Dai giornali di oggi si viene a sapere che l’inchiesta sul porto turistico va avanti, e non riguarda solo la/e montagna/e di terra vicino al capannone. Tanto che ieri per alcune ore gli uomini della Polizia postale, della Polizia scientifica e della Guardia di Finanza hanno sorvolato il porto per ore su un elicottero giunto appositamente da Milano, scattando foto dall’alto a tutto spiano.
Ora dico: se sul serio “va tutto bene”, se “sono solo problemi formali”, se “non c’è nulla da temere”, la Procura userebbe tali e tanti mezzi? Dobbiamo stare tranquilli perché fanno solo “indagini di routine” di cui non bisogna preoccuparsi o forse sotto c’è qualcosa di più grande?
Faccio una doverosa precisazione, soprattutto perché dalle parole scritte è difficile capire il tono: io non sono affatto contento che ci siano delle indagini in corso. Non gongolo, anzi, preferirei di gran lunga che tutto fosse limpido, cristallino e completamente legale, e che il dibattito fosse esclusivamente politico. Ma alla luce dei fatti è innegabile che se da un lato ad attribuire le eventuali responsabilità giuridiche ci penserà la magistratura, quelle politiche sono ben chiare e ineludibili fin da adesso: dalla scelta del socio privato alla procedura di affidamento dei lavori passando dal fumoso accordo di permuta e dall’ambiguo ruolo che il Comune (socio/controllore/controllato) ha avuto e sta avendo in tutta la vicenda.
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