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Pan per focaccia (a proposito di mense scolastiche)

Su Sanremonews c’è un intervento del collega Petrucci (PdL) sulle mense scolastiche. Dice:

In data odierna, insieme all’assessore alle Politiche Sociali Antonello Ranise ed alcuni dirigenti, mi sono recato alla mensa della scuola di L.go Ghiglia per pranzare insieme ad alunni e maestre avendo modo di testare il servizio. La realtà che ho avuto modo di toccare con mano o per meglio dire con bocca… è assolutamente di qualità sia per quanto riguarda il cibo sia per il servizio offerto dagli Operatori.

Innanzitutto, ci sarebbe da stupirsi del contrario; è pacifico che la qualità debba essere il primo requisito in una mensa scolastica, e ci mancherebbe altro. Ma il problema non è quello, o meglio: non in questi termini. Faccio un esempio: quando siamo andati a volantinare e parlare coi genitori davanti alle elementari di Piazza Mameli, molti ci hanno detto che i loro pargoli si erano lamentati della qualità del cibo. A meno che non abbiano cresciuto degli infanti precocemente polemici, quelle lamentele guarda caso trovano riscontro nel fatto che adesso in quella scuola il primo piatto viene cucinato in loco, mentre il secondo (la portata su cui si concentravano le critiche, appunto) viene prodotto altrove e successivamente trasportato e servito lì. Sarà un caso?

Ma a parte la disquisizione sulla bontà della pasta al sugo che il Petrucci si è pappato stamane, che cosa c’entra il giudizio “in data odierna” – basato peraltro su un campione non compiutamente significativo di una mensa su dodici – quando l’obiettivo dichiarato dall’Amministrazione è proprio quello di esternalizzare il servizio e quindi per forza di cose modificarlo? Il problema vero, e arriviamo al punto, è la possibilità che la qualità si abbassi ulteriormente, senza contare le implicazioni dell’esternalizzazione, occupazionali e legati al prezzo: se un servizio viene affidato a un privato, dovrà per forza subire un rialzo. Perché all’imprenditore privato non basta “andare in pari”: gli serve avere un utile.

Il comunicato finisce così:

E per fare chiarezza una volta per tutte ricordo che gli ultimi rincari sulla mensa scolastica di circa 8€ al mese sul primo figlio, sono aumenti da tabella ISTAT, rimasti per anni congelati prima del 2009

I numeri sono numeri, ma è assodato che possano essere interpretati alla bisogna. Ricordo allora che dal 2009 al 2010 il costo è passato da 76 € a 88 € (+16%), e per il 2011 siamo a 96 € (un altro +9%). Da notare infine che il costo non è parametrato all’ISEE come avviene nella maggior parte delle città per non pesare troppo sulle famiglie con un reddito basso.

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