il blog di Giorgio Montanari

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Tanto fumo e pochi Meloni

Ho appena letto su Sanremonews gli apprezzamenti dell’Anga provinciale al Ministro Meloni. I giovani agricoltori sono soddisfatti perché la giovane ministra ha dato il proprio nome a una legge costituzionale con cui si arriverà a poter essere eletti alla Camera a 18 anni (anziché gli attuali 25) e in Senato a 25 (anziché gli attuali 40), equiparando l’età minima tra elettorato passivo e attivo.

Ovviamente ora tutti a dire ‘viva la ministra che fa strada aigggiovani’, ma non è tutto oro quel che luccica. Innanzitutto vorrei capire come mai il partito della giovine Giorgia ha bocciato vari emendamenti, tra cui quello di Vassallo (PD) che proponeva di uniformare anche l’età minima per essere elettori del Senato, portandola a 18 anni. Eh sì, perché quando la ‘legge Meloni’ sarà definitivamente approvata, i diciottenni potranno diventare Deputati (e quindi legiferare) ma ancora non potranno votare il Senato fino a quando non avranno spento le loro 25 candeline.

E poi, proprio riguardo all’età, mi trovo d’accordo con quanto ho sentito dire oggi qui a Cortona – dove mi trovo per seguire la scuola di formazione politica del PD – dal nostro On. Fioroni. E cioè: c’è un’età per tutto: d’accordo fare largo ai giovani eccetera, ma davvero pensiamo che un/a ragazzo/a di 18 anni, che per intenderci sta frequentando il quarto o il quinto anno della scuola superiore, sia adatto a sedere in Parlamento? Se avessimo una legge elettorale ‘normalmente democratica’, con le sue belle preferenze, allora risponderei di sì, perché se davvero esistesse qualche enfant prodige tanto conosciuto e preparato da avere il necessario consenso per essere eletto appena maggiorenne, allora non vedrei motivi validi per togliergli questa possibilità. Ma visto che ora come ora – al netto dell’esito che avrà il referendum anti-porcellum – il nostro è purtroppo un Parlamento di nominati, veramente crediamo che questa legge porterà un sincero e reale ‘ricambio generazionale’, e in Parlamento nuove ed eccelse menti di altrettanto eccelsi diciottenni? Oppure, ben che vada, nelle liste comparirà qua e là qualche giovanotto che con la sua faccina ggiovane farà da specchietto per le allodole, con l’unico obbligo di rispondere al proprio capo-partito per ringraziarlo della poltrona che gli è stata offerta?

Va bene, la c.d. legge Meloni comunque sia migliorerà lo stato delle cose, anche se di poco. Ma da qui ad applaudirla per aver aperto le porte alla rappresenzanza giovanile in Parlamento, ce ne passa. Di ostacoli ce n’è ancora molti, e sono ben altri.

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