A giugno sono stato a Bruxelles. Dopo un paio di intense giornate al Parlamento Europeo tra proficui incontri, interessanti approfondimenti, imperdibili workshops (tra cui un soporifero discorso di D’Alema al convegno dei Socialisti) e infine gli immancabili boccali notturni dell’ottimo luppolo fermentato di cui i Belgi sono grandi produttori, gironzoliamo per il centro in attesa di ripartire verso l’aeroporto. Davanti alle colonne della storica Beurse ci sono striscioni colorati e cori. Mi viene spiegato che tutti i comizi e i sit-in si fanno su quelle scale, un po’ come da noi Piazza della Vittoria o la Prefettura, per intenderci: se c’è da manifestare, si va lì. Prende il megafono un occhialuto codino bianco, e urla slogan in francese. E’ Pannella? Mi avvicino: è proprio Pannella. Sostiene la Comunità del popolo del Mali contro le violazioni dei diritti umani nel Paese africano. Ci saranno stati una trentina di attivisti davanti a una folla di passanti, di turisti e di curiosi. Aspetto un momento di pausa e vado da lui; non avendo nulla di più originale da comunicargli gli dico semplicemente “grazie per le tue battaglie”. Sorridente mi stringe la mano e mi augura in bocca al lupo.
Marco Pannella da un paio di giorni ha deciso di accettare qualche flebo, dopo essere arrivato a un passo dal peggio a causa dell’ennesimo sciopero della fame e della sete che porta avanti da 11 giorni. Perché? Pochi se lo chiedono, pochi lo dicono. Ho verificato sul campo che l’uomo della strada effettivamente non lo sa, anche perché i telegiornali sono più interessati al quadro clinico e al brindisi con Schifani che al nocciolo del problema. E così mi sono reso conto di quanta verità ci sia in questo post di Gilioli:
La cosa più impressionante della vicenda Pannella [..] è che quasi nessuno sa perché sta facendo quest’ultimo sciopero della sete.
Troppe volte ha usato quell’arma nonviolenta – gandhiana, dice lui – fino a inflazionarla in una non-notizia, fino a ottenere l’effetto opposto: cioè l’indifferenza e il silenzio.
Eppure ha insegnato molte cose a tutti, Pannella, piaccia o non piaccia […].
Probabilmente morirà presto, se non a questo giro il prossimo: d’altro canto ha pure 82 anni e un fisico a pezzi dopo troppi digiuni e troppe sigarette.
Forse a quel punto tutti sapranno perché stava facendo lo sciopero della sete. E di sicuro vedremo file di politici in auto blu esprimere tanto cordoglio in pubblico, tutti contenti in privato di essersi tolti dai piedi quel vecchio rompicoglioni.
19 maggio 2016 a 21:44
mito