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La "exit strategy" di Vinti

E’ da leggere molto attentamente quanto scrive Vinti, l’attuale Presidente della Porto di Imperia S.p.a. che tira fuori una corposa strategia per punti che segue – a quanto si capisce – un raggiunto accordo con l’Acquamare S.r.l.

Riassumendo, si tratta di togliere di mezzo l’Acquamare stracciando il contratto di affidamento dei lavori. Acquamare smetterebbe di lavorare sul porto e rinuncerebbe a tutte le opere a terra (non ancora terminate). Poi si dovrebbe procedere con una perizia per capire se la permuta è congrua oppure no in maniera da “riequilibrare le spettanze”, mettendo “a pegno” tutto il proprio patrimonio e cioè i posti barca non venduti e quelli che si libereranno alla fine dei periodi di “affitto a termine”.

Non solo: l’Acquamare offrirà al Comune anche le proprie azioni, sempre in pegno, portando il Comune alla maggioranza assoluta. Secondo Vinti, una volta fatti questi passaggi (che, sempre stando a Vinti, consentirebbero una rimodulazione delle opere a terra tramite variante) la Società potrebbe riappaltare (con gara europea, supermondiale, galattica, trasparentissima e bellissima) il completamento del porto a una nuova ditta, pagandola tramite credito bancario.

E con la concessione attualmente in bilico? Anche lì, problema risolto (secondo Vinti): visto che ci dev’essere una nuova gara il Comune può annullare il proprio diniego per “sopravvenuti motivi di interesse pubblico” assegnando un nuovo termine per il completamento dei lavori.

A me pare molto una soluzione tarallucci e vinti che non tiene conto di alcuni piccolisssssimi dettagli. Per esempio: l’ipoteca sul porto dove va a finire? I 280.000.000 € sono stati prestati dalle banche alla Acquamare, ma avvalendosi dell’ipoteca su beni della Porto di Imperia. Continuiamo a pagarla noi, per di più accendendo un altro mutuo sempre con le banche per finire gli stessi lavori?

E a proposito di lavori, tutti i “puffi” attuali che fine fanno? Vengono trasferiti alla Spa pure quelli? E quali sono nel dettaglio le pendenze della società verso fornitori, etc?

E in ultimo: se è vero, come appare, che la concessione demaniale alla Porto di Imperia potrebbe essere stata viziata a monte, cosa ce ne facciamo dei posti barca che gentilmente Acquamare lascia a noi nel momento in cui la concessione intera dovesse risultare non valida?

Questi i primi dubbi che mi sono venuti a caldo.

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