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Movida: Villa Grock, Grillo e i Subsonica

E’ già da qualche anno – direi dalla fine del restauro – che Villa Grock è diventata la cornice di eventi di diverso genere: matrimoni, proiezioni all’aperto, mostre, spettacoli circensi e incontri vari (proprio questa sera è in programma quello con Il Fatto Quotidiano). E musica. Sì, musica. Quella che piace ai gggiovani, quella che fa boom boom boom. Quella che non è musica, è rumore. Ecco, quella.

Poi succede che qualcuno che abita lì vicino decide scattare qualche foto a un paio di bottiglie di birra in stato di abbandono post-festa e di mandarle ai giornali online allegate a un’email lamentosa. Email in cui peraltro si ammette che la musica ha sforato di soli 10 minuti ed è terminata alle 00:10 (ripeto: mezzanotte-e-dieci) ma purtroppo – udite udite! – gli schiamazzi sono durati fino alle 1:15 (ripeto: una-e-un-quarto).

Davanti a questa situazione a dir poco incresciosa e intollerabile, la Provincia che fa? Toglie l’uso della Villa all’Associazione che stava organizzando quelle serate. Motivo: l’aspetto ludico supera l’aspetto culturale.

Già, così non va mica bene cari ragazzi. Quella musica lì, che non è musica è rumore, vi fa divertire troppo – assieme all’alcool che tracannate. E non importa se nel frattempo siete comunque entrati a Villa Grock, avete scoperto che esiste e l’avete visitata, e avete visto una mostra di fotografia o di pittura, oppure assistito a uno spettacolo visuale, e soprattutto se siete stati voi a organizzare tutto quanto, con responsabilità e capacità, senza guadagnarci nulla e rischiando magari di perderci pure qualcosa. Eh no, vi abbiamo visti: eravate così goduti, col vostro drink in mano, che è impossibile che possa trattarsi di cultura. Il vostro è solo sballo, ammettetelo. Perché la cultura è fatta di silenzi, di mestizia, di bianco e nero. Mica di colori, mojito e musica house.

Questa vicenda triste si collega con questo bel post di qualche giorno fa, che vi consiglio di leggere. L’ha scritto Max Casacci, del gruppo torinese Subsonica; uno che sulla movida, sulla vita notturna, sulla musica applicata alla cultura (e sulla cultura applicata alla musica) può dire la sua. Risponde a un intervento di Beppe Grillo su quel che sta accadendo a Parma, dove la neo-giunta a cinque stelle ha probabilmente compiuto il primo clamoroso passo falso. Anche lì, un passo avanti verso la tristezza.

Tu, dovresti venire qui e imparare come è stato riqualificato il quartiere San Salvario, un luogo (classico quartiere multi-etnico vicino alla stazione) che dieci anni fa, secondo TG e quotidiani nazionali, appariva un girone infernale di spaccio , delinquenza e degrado, in confronto al quale lo Zen di Palermo o le vele di Scampia parevano il Principato di Monaco.

Ovviamente i giornalisti esageravano, ma gli abitanti del quartiere, alcuni dei quali ora protestano per il vociare dei ragazzi per strada, invocavano l’esercito. Le armi. Nella versione 2.0, le Ronde.

In cambio sono stati proposti , licenze per locali, luci accese nella notte, associazioni interculturali. E ha funzionato.

Ti potrei anche raccontare che i ragazzi di mezza Italia, quelli che una volta vedevano Bologna (e qui apro una parentesi che chiuderò proprio sulla necropoli Emilia), come città ideale qualità degli per studi, qualità e costo della vita, stimoli, relazioni., opportunità, oggi vengono a studiare e a vivere Torino. Anche perché nella città notturna ci si incontra, ci si sfoga, ci si diverte, e contrariamente a quanto afferma qualsiasi benpensante, si cresce. Almeno noi siamo cresciuti lì, a quelle ore lì e insieme a noi sono cresciute le persone e alcune tra le professionalità migliori che abbia incontrato, non solo in campo artistico.

 

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  1. Pingback: It’s a long way to the top if you wanna Villa Grock « Alessandro Lanteri's Blog

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