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Il Rumore

Qui a Imperia c’è una lunga lotta tra il bene e il male che si ripresenta ad ogni estate.

Il bene e il male sono le discoteche (e per traslato i discotecari) e i residenti delle zone della movida. Quale sia il bene e quale il male è difficile stabilirlo, tra agguerriti e insonni comitati di quartiere e inviperiti gestori sempre sull’orlo del decibel di troppo. Metaforicamente si ripresenta la questione della vocazione della città: quale? turistica? per i giovani? per gli anziani? dormitorio? movida?

Il problema è che Imperia, anche in questo, è di tutto un po’. Non ci facciamo mancare nulla.

Sta di fatto che le regole vengono rimodellate/ridefinite/ridiscusse ad ogni stagione da ormai tanto tempo, più o meno da quando il fulcro delle notti giovani si è spostato principamente agli estremi: al Prino e alla spianata Borgo Peri. Ogni anno stesso waltzer comune/arpal/gestori/residenti/discotecari a passarsi vicendevolmente la palla avvelenata. Alla fine dell’estate nessuno l’avrà definitivamente avuta vinta: il problema verrà dimenticato fino a primavera inoltrata.

Ieri notte dalla Baia Zen, zona Prino, quasi a nessuno è passato inosservato un certo movimento sul terrazzino dell’appartamento che dà sul vicino passaggio a livello. Uomini in divisa che accompagnavano alcuni tecnici microfonati. Si è capito subito che di lì a poco ci sarebbe stato il buio.

Il buio non è un termine gergale che significa “blitz”. E’ un termine tecnico che significa “musica spenta”.

E così è stato: dopo infatti aver misurato il volume percepito dal terrazzino, al gestore è stato ordinato di spegnere tutto, per misurare la differenza tra la musica e la non-musica. In effetti non può essere definito silenzio il rumore di centinaia di persone che parlano/cantano/urlano sommato al mare e al traffico. Ed è proprio sul delta tra la prima e la seconda misurazione che si potrebbe oltrepassare il limite consentito.

Morale: una dozzina di minuti almeno di “vuoto” durante il quale l’unica musica è stato qualche coro verso le forze dell’ordine, qualcuno ha sfruttato la pausa-ballo per riposarsi, chi per bere, chi per andarsene a casa o da un’altra parte.

E’ un peccato che non si trovi un accordo, un insieme di regole certe. Non sono un tecnico, ma mi chiedo se ci sia veramente bisogno di interrompere la musica all’ora di punta per le rilevazioni.

Tra l’altro ho notato che la maggior parte dei gestori teme sul serio questi controlli, e si sono dotati di fono-misuratori per non essere colti in fallo, hanno modificato disposizione, caratteristiche ed orientamento delle casse per non sparare troppo nei timpani dei riposanti. Propongo: perché non si fa un qualcosa di più “tranquillo”: i tecnici stiano sempre lì, per strada ogni sera, a fare avanti e indietro nella zona incriminata. Tipo pattuglia: e misurano. Se qualcuno esce fuori dal limite, si va da lui e glielo si dice: guarda che sei fuori, abbassa subito. Una sorta di ammonizione verbale. Se non segue il consiglio, allora si provvede di conseguenza.

Quello che sul serio non mi piace è questo clima da guerriglia che porta qualcuno a chiamare regolarmente Polizia e Carabinieri, anche solo per ripicca, provocando di fatto un danno reale ai locali, anche se poi non risultano inadempienti.

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