il blog di Giorgio Montanari

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Porcellum allo spiedo

Questi sono gli ultimi giorni utili per le firme anti-porcellum. Già da qualche giorno non ne posso più raccogliere, perché ho finito tutti i moduli disponibili; in extremis ne abbiamo recuperato ancora qualcuno che arriverà da Genova domani, per un ultimo banchetto stradale. Anche all’Ufficio Elettorale hanno esaurito i moduli che il comitato promotore ha inviato a tutti i maggiori Comuni. Insomma, un buon risultato che lascia presagire un lieto fine.

Nel frattempo, forse proprio perché sembra che i numeri (mezzo milione di firme entro la fine del mese) ci siano, c’è chi cerca di salire in anticipo sul carro dei vincitori. Per esempio Fini e il suo capogruppo alla Camera Della Vedova, che oggi è andato a firmare.

Il PD invece, mi duole dirlo, ancora barcolla senza ancora essersi schierato ufficialmente. In realtà una grande parte della dirigenza appoggia il referendum dall’inizio, così come una parte ancora maggiore dell’elettorato (se non tutto), ma lo stesso Bersani non riesce lo stresso a dire che “il PD è a favore del referendum”, ma si limita ad un “alle feste del PD si raccolgono le firme”. Meglio che niente.

Dei possibili risvolti politici del referendum, comunque, se n’è accorto anche D’Alema:

Quello che un po’ mi spaventa è che anche il PdL adesso si è messo a parlare di riforme istituzionali, tra cui non escludono una riforma elettorale. Certo, tirare fuori un argomento nuovo (come ultimamente è già successo molte volte) può servire a distogliere l’attenzione da tutto il resto (processi al Premier e crisi) ma non mi stupirei se uscisse fuori dal cilindro una sorta di mossa nucleare-bis: cambiare in fretta la legge elettorale quel tanto che basta da rendere inutile il referendum, tenendosi comunque a distanza dal ritorno alle preferenze.

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