il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Movida e ladri di gelato

La Marina di Porto Maurizio sta rivivendo i fasti degli anni che furono, e cioè di quando era il baricentro incontrastato della vita notturna imperiese e non c’era adolescente che non si consumasse le suole a fare avanti e indietro sul molo lungo per tutta l’estate. Poi il Prino e la zona balneare di Oneglia – rispettivamente l’estremo ponente e l’estremo levante di Imperia – si imposero proponendo un’offerta nuova, diversificata, e spazi maggiormente ampi.

Ora, siccome si va a cicli, è di nuovo il turno della Marina: sono tanti i locali che con intraprendenza hanno cercato di mettere su un sistema che accontenti un po’ tutti i gusti ed evidentemente ci sono riusciti.

Qualcuno cerca sempre di esagerare, e tentare di attribuire sconosciuti meriti al costruendo porto turistico pare eccessivo. Il molo è stato rifatto, così come l’illuminazione, e siamo d’accordo che esteticamente è un bel lavoro; ma chi vuol pensare che per questi motivi i giovani vadano a ballare lì piuttosto che altrove sarebbe incredibilmente ingenuo, oppure stupido. Semmai possiamo dire che negli ultimi due anni, proprio a causa del continuo cantiere, la Marina era diventata invivibile, inattraversabile, imparcheggiabile. In una parola: inappetibile.

Dove ci sono i locali notturni e tanti ragazzi(ni) si hanno sempre dei problemi, sempre. E’ un dato di fatto, fisiologico e inesorabile. I nodi che prima o poi vengono al pettine sono: volume (della musica), schiamazzi (umani), viabilità problematica, e non troppo di rado anche violenza e vandalismo. E mi dispiace dirlo, ma è la verità e bisogna condividerla: i ragazzi che a quell’ora sono in giro formano una massa difficilmente controllabile e prevedibile, soprattutto perché condita dall’alcool. E ne parlo con la cognizione di causa di chi non solo è “under 30” (condizione non sufficiente) bensì di chi ha lavorato e lavora tuttora anche in quegli ambienti.

Bene, la situazione è questa: tra le 24 e le 4 di sabato notte c’è più movimento in quel chilometro quadro che sta tra la banchina e la spiaggia che non alle 3 di pomeriggio in pieno centro. E alla fine è successo che a qualche scemetto in evidente crisi glicemica non sia venuto in mente niente di meglio che andarsi a rubare delle vaschette di sorbetto dal frigo di una gelateria.

Il Sindaco si appella ai giovani: “Divertitevi ma senza eccessi”, dice. “Con giudizio”, dice. E può fare poco altro, perché bisogna scegliere e le opzioni principali sono due: agire sulle cause o sugli effetti. Nel primo caso si opta per una più o meno pesante repressione, e gli strumenti ci sarebbero: orari di apertura, volumi, controlli vari. Nel secondo caso ci si concentra sulla prevenzione, e lo strumento sarebbe quello di utilizzare la presenza stabile delle forze dell’ordine come deterrente.

Ripeto: purtroppo succede sempre, nel medio periodo. Non per forza tutte le sere, ma dove c’è questa benedetta “movida” prima o poi se ne vedono anche gli indesiderati effetti collaterali. Per fare un esempio: a Marzo, sempre alla Marina, qualcuno defecava un po’ ovunque, i dehors venivano devastati, e la polizia fermava un giovane che stava tentando di tagliare le sbarre della grata di ingresso della Lanterna blu. E l’estate era ancora distante.

Angelo si chiede (riferendosi al Sindaco):

come mai non aveva preso una così netta posizione a favore dei giovani quando la Movida la facevano al Prino, lui era assessore e quelli del comitato si lamentavano di continuo?

E’ semplice: Strescino non sta affatto “prendendo le difese dei giovani”. Anche perché si può difendere ben poco chi si gonfia di porcherie e poi, invece di cantarsela, dà libero sfogo alle proprie moleste pulsioni animali.

Strescino in realtà difende due altre cose: da una parte chi ha sofferto per lungo tempo la marina-cantiere e ora si gode il meritato riscatto. Dall’altra l’idea che “nuovo porto turistico = opportunità da non sprecare = bene della città” facendo rientrare di fatto la rivitalizzazione economica e sociale della zona tra gli effetti positivi e benefici del porto: una occasione ghiotta da non sprecare.

E mettiamoci anche che deve aver capito – almeno questo è quel che mi auguro – che le reprimende non servirebbero, anzi lascerebbero scontenti tutti. Almeno allo stato attuale, in cui siamo ben lontani da quando gli esposti contro i decibel non si contavano, c’erano i residenti di un quartiere in rivolta, un buon numero di seconde case in costruzione che dovevano essere vendute e l’insofferenza degli esercenti oramai allo stremo.

Lo spettro di una repentina discesa dalla cresta dell’onda, proprio com’è andata a finire per il Prino, è un incubo per gli operatori della Marina. Anche perché là, per inciso, continuano comunque a verificarsi disordini (mi viene in mente il caso delle barche distrutte uno o due mesi fa) nonostante non ci sia più l’affluenza record degli anni passati. Allora, per avere solo danni, tanto vale avere anche la movida. Dal loro punto di vista non fa una piega.

Io opto per la seconda busta, quella con le forze dell’ordine a far da deterrente, presenti stabilmente, ben visibili e nei punti nevralgici; non solo nascoste dietro agli angoli con l’etilometro pronto (mentre i vandali si leccavano le dita c’erano tre pattuglie appostate tra dogana e lungomare).

Ah sì, giusto, dimenticavo un ultimo ma importante aspetto che giustifica la posizione del Sindaco: non è da sottovalutare il fatto che ad oggi di comitati cittadini sul piede di guerra per la situazione della Marina (ancora) non ce ne sono.

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