il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Il profeta Nostrescinus

Sentir nominare la propria città in tutti i telegiornali rende sempre orgogliosi. Imperia: la città che si è fatta infinocchiare! Imperia: la città col porto più indagato del mediterraneo!

E pensare che Caltagirone era quello che “Ho il conforto della gente di Imperia che mi ringrazia e mi offre il caffè al bar”. Sarà, ma per ora ha ricevuto in dono solo dei nuovi braccialetti.

Cosa ne dice il Sindaco? Per ora nulla, ma a rileggere l’intervista rilasciata a Il Secolo XIX un paio di giorni fa gli si potrebbero addebitare poteri divinatori e profetici. I punti su cui avrei da ridire sono più d’uno, a iniziare dall’uso di “Imperia Levante” e “Imperia Ponente” al posto di Oneglia e Porto Maurizio. D’altronde “negli atti pubblici dopo l’unificazione le parole Oneglia e Porto Maurizio erano vietate ed è ora di riprendere questa abitudine” (ah bei tempi, quando c’era Lui!). Cose dell’altro mondo. O forse no: che invece sia stato un passo anticipato, studiato a tavolino, perfettamente calcolato? Quasi la posa della prima pietra in vista di un cambiamento più grande, di ampio respiro: modificare il nome dell’intera città. Per tentare di lavarci, almeno sulla carta, dall’onta di avere il porto più indagato del Mediterraneo, potremmo decidere di fare come a Bombay e diventare, chessò, Interia. Senza più addosso gli ingombranti nomi dei due maggiori municipi da cui è nata. Massì, dimentichiamoci quanto prima questi desueti toponimi e scordiamoci pure di Caltagirone, del porto, e di tutto quanto.

Ma la sfera di cristallo che il Sindaco tiene in ufficio si palesa nell’affermazione profetica che apre l’intervista, e che non poteva non diventare il titolo di tutto l’articolo: “Nella nostra città non c’è la cultura della legalità”. Due giorni dopo finiscono in galera Caltagirone e Conti, vengono indagati altri personaggi legati al porto, qualche arresto domiciliare, perquisizioni ancora in corso, e non si capisce se siamo alla fine oppure è solo l’inizio.

C’è dell’altro, perché Strescino non si limita a dire che agli Imperiesi manca la cultura della legalità, ma ammette che qui, per trovare lavoro, servono le raccomandazioni: “E’ evidente che il politico può avere più facilità per i suoi contatti. Certo che se viene nelmio ufficio uno che ha perso il lavoro con due figli e moglie disoccupata cerco di fare qualcosa. Chi ha la possibilità di accedere al sindaco è agevolato. Io cerco, infatti, di ricevere più persone possibile”. Ma allora chissà quante volte avrà dovuto ricevere l’architetto a cui sono stati affidati, senza gara, sia il progetto di restauro di Porta Martina (documento ufficiale in Pdf), sia il computo metrico per i portici di Via Della Repubblica (documento ufficiale in Pdf), sia qualche altra progettazione qua e la (vedi il famoso “Quaderno di Imperia”). E chissà se ha dei figli a carico e un coniuge disoccupato, questo architetto. Quel che è certo è che ha un parente stretto in Consiglio Comunale.

Strescino sta innegabilmente tentando il bordo della disperazione: quando in una regata sei molto indietro, l’alternativa migliore può essere quella di lasciar perdere l’inseguimento del gruppo e cambiare il lato della bolina, buttandoti su quello dove non s’è diretto nessun altro. Così, puntando il tutto per tutto in un miracoloso salto del vento, se la sorte ti assiste può anche andarti bene tanto da ritrovarti in testa. Ma in questo caso il tentativo è vano, bisogna dirglielo. Le enormi responsabilità politiche, sue e di tutti quanti hanno fatto finta di non vedere, di non sapere, di non sentire i NOSTRI ammonimenti, non si sciacquano via con qualche bella virata. Il nuovo porto di Imperia è nato male e sta finendo peggio. Ci vuole un RESET totale, al più presto; fare i conti con le macerie e reiniziare sul pulito. “Pulito”, si fa per dire.

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Un commento

  1. I figli so’ piezz ‘e core, specie se sono della mia consigliera preferita. 6+2 niente male!

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