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Futuro incerto per i pescherecci di Imperia

Nel 2007 la Regione decise di intervenire per rilanciare la pesca imperiese, stanziando un milione e mezzo di euro per una serie di interventi. Il Comune avrebbe dovuto metterci un altro mezzo milione e poi far partire i lavori, che dovrebbero prevedere un rifacimento sostanziale della base del molo corto, compreso un mercato del pesce. Si tratta del maggior investimento dell’ultimo decennio a favore dell’occupazione e dello sviluppo economico, a favore di un settore che ha visto negli ultimi tempi svariati momenti di crisi e che per la sua tipicità va salvaguardato.

Da allora il Comune non ha ancora presentato il progetto a cui dovrebbe seguire l’appalto, e c’è il reale rischio che il contributo vada perso, come diceva qualche giorno fa l’assessore regionale Cassini.

Il vero problema è che sembra che l’intenzione sia quella di trasformare anche il porto di Oneglia in aprodo turistico, eliminando o comunque riducendo le attività legate alla pesca. In seguito al progressivo incremento della presenza di maxi yacht, la Regione ipotizzò di revocarne la gestione affidata appunto al Comune dal ’95, ipotesi ancora attuale vista la situazione.

Oggi pomeriggio a Oneglia Cassini e il Presidente Burlando hanno avuto un incontro con i pescatori e le relative associazioni di categoria, per fare il punto della situazione. I lavoratori si sentono presi per sfinimento. Già sono stati ridimensionati in quella che risulta essere è la parte peggiore della banchina per far posto agli yacht, senza tra l’altro poter usare la nuova diga foranea costruita da poco, e nel frattempo aspettano che la situazione si smuova per trovare un po’ di nuovo ossigeno.

E’ importante che l’amministrazione prenda una posizione chiara e alla svelta, senza tergiversare ulteriormente. Stando a Burlando, l’ultimo contatto con l’assessore Lanteri risale a due settimane fa e nonostante le assicurazioni a Genova non è ancora arrivato nulla. E’ un’occasione troppo importante per lasciarsela scappare, vuoi per i posti di lavoro in gioco (circa 80 famiglie), vuoi perché a Imperia deve continuare ad esserci anche un grande porto peschereccio.

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