In merito all’approvazione del Regolamento sui servizi sociali, riteniamo sia doveroso sottolineare come il Partito Democratico, al pari degli altri partiti di opposizione, abbia condiviso con la maggioranza e i responsabili degli uffici il percorso che ha condotto all’elaborazione del testo giunto in Consiglio.
Posto che il criterio guida, poiché si parla di fruizione di servizi sociali, deve essere quello dell’urgenza dei bisogni, dispiace non aver potuto votare favorevolmente il testo finale del regolamento così come emendato dalla Lega Nord; la quale, per finalità sfacciatamente elettorali, ha ritenuto necessario apportare una modifica al criterio di assegnazione degli immobili comunali, ossia alle c.d. “case parcheggio”.
Di fronte al blitz della Lega, avente l’unico palese intento di sottolineare la propria anacronistica ideologia razzista, il PdL, non senza qualche evidente imbarazzo, ha permesso anche con le proprie astensioni di approvare modifiche che segnano un passo indietro rispetto al perseguimento di reali politiche di integrazione, accoglienza e uguaglianza, come incredibilmente lo stesso Assessore Ranise aveva auspicato nella sua relazione.
E pensare che solo pochi giorni fa lo stesso gruppo del PdL bocciava la nostra proposta di imporre il limite dei 15 minuti di ritardo massimo perché “sarebbe servito approfondire in commissione”. Nel caso del regolamento dei servizi sociali, invece, nonostante le 6 sedute di commissione e i tentativi di Ranise di giungere a un testo unanimemente condiviso, la Lega Nord ha proposto, o meglio “imposto”, all’Amministrazione due emendamenti dell’ultimo minuto.
La sostanza è che il maggior partito cittadino, che da solo ha i numeri per amministrare la città, è caduto nel tranello dei suoi alleati licenziando un testo normativo che produce effetti del tutto aberranti.
Infatti il primo emendamento proposto dalla Lega Nord introduceva tra i criteri per l’assegnazione delle case parcheggio quello di essere “cittadini residenti”, con la palese intenzione di limitare l’accesso ai soli soggetti di nazionalità italiana.
E’ parso subito pacifico che tale modifica del testo lo rendeva incostituzionale, e per salvare le apparenze la consigliera Maria Teresa Parodi ha specificato che era da intendersi “abitanti residenti”, trovando così il voto favorevole di parte della maggioranza.
Non solo il testo approvato rimane ingiustamente discriminatorio, nonché inaccettabile per ogni persona di buon senso, ma grazie all’ulteriore modifica proposta dalla Lega è paradossalmente diventato addirittura contrario ai loro stessi intendimenti.
La Lega come spiegherà ai suoi elettori che una persona in stato di bisogno, per esempio nata e vissuta a Prelà e trasferita a Imperia cinque anni fa, adesso ha meno diritto di soddisfare le proprie esigenze abitative rispetto a chi invece risiede a Imperia da sei anni, fosse anche uno di quegli extracomunitari che tanto infastidiscono il partito di Bossi e Calderoli?
La responsabilità di amministrare impone anche il dovere di ben ponderare i testi normativi che si intende approvare, senza mai creare alcuna discriminazione.
Il tutto è stato condito da un’insostenibile conduzione del Consiglio da parte della Presidenza, che ha dispensato ininterrottamente interpretazioni arbitrarie del regolamento spacciandole per prassi. Nell’ordine ha: impedito di illustrare gli emendamenti proposti da Indulgenza (RC); quasi negato a Gian Luca Lanteri (PdL) di dichiarare il proprio voto dissenziente rispetto al Gruppo; accolto un emendamento orale di un emendamento pochi istanti prima del voto.
Sia chiaro che l’Amministrazione non può continuare a pensare di avere collaborazione e condivisione da parte nostra se proseguirà ad utilizzare, sempre e su ogni aspetto, formale e non, due pesi e due misure.
(I Consiglieri Montanari, Olivieri e Zagarella – PD)
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