il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Il porto dei sogni

La posizione dell’amministrazione è la cosa più chiara che c’è: il dirigente che ha firmato l’atto di decadenza della concessione demaniale ha agito da solo, di sua sponte, e nessuno era d’accordo con lui.

E’ comodo tenere questo atteggiamento, perché consente di rimanere a parole “a favore del porto” senza addentrarsi minimamente nelle motivazioni con cui Lunghi ha riempito le 9 pagine del provvedimento. Meglio “non entrare nel merito” e tra le righe far credere che una mattina d’inverno questo signore si sia svegliato con la luna storta e l’irrefrenabile voglia di fare un bel casino.

Basta leggersi l’atto per capire che questa versione non regge. E vivaddio l’atto è stato letto anche da qualche giornalista: il Secolo XIX oggi riassume nel titolo (che ho ritagliato qui sopra) quello che noi andiamo dicendo da tempo, e cioè che non si tratta di un fulmine a ciel sereno ma dell’epilogo di una storia cominciata tanto tempo fa. Amministrativamente parlando i primi “richiami” risalgono al 2008, e sono stati tanti; campanelli d’allarme che hanno suonato di continuo mentre qualcuno si foderava le orecchie pur di non sentirli.

Con il Comune socio al 33%, con il Segretario comunale addirittura presidente della Spa, e con un rappresentante del Comune nella commissione di vigilanza, davvero nessuno sapeva come stavano le cose? Delle due l’una: o sapevano (e secondo me la decisione di tentare di vendere le quote prima del patatrack non fu casuale) oppure veramente erano tutti all’oscuro e questa non sarebbe che l’ennesima prova provata dell’incompetenza di certi amministratori. Hanno ammesso che ci sarebbe potuto essere qualche problemino solo di recente, nella famosa seduta monotematica di settembre quando ormai i buoi erano già usciti dalla stalla. Usata di continuo, quella della “volontà popolare” di avere il nuovo porto – da cui sarebbe nato e su cui si sarebbe espresso il consenso elettorale che ha portato Strescino sulla poltrona di primo cittadino – è stata l’argomentazione principale usata per giustificare quel terribile “a ogni costo” che noi abbiamo da sempre contestato. E adesso “ogni costo” sta venendo al pettine: il rischio incompiuta, i commercianti preoccupati, i foresti che progettano di tornarsene a casa, i diportisti allarmati, le aziende creditrici che se già prima avevano problemi ad ottenere il dovuto, figuriamoci ora.

Sul fronte politico oggi si registra l’intervento congiunto di Dal Mut (IdV) e Rollero (lista civica) che chiedono a maggioranza e opposizione di “scendere dalle barricate”, superare gli “steccati ideologici”, e far fronte comune per trovare delle soluzioni: ben arrivati. Al di là del fatto che non mi piace quando ci si rivolge a maggioranza e opposizione come se non si facesse parte né dell’una né dell’altra (onestamente, le parole nel comunicato sembrano quelle solitamente nella penna dell’UdC) faccio notare che il PD ha già espresso la medesima volontà: via i responsabili della catastrofe, il porto va comunque concluso, e pronti a collaborare. Siamo d’accordo su tutto, in primis sul “passo indietro” (per inciso, perché scrivere la parola “dimissioni” è così difficile per tutti quanti, PD compreso?) ma contemporaneamente dobbiamo essere realisti. Perché noi ci siamo, a disposizione della città affinché il porto, che è un’opera fondamentale che va finita e possibilmente senza lasciare feriti sul campo, giunga a conclusione; ma non siamo a disposizione per fare ulteriormente da parafulmine ad una maggioranza che ha sempre abilmente schivato le saette scaricandole su di noi, irridendoci e sbeffeggiandoci, sacrificandoci persino sull’altare dei peccatori anti-porto (per l’occasione allestito in banchina, ricordate?) durante un rituale di dubbio gusto.

Il “governo di responsabilità” prospettato dai due colleghi consiglieri presuppone innanzitutto la responsabilità (maddai?). Bene, ma fin’ora se n’è vista poca dalle parti del PdL, dato che ogni volta che gli eventi hanno preso una brutta piega la colpa è finita su chi avrebbe voluto un porto diverso (e non nel senso estetico del termine) mentre i meriti sono stati sempre e solo di chi era incondizionatamente e acriticamente a favore (senza tener conto di quello che l’opposizione è riuscita a strappare con i denti come l’utilizzo pubblico della banchina, per dirne una). E’ stato un atteggiamento responsabile? Rinnegare l’operato del dirigente, che da anni puntualmente informava dei problemi che qualcuno cercava di nascondere come polvere sotto il tappeto, è responsabile? E qual è, nei fatti, la prospettiva di un “governo di responsabilità” quando anziché calmarsi e chiamare tutti attorno allo stesso tavolo, il Sindaco manda a spigolare Fossati (ora in FLI ma da sempre nella maggioranza “a favore” del porto) e alla Lega viene detto “possiamo andare avanti anche senza di voi” ? Non mi sembrano affatto i presupposti giusti affinché qualcuno, con la cenere sul capo, vada dalla minoranza a dire “abbiamo fatto una cazzata, ora però abbattiamo gli steccati ideologici e parliamone tutti assieme?”. E’ uno scenario quantomeno improbabile che implicherebbe una pesante ammissione di colpa, una conferma delle nostre critiche, una sostanziale presa d’atto del fallimento di un progetto il cui genitore è il fu-Ministro. E mi pare un po’ troppo, tutto assieme.

Insomma: non dico che non bisogna tendere la mano e fare il gesto, ma nemmeno dimenticarci con chi abbiamo a che fare e proporre strade che poi, a ben vedere, nessuno ha realmente voglia di percorrere.

Commenti

commenti

Powered by Facebook Comments

Commenti (per chi non usa Facebook)

I campi obbligatori sono contrassegnati con *.