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Perdere le primarie (con stile)

Vermin Supreme (foto by Craig)

A Genova abbiamo perso le primarie. Si può dire – e c’è chi lo dice – che “le primarie non si perdono mai”, nel senso che sono una vittoria dell’essercizio della democrazia, della partecipazione dal basso, eccetera. Ma è anche vero che quando c’è una competizione c’è sempre chi vince e c’è sempre chi perde. E il PD ha perso. Tre volte. Ha perso tramite la candidata Marta Vincenzi, tramite la candidata Roberta Pinotti, e infine ha perso in prima persona: perché tra spaccature, veleni, e scelte politicamente sbagliate (almeno, se viste col senno di poi) il prossimo Sindaco di Genova non sarà del PD. E non la chiamerei una vittoria, né tantomeno un pareggio.

Sostengo le primarie e la loro utilità da sempre, e come tutti gli strumenti bisogna saperli utilizzare. Nello Statuto del PD si fa pure una distinzione tra i casi di rielezione, come a Genova, e gli altri; e mi pare una cosa piuttosto logica. Salvo errori madornali, impopolarità dilaganti e conclamate, gravi deficit morali/personali/giudiziari, il buon senso vorrebbe che non si vada alle primarie, ma ci si rigiochi il tutto per tutto sull’uscente senza cercare altri cavalli su cui puntare. Evidentemente a Genova esisteva almeno uno di questi (o di altri) pregiudizi, e siamo arrivati al traguardo con un PD dimezzato a furia di tenere i piedi nelle staffe di due cavalli diversi (partiti come purosangue ma che ora sembrano ronzini). E un bel sacco pieno di pive. Anzi, più che dimezzato diciamo pure un PD decapitato, dato che sia il Segretario Regionale Lorenzo Basso sia quello provinciale Victor Rasetto si sono dimessi, ammettendo di non aver capito un bel niente di come si stavano muovendo le cose nella loro città e di cosa fosse giusto per il bene del Partito.

Detto questo, si registrano le non troppo ponderate invettive-del-giorno-dopo di Marta Vincenzi, continuate oggi a ruota libera (d’altronde: come darle torto se finalmente ha deciso di sfogarsi?). In particolare c’è questo passaggio:

Il presidente degli Stati Uniti dopo 4 anni non fa le primarie. Pensi un po’ se a Obama adesso gli avessero fatto fare le primarie contro la Clinton? Come ne sarebbe uscito? Io ci ho sempre pensato a Obama in questi anni

La Vincenzi, evidentemente ancora ebbra dopo i morsi dal PD e le sberlone da Doria, parla senza conoscere i fatti. Usa un esempio sbagliato (definito reductio ad Obamam). Delle primarie democratiche americane 2012 non parla nessuno perché Obama le sta stravincendo ovunque, ma ci sono eccome. Per la cronaca, tra i suoi avversari c’è pure questo eccentrico artista, tal Vermin Supreme.

 

 

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Un commento

  1. “Quattro presidenti uscenti si sono visti negare la nomination dagli elettori del loro partito: il democratico Franklin Pierce, nel 1857; Millard Fillmore, del partito Whig, nel 1853; il democratico Andrew Johnson nel 1868; il repubblicano Chester A. Arthur nel 1885. (…)In altre occasioni le elezioni primarie sono state comunque decisive nella mancata candidatura o rielezione di presidenti uscenti. Lyndon Johnson nel 1968 si era candidato alla rielezione e inizialmente era stato sfidato alle primarie da Eugene McCarthy: dopo una vittoria di stretto margine in New Hampshire e la candidatura di Robert Kennedy, decise di ritirarsi. Ancora: nel 1951 il Congresso americano aveva deciso di porre nella Costituzione un limite di due mandati consecutivi per ogni presidente, esentando però da questa norma il presidente in carica all’epoca, Harry S. Truman. Questo aveva già fatto due mandati e nonostante una grave impopolarità nel 1952 si candidò a un terzo mandato, ritirandosi dopo aver perso le primarie del New Hampshire contro il senatore del Tennessee Estes Kefauver.”

    Questo per dire come funzionano gli USA.

    Mi sembra di ricordare che la Vincenzi era strenua sostenitrice delle doparie, ai tempi del congressone. Tempus fugit.

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