il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 12 e 13 marzo 2012

(qui l’o.d.g.)

1) Mozione su accopramento punti nascita: è stata approvata con il nostro voto favorevole. C’è da dire che il reale intento dei proponenti (consiglieri del PdL) era più che altro quello di appoggiare la battaglia del loro paladino in Regione (l’ex vicesindaco e ora consigliere regionale Marco Scajola) che attacca spesso l’Ente (sull’unica cosa che può attaccare, e cioè la sanità). Non per demeriti della giunta regionale, ma per l’evidente difficoltà finanziaria in cui si trova e per i tagli che è costretta a fare anche su questo settore. Resta il fatto che “mentre Scajola faceva comunicati stampa” (cito più o meno testualmente l’intervento di Zagarella) “c’era chi come il nostro consigliere Giancarlo Manti proponeva emendamenti alla legge regionale che scongiuravano il rischio di realizzare questi paventati accorpamenti”. E l’emendamento in questione dice che eventuali accorpamenti saranno fattibili se e solo se ci saranno un domani i soldi per l’ospedale unico. E questa possibilità, a breve termine, non trova fondamento proprio per la situazione economica non florida di cui sopra.

2) La mia mozione sull’iniziativa 18 anni in comune è stata bocciata come da programma. Intendo dire che forse dovrei smetterla di pensare di trovare la maggioranza d’accordo su una qualsiasi questione “minore” anche se simbolica e qualificante. Dovrei ma non mollo, anche se ogni volta c’è un buon motivo per cassarle; e in questa la ragione ufficiale è stata che “chi vuole diventare cittadino si informerà già da sé senza bisogno di essere informato dal Comune”. In realtà gli sviluppi sono stati più complessi e il PdL si è diviso tanto che qualcuno ha votato a favore (il Presidente del cons. comunale Emilio Varaldo) altri contro e altri ancora si sono astenuti. Da mettere agli atti la posizione del cons. Pastorelli, espressa durante quella che il regolamento chiama “dichiarazione di voto dissenziente“: “io mi asterrò perché questa mozione è persino riduttiva”. Tant’è che alla fine non è passata per 14 voti contro 11. E non posso non far notare che se alcuni consiglieri dell’opposizione (che all’inizio della seduta erano presenti) fossero rimasti al loro posto anziché andare tranquillamente in pizzeria a cenare (mi riferisco a Fossati di Fli e Rollero della lista civica, mentre Canetti del PD non era con loro ma da un certo punto non s’è comunque più visto) avremmo per lo meno “pareggiato”. Buon appetito.

Sull’acqua ci sono state altre spaccature, questa volta all’interno della minoranza. Il PD ha assunto una posizione diversa da RC e SEL, che assieme ai Movimenti per l’acqua pubblica hanno presentato quella che secondo loro è la strada che deve essere seguita all’interno della nostra provincia. E c’è da sottolineare il fatto che il PD non è stato interpellato nella stesura della mozione, che a esser sinceri non sembrava essere nemmeno proposta con la reale convinzione di poterla fare approvare (non tanto dal PD, quanto dalla maggioranza i cui voti sono indispensabili). Anzi, a voler essere proprio maliziosi si potrebbe quasi ipotizzare che tra gli scopi principali dell’iniziativa ci fosse quello di “stanare” il PD. E ultimamente quello che fa (o non fa) il PD gode di molte attenzioni da parte delle altre forze di sinistra, non solo (e aggiungo: comprensibilmente) in vista delle prossime alleanze programmatiche ed elettorali, ma in generale un po’ su tutto, incluse le parole usate e quelle non usate (ivi compreso l’uso di maiuscole e minuscole, e non sto scherzando: mi sono pervenuti sul serio rilievi sull’uso di maiuscole e minuscole). Ortografia a parte, la posizione che abbiamo tenuto in consiglio comunale rispecchia l’orientamente del Partito Democratico a livello provinciale (e il segretario Faraldi avvalora la mia stessa tesi, parlando di “fuga in avanti”). La mozione era del tutto condivisibile nella parte riguardante i princìpi generali e le intenzioni, ma non ci ha convinto l’individuazione della Azienda Speciale Consortile come unica possibilità di gestione delle risorse idriche. A Imperia c’è l’AMAT (strasformata in SPA proprio all’epoca della giunta di sinistra e in cui successivamente entrò il socio privato) e non è chiaro quali siano i passaggi tecnici che stanno tra il completo ritorno allo pubblico, la salvaguardia dei lavoratori e la riappropriazione delle reti, tenendo conto che sebbene il parere del CONVIRI dica che l’affidamento fu illegittimo bisogna vedere come e a quale prezzo si può riportare la società completamente in mano pubblica.

