il blog di Giorgio Montanari

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Onorevole Schwarzkopf

Il mio nuovo idolo è un Onorevole del PD di cui non ho fatto in tempo a capire il nome, e che quindi chiamerò amichevolmente Schwarzkopf per le innegabili doti tecnico-tattiche di guerrilla parlamentare che ha dimostrato sul campo. Ha appena raccontato in diretta tv alcuni retroscena sull’ultimo voto della Camera dei Deputati in cui la maggioranza è stata battuta; ha svelato alcune strategie che hanno dell’incredibile e che, per di più, a volte funzionano.

Siccome quella non era la prima votazione della seduta ma sarebbe stata la più importante, in quelle precedenti alcuni della minoranza sono appositamente rimasti nascosti in chissà quale stanzino per non farsi vedere, ma pronti a saltar fuori al momento giusto. Questo per non svelare in anitcipo alla maggioranza tutte le presenze nelle file nemiche, inducendo quindi a far sottostimare la propria reale potenza di fuoco. Roba che nemmeno durante l’assedio di Kuwait City. Magari c’è pure un urlo di battaglia con cui si ordina alle retrovie di uscire allo scoperto. Tipo: “deputati, al mio via scateniamo l’inferno”, e questi che escono trafelati dalla tana e si scapicollano nei corridoi per arrivare allo scranno al momento preciso della chiama.

Ma il bello viene ora: Schwarzkopf ha spiegato – con malcelato orgoglio – che a un certo punto si è alzato per fare una semplice e innocua domanda al Presidente di turno: “Mi conferma che davvero abbiamo ancora tutta un’ora per parlare?”. Queste parole deve anche averle scandite molto bene in modo che nessuno, al di là della trincea, rischiasse di perdersele. Mi sto immaginando il replay della scena: Schwarzkopf si alza, assume l’aria innocente di un arcangelo, formula la domanda con la bocca vicina al microfono più che può, poi finge di sentirsi sollevato dalla risposta ovviamente affertmativa, e infine flemmatico si risiede con un mezzo ghigno e gli occhi a fessura, tipici del bracconiere che ha appena piazzato la tagliola. Il moviolone a questo punto prosegue, e si sposta nella parte opposta dell’emiciclo: nella maggioranza c’è chi guarda sbuffando l’orologio e pensa che quasi quasi un breve salto in ufficio ci sta, mentre qualcun altro concorda col vicino di banco che è giunta l’ora di cena, e perché durante i noiosi monologhi dell’opposizione non scendere alla buvette a scofanarsi un risotto gamberi e pachino (5,30 €) o un bel carré di agnello al forno (sempre a 5,30 €) ?

E così il gioco è fatto: con la minoranza che non fa interventi, col voto che inizia prima del previsto, e con gli imboscati – affamatissimi, perché loro a cena non ci potevano mica andare – che al segnale convenuto sbucano da dietro le tende per entrare in aula accolti dai trionfali applausi delle truppe alleate che incitano e ringraziano chi si è sacrificato – e ha digiunato – per la squadra.

Alla fine mi è venuta in mente una cosa: se noi leggessimo in un libro di storia, chessò, che “gli antichi romani erano soliti adottare ogni tipo di stratagemma non convenzionale per ottenere determinati risultati in Senato”, ci verrebbe da sorridere. Penseremmo che all’epoca era tutto diverso, e che in fondo i popoli antichi erano un po’ bizzarri, ruspanti e sottosviluppati. Penseremmo anche che da allora le cose sono molto cambiate, ci siamo evoluti, le Istituzioni hanno fatto passi da gigante, e la res publica oggi è amministrata in ben altra maniera. Invece no, perché fra 2000 anni nei libri di storia ci sarà scritto che nel ventunesimo secolo il Parlamento italiano funzionava così male che “per raggiungere determinati risultati si adottava ogni tipo di stratagemma non convenzionale“. Tra cui quello di prendere gli onorevoli per la gola. I nostri discendenti del quarantunesimo secolo leggeranno che “[…] spesso venivano attirati fuori dall’Aula – dove occorreva presenziare per poter votare – con astuzie varie, tra cui far credere di avere il tempo di gustare l’ottimo cibo venduto a modico prezzo nel ristorante a loro riservato”.

E nell’anno 4000 ci sarà chi sorriderà di noi, pensando che in fondo negli anni 2000 gli antichi italiani erano davvero bizzarri, ruspanti e sottosviluppati.

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