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Energia eolica

E’ un po’ che ne voglio parlare, perché recentemente le ho viste svettare dal colle San Bernardo; mi riferisco alle pale eoliche che si scorgono per un breve tratto della Statale 28 poco prima di entrare a Garessio in direzione Nava.

Lo spunto me lo fornise un articolo su La Stampa di ieri, che dice:

Anche Ormea avrà il suo parco eolico per la produzione di energia pulita. La notizia, «concreta, anche se l’iter autorizzativo deve ancora iniziare», è stata annunciata dal sindaco Massimo Seno l’altra sera, in una riunione pubblica in cui si è presentato anche il bilancio. A qualche chilometro in linea d’aria dal sito già operativo sul colle San Bernardo di Garessio, dovrebbero sorgere 10-15 nuovi impianti. Imponenti torri dotate di pale per lo sfruttamento della forza del vento. Per i «mulini» di Ormea è stato scelto il colle San Bartolomeo, a 1400 metri di quota, sulla dorsale che divide l’alta valle Tanaro dalla val Pennavaire (provincia di Savona). Una zona frequentata dagli escursionisti, tra il monte Galero e Armetta.

Personalmente ho un’opinione molto radicale in merito. Se vogliamo continuare a prenderci in giro, e creare i problemi invece di risolverli, possiamo puntare sul nucleare e incrociare le dita. Altrimenti possiamo prendere atto che le fonti rinnovabili sono l’unica soluzione che ci possa garantire un futuro più tranquillo dal punto di vista ecologico, energetico ed economico. La richiesta cresce, il prezzo del petrolio aumenta, le riserve si esauriranno, e bisogna venirne fuori.

La “radicalità” della mia posizione non sta tanto in questo, ma piuttosto nel fatto che io le metterei pressoché ovunque. Sul monte Faudo, per esempio. Già me le immagino, una dozzina di torri, che giorno e notte macinano energia mosse dal vento che lambisce la nostra costa.

Qualche esteta storcerà il naso interpretando quei “mostri rotanti” come una deturpazione del paesaggio. A me invece hanno sempre fatto l’effetto opposto, sin dalla prima volta che le ho viste da vicino; erano sia per terra sia in mezzo al mare, in territorio olandese. Mi hanno dato l’ìdea di strumenti che lavorano da soli e senza sosta per noi, in maniera silenziosa e proficua. Gira che ti rigira, ecco l’energia che fa illuminare le strade, accendere i computer, funzionare le industrie. Guardando questi enormi mulini non vedo scempi paesaggistici, ma solo una maniera furba che una società progredita ha trovato per sfruttare ciò che la natura mette a disposizione.

Quello del Faudo è solo un esempio, non saprei nemmeno dire se tecnicamente abbia un senso. Ma so che se in futuro dovessi vedere la cresta delle nostre montagne costellata di pale eoliche, non mi dispiacerà per niente.

(foto per gentile concessione Progettazione Impianti Elettrici)

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