La questione dei “gazebo” del Popolo della Libertà da un certo punto di vista addirittura mi affascina.
Come molte altre, è una genialata dal punto di vista del marketing, nonostante sia più che altro una messinscena. Presto i due maggiori partiti del centro-destra dovrebbero fondersi, e si è dunque stilata una lista di delegati che andranno a far parte del loro primo congresso nazionale.
Nonostante i nomi siano già belli che decisi, si sparpagliano per strada i gazebo dove il cittadino può mettere una firma e dire che “ha scelto”. E poi, non essendo vere e proprie votazioni, volendo si può anche bluffare un po’ sul numero di partecipanti. Tanto cosa cambia?
Poi è una chicca quella della rappresentanza femminile: su La Stampa di oggi leggo la definizione “ricca quota rosa” attribuita ad una compagine di ben 3 (tre) donne su 14 (quattordici) delegati, mentre il responsabile organizzativo sottolinea tramite le pagine de Il Secolo che è proprio un numero di tutto rispetto, e se ne compiace.
Il mio caro PD, che in questo periodo mi si sta pure un po’ sgretolando sotto i piedi, avrà tutti i suoi difetti ma almeno sotto il punto di vista della democrazia interna (e delle quote rosa al 50%) non prende in giro nessuno.
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