il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 19 aprile 2010

1) La prima pratica all’ordine del giorno ha riguardato l’istituzione – e approvazione del relativo regolamento – del marchio di “Denominazione Comunale” (De.Co.).

La De.Co. potrà essere applicata a prodotti enogastronomici con caratteristiche di tipicità e tradizionalità. Già durante la riunione di commissione sono emerse alcune perplessità. Per dirne una (che ho espresso anche nel mio intervento) l’Assessore ha annunciato che il primo prodotto che si fregerà del marchio De.Co. saranno i “Sorrisi di Imperia”. Questo dolce è tutto tranne che un prodotto tipico e/o tradizionale: è di recente “istituzione” e soprattutto c’è già un disciplinare che ne regolamenta la produzione.

Si pone dunque un interrogativo: è giusto includere nel De.Co. prodotti che non rispecchiano criteri di tipicità? Per esempio: domani qualcuno si potrebbe inventare i “taralli di imperia”. Li produrrà ovviamente con ingredienti che per forza di cose non saranno originari di Imperia, salvo magari un po’ d’olio di oliva nostrano. Sarà un prodotto marchiabile De.Co.?

L’applicazione della De.Co. ha avuto a Imperia un processo inverso da quello solito, così come lo elenca l’Associazione nazionale dei Comuni De.Co.:

– Studio del territorio e interviste ai produttori.
– Individuazione dei prodotti tradizionali del territorio.
– Indagine per appurare l’appartenenza del prodotto alla storia del territorio.
– Stesura del disciplinare di produzione.
– Incontri con i produttori, i ristoratori e gli albergatori. Presentazione del Progetto a tutta la cittadinanza e incentivo ad elaborare sinergie per la promozione dello stesso.
– Stesura delle delibere consiliari e giuntali, inclusive del disciplinare di produzione dei prodotti a Denominazione Comunale.
– Studio del marchio e registrazione

Imperia invece parte dalla fine, e cioè istituisce il marchio senza aver prima individuato i prodotti da tutelare e salvaguardare (chessò, la farinata o la pizza per fare due esempi). I comuni (tanti) che già posseggono un marchio di questo tipo sono generalmente piccoli, e offrono prodotti di nicchia che possono sfruttare la De.Co. per godere di una maggiore visibilità ed uscire dal proprio territorio.

In definitiva la De.Co. può costituire un primo passo cui dovranno necessariamente seguirne altri, sempre nella direzione della valorizzazione dei prodotti e del territorio.

La pratica è stata approvata all’unanimità, compresi tre emendamenti. Uno, di Indulgenza, era volto ad escludere la possibilità di utilizzare qualunque prodotto Ogm. Gli altri due erano della Lega: il primo per includere anche le associazioni tra i soggetti che possono richiedere la De.Co. (con riferimento alle sagre, che spesso offrono piatti altamenti tipici); il secondo per includere la figura dello “storico” all’interno della Commissione che dovrà esaminare le domande per la De.Co.

Su quest’ultimo, in fase di dichiarazione di voto, ho ulteriormente ribadito mia perplessità di cui sopra: benissimo la presenza di uno storico, ma in che modo potrebbero essere giudicati da una tale figura i già citati Sorrisi di Imperia, che fino all’anno scorso nemmeno esistevano?

2) Si delibera all’unanimità di procedere con i lavori di allargamento di via Agnesi.

3) Presa d’atto della mancata presentazione di osservazioni su un Piano Particolareggiato: unanimità.

4) Questa pratica è stata ritirata dall’amministrazione e pertanto non discussa. Sarebbe stata probabilmente la più corposa della serata, poiché riguardava il progetto di rifacimento dell’area dell’ex discoteca Nova sul Lungomare Vespucci.

5) La mozione presentata dal collega Lagorio, propone che il Comune si attivi nel realizzare un parcheggio nell’area dell’ex distributore Agip di Via Nizza, rendendo contestualmente isola pedonale nei mesi estivi la parte bassa di Borgo Foce. Non viene approvata a causa del voto contrario della maggioranza.

, sempre riguardanti la valorizzazione del territorioe del itorio e interviste ai produttori.

– Individuazione dei prodotti tradizionali del territorio.

– Indagine per appurare l’appartenenza del prodotto alla storia del territorio.

– Stesura del disciplinare di produzione.

– Incontri con i produttori, i ristoratori e gli albergatori. Presentazione del Progetto a tutta la cittadinanza e incentivo ad elaborare sinergie per la promozione dello stesso.

– Stesura delle delibere consiliari e giuntali, inclusive del disciplinare di produzione dei prodotti a Denominazione Comunale.

– Studio del marchio e registrazione

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