il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

God SAVE the queen

Ci ho messo un po’ ad accorgermene, ma ora non posso fare a meno di notare che la politica si occupa più di alcuni aspetti legati al porto piuttosto che di altri. Sarà perché può intervenire di meno, ma ogni volta che si parla dei crediti vantati da alcune imprese di costruzione non vedo tutta questa corsa a prendere posizione. Forse è proprio per questo: c’è solo una posizione prendibile quando non una, non due, ma tante aziende diverse si lamentano per lo stesso problema. In sostanza c’è poco da discutere.

Non è la prima volta che si arriva ad azioni clamorose e mediatiche pur di sollecitare pagamenti che sono attesi fin’anche da due anni. Mi ricordo ancora quell’articolo su un giornale locale di luglio: un’impresa si era letteralmente ripresa, sradicandole dal cemento, le bitte che aveva già posizionato in banchina; non veniva pagata da dicembre ed evidentemente ne aveva le scatole piene.

La storia si ripete, e non solo nel tempo, ma anche nello spazio. Perchè gli stessi problemi li stanno avendo a Fiumicino, dove Caltagirone costruisce il Porto della Concordia. Anche lì, sotto Natale, le ditte degli autotrasportatori hanno deciso di smetterla di aspettare invano con le buone, e di passare alle cattive. Hanno bloccato completamente il porto con i loro automezzi, poi si sono fatti promettere di metter tutto a posto entro la fine del 2010. La promessa non è stata mantenuta, e via di nuovo con altre proteste.

Nelle due circostanze, a Imperia e a Fiumicino, ci sono varie analogie. Non soltanto entrambi i porti sono costruiti da Caltagirone, ma c’è anche sempre di mezzo la stessa ditta a gestire i subappalti: la SAVE. E ancora, in entrambi i casi è Caltagirone stesso, in un modo o nell’altro, a cercare di metter le cose a posto, intercedendo tra creditori e debitori. Viene detto chiaramente in questo servizio di Imperia TV: la Porto di Imperia tecnicamente non c’entra, perché le ditte non hanno rapporti diretti né con questa società né con l’Acquamare di Caltagirone. Uno degli imprenditori dice che la trattativa con Save e Impregeco, un’altra stazione appaltante, sembrava a buon punto ma poi s’è interrotta. Sta di fatto che l’Amministrazione Delegato della Porto di Imperia, comunque interessato da un possibile blocco dei lavori, ha garantito che si adopererà da subito per risolvere la questione.

In effetti, i mancati pagamenti non sembrano essere colpa diretta dei noti problemi finanziari in cui versa Caltagirone, ma delle ditte subappaltatrici che avrebbero già percepito quanto gli spetta ma non avrebbero effettuato i relativi pagamenti a cascata. C’è quindi un altro anello debole nella catena di appalti e subappalti che continua a incepparsi, e questa non è una buona notizia.

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