri del capannone per farlo cadere e far vedere quanto sia rinsavito. Tutta la scena nel tripudio generale del “fa il bene della città”, ovviamente.

E poi nel pomeriggio è arrivata la proposta di SEL (la consigliera Nattero ne sa sempre una più del diavolo): mozione di sfiducia da presentare dopo il Consiglio del 12. Così da chiudere baracca e burattini con una bella votazione nominale in cui tutti i consiglieri sono chiamati uno per uno a dire SI o NO al proseguimento dell’amministrazione. Per me è NO. Vediamo se ce ne saranno altri 20.

Commenti

commenti

Powered by Facebook Comments

Commenti (per chi non usa Facebook)

I campi obbligatori sono contrassegnati con *.