Ciò detto il voto di astensione si spiega molto facilmente e chiunque lo capirà, se vorrà capirlo: esprimenrci contrariamente sarebbe stato deleterio, dato per assodato che l’opinione pubblica il più delle volte si ferma ai titoli e il tutto sarebbe diventato “il PD fa marcia indietro e non vuole l’acqua pubblica” (riduzione che contiene in sé già almeno un paio di non verità). Il voto favorevole nemmeno era possibile, per i motivi di cui sopra. Pertanto: astensione. Ma il PD non deve fermarsi qui, ed è già all’opera per presentare un’alternativa che rispecchi al 100% la propria linea e applicabile in tutta la provincia.

Infine mozione di RC du “Salviamo il paesaggio e difendiamo i territori” è stata votata all’unanimità.

3) [nella serata del 13] Sono state ricostituite alcune commissioni per aggiornarne la composizione dopo l’usicta di Paolo Verda e l’ingresso di Fiorenzo Marino

4) Sono stati nominati i nuovi revisori dei conti: Acquarone, De Michelis e Sardi (quest’ultimo è quello indicato dalla minoranza)

5) Si è parlato di trasporto pubblico, pratica approvata. Note di folklore: alla fine della votazione il numero legale non c’era. O meglio: c’era perché la minoranza è rimasta in aula. Appena è iniziata la discussione della pratica seguente, però, il cons. Fossati ha voluto chiedere il conteggio al Segretario, forse spinto dal desiderio di rivincita dopo quello che era successo nel consiglio precedente. E non era da fare, secondo me. Non aveva molto senso reiniziare con le ripicche: oramai avevamo fatto notare che per senso di responsabilità permettevamo il prosieguo del consiglio, e tanto bastava. Tra l’altro il Segretario non ha voluto procedere all’appello, e in effetti il regolamento prevede che la “conta” venga fatta durante la discussione o prima del voto, non nel mezzo della relazione dell’assessore (in questo caso si parlava di commercio, e parlava Amoretti). Non pago, Fossati il giorno dopo ha dichiarato di volersi appellare al prefetto per la dubbia (a suo dire) interpretazione del regolamento. Insomma: anche basta.

 

 

