Spero che questo nodo, venuto al pettine un paio di settimane fa, sia un caso isolato. Sta di fatto che la bruttura sorta sul porto, che dovrebbe servire per ospitare dei cantieri navali, risulta irregolare. I consiglieri del PD Zagarella e Verda hanno presentato a fine aprile un esposto in cui è scritto quello che chiunque può verificare avendo il progetto alla mano: è diverso da ciò che invece è stato costruito.
Bonello, consigliere Regionale, ha presentato un’iterpellanza e riferendosi alla replica giunta dal Comune scrive:
“Sono affermazioni gravissime poiché costituiscono un’implicita ammissione dell’esistenza di un abuso edilizio compiuto dalla Porto di Imperia. La prova del nove sembra esserci fornita proprio dalla Porto di Imperia che si è subito affrettata a presentare una richiesta di sanatoria”.
“Tutto ciò è paradossale – conclude Bonello – così come è paradossale che in questa vicenda il controllato e il controllore coincidano: infatti, il Presidente della Porto di Imperia e il Direttore Generale del Comune di Imperia sono la stessa identica persona”.
La risposta dell’Amministrazione era stata più o meno questa: “Ah sul serio i lavori sono andati avanti senza la necessaria approvazione? Vabbé, pazienza, al massimo ci sarà una multa. Proseguiamo.”
Oggi la Regione non ha partecipato alla Conferenza dei servizi, rimandando di fatto le decisioni sulle varianti proposte e chiedendo più tempo per esaminare la questione dal punto di vista giuridico.
La frittata viene ovviamente rigirata dalla maggioranza, secondo la quale è ovviamente tutto architettato dalla nostra Bolscevica Regione per rallentare i lavori di completamento del porto (?).
Come commentano i due consiglieri democratici, il fatto è realmente grave sia nella sostanza (l’abuso in sé) sia nella forma, che denota un atteggiamento arrogante e irrispettoso delle leggi.
In relazione alla vicenda del Porto di Imperia ormai non stupisce neanche più la totale remissione di un ente pubblico, di un assessore, di un Sindaco nei confronti di un privato che pensa di essere il padrone della città. Neppure il fatto che ci sia un’inchiesta in corso detta loro prudenza. Se il problema fosse l’occupazione sarebbe più opportuno che il Comune, da socio, si facesse carico di verificare lo stato dei pagamenti dei subappaltatori, anche per non essere compartecipe di situazioni sgradevoli. E se ha rinunciato al suo ruolo di controllore, perché compartecipe degli abusi e delle irregolarità, ben venga una Regione Liguria capace di far rispettare le regole. La questione dei capannoni potrebbe essere la sola punta dell’iceberg. Noi il nostro ruolo di controllo lo esercitiamo e continueremo a esercitarlo, per rispetto ai nostri concittadini. Se il PDL e il Ministro Scajola non sono interessati al rispetto di leggi e regole, a Imperia come a Savona, lo dicano chiaramente, e visto che sembrano farne una questione meramente elettorale, gli elettori sapranno giudicare da sé.
Ci troviamo con un controllore che è anche il controllato. Il presidente della Porto di Imperia è la stessa persona fisica che ricopre il ruolo di Direttore Generale del Comune di Imperia. E allora chi controlla?
Per ora lo sta facendo l’opposizione.
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