il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Clausole vessatorie

Il neo-governatore Zaia durante una trasmissione su un’emittente locale ha sottoscritto una serie di impegni programmatici. Anche se mancavano la scrivania e lo scrittoio in pelle umana (Zaia firma in pennarello su una lavagnetta) la memoria non può non andare al famoso Porta a Porta dell’8 maggio 2001 in cui Berlusconi presentava il celeberrimo Contratto con gli Italiani.

Il patto di Zaia non contiene “sanzioni” in caso di fiasco, mentre in quello di 9 anni (e molti capelli) fa la “pena” consisteva nel rinunciare a candidature future. A tal proposito, da allora mi arrovello con un dubbio: l’ultima clausola di quel contratto venne intesa bene? Mi riferisco a:

Nel caso che al termine di questi 5 anni di governo almeno 4 su 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti, [… eccetera]

Magari mi sbaglio, ma la conclusione a cui sono arrivato è che la formula usata era stata artificiosamente malposta per consentire alla bisogna una interpretazione differente da quella comune, secondo cui sostanzialmente Berlusconi doveva fare almeno 4 di quelle 5 cose là. Il ragionamento è questo:  “almeno 4 su 5” equivale a dire “uguale o maggiore a 4 su 5” e cioè “4 oppure 5”. Quindi è: “se 4 oppure 5 di questi traguardi non fossero stati raggiunti”. Semplificando ancora: “se 4 oppure 5 non fossero stati raggiunti” vuol dire “se 1 oppure nessuno fossero stati raggiunti”. E tutta la frase in definitiva può essere riscritta così: “se 1 oppure nessuno di questi traguardi fossero stati raggiunti, [… eccetera]”. Conseguentemente, se gli obiettivi raggiunti fossero stati anche solo 2 non c’era alcun obbligo di non ricandidarsi. E’ 2 la soglia minima, e non 4 come vien da pensare ad una prima lettura.

Mi rendo conto, è un ragionamento del tutto inutile oggi come allora, ma finalmente l’ho condiviso e mi sono tolto un peso. Comunque sia, B. non ha mai dovuto usare quest’argomento per farla franca. Innanzitutto perchè a detta sua gli obiettivi vennero raggiunti tutti. E va beh, opinioni. Ma tra i pochi che presero sul serio il contratto ci fu chi poi gli fece addirittura causa chiedendogli un risarcimento per inadempienza. Ci si ricorda per esempio di una pensionata romana che vide diminuire la propria pensione contrariamente alle aspettative e interpellò il Giudice di Pace. Per la cronaca il Cavaliere non dovette comunque mai rendere conto nello specifico del suo operato, poiché per il Tribunale quanto sottoscritto da Vespa era privo di valore giuridico e pertanto non vincolante.

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