il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

I modi di dire ai tempi della crisi

Tra le polemicucce che i giornali online nostrani pubblicano sempre volentieri (è il loro lavoro, per carità) e che penne più o meno anonime con le loro lettere-alla-direzione si divertono ad alimentare, c’è questa che ha dell’inverosimile. Intervenendo sul bilancio, il cons. Diego Parodi del PdL ha osato dire che “mangeremo il panettone anche quest’anno, alla faccia di chi ci gufa contro”. L’oggetto dello scandalo è il riferimento gastronomico al dolce natalizio, giudicato oltraggioso nei confronti di coloro che sono costretti a stringere la cinghia a causa della crisi e che per le feste metteranno in tavola solo pane e cipolla.

Prendo atto che, per evitare la gogna, anche io (in qualità di appartenente alla casta dei mangiasoldi che se ne infischiano dei problemi della plebe) d’ora in poi dovrò accuratamente evitare di usare, negli interventi pubblici così come sul blog, espressioni che possano urtare la sensibilità popolare. Non sia mai che in un momento così economicamente delicato mi venga in mente la sciagurata idea di attingere da quella lista di modi di dire e di figure retoriche con cui più volte – lo ammetto – ho cercato di colorire i miei discorsi. A mo’ di promemoria, mi sono segnato queste:

“scaldiamo i motori” – beh, sarebbe un insulto bello e buono a chi, di questi tempi, non si può permettere nemmeno la benzina per lo scooter.

“tutto fa brodo” – inaccettabile riferimento al mangiare povero, tipico di chi soffre la crisi. Verrebbe certamente inteso come un volontario sfottimento nei confronti di chi non ha niente da metterci, nel brodo. (Lo stesso dicasi per la variante “se non è zuppa è pan bagnato”)

“rompere le uova nel paniere” – qui non c’è bisogno di commento: chi mai si può permettere uova di ‘sti tempi? Lo stesso dicasi per la variante “cercare il pelo nell’uovo”

“come il cacio sui maccheroni” – si noti l’imperdonabile il riferimento all’utilizzo – sfacciatamente snob – di condimenti particolari e ricercati che solo pochi eletti (“eletti” in tutti i sensi) possono realmente permettersi

“dalla padella alla brace” – solo i benestanti hanno questa scelta, è risaputo. I veri poveri, al giorno d’oggi, hanno O la padella O la brace, mica entrabi

“una mela al giorno leva il medico di torno” – avercela, una mela al giorno! E poi il lampante riferimento al sistema sanitario nazionale è  a dir poco irrispettoso verso chi non può permettersi cure nelle prestigiose cliniche svizzere convenzionate con il consiglio comunale

“siamo tutti nella stessa barca” – sarebbe la peggiore; dovesse scapparmi questa, mi direbbero che sono come Massimo guardalo-fa-il-comunista-ma-ha-il-panfilo-a-vela D’Alema. Nota: ricordarsi di utilizzare un ben più sobrio “abbiamo voluto la bicicletta e ora ci tocca pedalare”, che racchiude in poche parole l’austerità dello spostamento economico e la nobiltà dello sforzo muscolare.

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