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7 commenti

  1. Sulla mozione dell’acqua pubblica mi permetto di intervenire, da persona informata sui fatti in quanto direttamente coinvolta, per ristabilire i reali fatti in merito al presunto mancato coinvolgimento del PD nella stesura della mozione proposta da SEL.
    Non è vero, come Montanari avrebbe avuto modo di verificare, che il PD non sia stato “interpellato sulla stesura della mozione”.
    La mozione è stata presentata da SEL pubblicamente ed al segretario del provinciale del PD ne è stata fornita direttamente copia per poter esprimere valutazioni e critiche, utili magari a condividerla. Lo stesso PD provinciale (tramite il suo segretario Faraldi) e cittadino (tramite il segretario cittadino) di Imperia è stato invitato all’incontro organizzato con tutte le forze politiche del centro sinistra prima della presentazione della mozione in consiglio comunale di Imperia proprio al fine di confrontarsi su di essa e farne una mozione comune a tutta l’opposizione. Il PD provinciale e cittadino non hanno ritenuto di partecipare a detta riunione mostrando scarsa attenzione al problema o forse la propria difficoltà ad affrontare un confronto sul tema.
    La mozione proposta da SEL, e condivisa dal comitato imperiese per l’acqua pubblica CIMAP e da altri partiti del centro sinistra, è nata da una approfondita analisi del problema della gestione del servizio di distribuzione dell’acqua in questa provincia, questione che viene affrontata da molti amministratori della provincia in sede di AATO idrico, nonchè dalla necessità di sostenere le iniziative che in tale sede devono prendersi per riorganizzare il servizio in conformità con la volontà popolare del referendum. Tale necessità non pare cogliere il PD che sul tema, a nome di Faraldi, si esprime con una curiosa interpretazione della volontà derivante dal referendum, che a suo dire non si poneva come fine il ritorno della gestione del servizio idrico in mani pubbliche, ma solo l’intento di impedire che diventasse per forza privato; evidentemente per Faraldi e il PD provinciale (e per sua ammissione anche Montanari) i milioni di italiani che hanno votato il referendum volevano che rimanesse libera la scelta tra gestirlo in forma pubblica o privata e lo slogan del referendum per l’acqua pubblica era evidentemente solo un modo simpatico per promuoverlo!
    Ma Montanari riesce ad andare oltre in quanto afferma che non si può definire come vada modificata la gestione del servizio idrico dopo il referendum in quanto non gli sono chiari alcuni “passaggi tecnici” per farla ritornare pubblica e che la proposta di SEL è quindi una fuga in avanti fatta solo per marcare le differenze in modo strumentale dal PD. Sinceramente penso che SEL abbia di meglio da fare e che si sia limitata ad esprimere la propria posizione sul tema, visto che la ha.
    Una cosa sola è chiara, che a “breve” il PD, come preannuncia Faraldi, farà assemblee pubbliche (chissà con chi visto che non le fa con gli altri partiti del centrosinistra e con il CIMAP) per definire la propria posizione così finalmente nessuno potrà più “stanarlo”.
    Informiamo il PD Faraldi e Montanari che da mesi, i comitati per l’acqua pubblica in numerose iniziative pubbliche, i sindaci della provincia in sede di AATO idrico e anche altri partiti tra cui SEL, sul tema hanno dibattuto, si sono confrontati e hanno portano avanti idee e proposte.
    Per Montanari magari motivate solo dallo scopo di “stanare” il PD?.
    Insomma per concludere il mio necessariamente lungo commento sarebbe bene che si perdesse la cattiva abitudine di scaricare le proprie contraddizioni politiche sugli altri utilizzando pregiudizi e argomentazioni false e si accetti invece il confronto e la critica verso le proprie posizioni che sul tema ha fatto in modo molto efficace il CIMAP.
    Certamente è più semplice se si riesce ad averne una chiara.
    Quanto alla mozione 18 anni in comune con cui Montanari ha meritoriamente ripreso la campagna lanciata dell’ANCI, faccio notare come quei subdoli criticoni della minoranza che assediano il PD non gli abbiamo fatto mancare il proprio incondizionato e convinto appoggio senza farsi tentare dalle lusinghe delle “pizze futuriste” piuttosto che da altre forme di astensione che spesso aleggiano in alcune aree dell’opposizione consiliare. Magari l’episodio potrebbe stimolare qualche riflessione sulle future alleanze del PD dato che purtroppo molti dubbi in merito rimangono.

  2. Grazie Lucio, ho letto con piacere il tuo intervento.
    Per quanto riguarda il fatto del coinvolgimento del PD sappiamo entrambi che non si può giocare con le date: la “presentazione” della mozione a cui ti riferisci e a cui è stato invitato il PD (del tutto tardivamente, tanto che né io né altri potemmo partecipare perché già impegnati in un’altra riunione di partito) si tenne il 28 marzo, ben 3 giorni prima della discussione in consiglio (che poi slittò per altri motivi, come sappiamo). La mozione era già stata presentata alla stampa (e in Comune) dalla prima metà di marzo, cioè un paio di settimane prima, e quindi coi buoi già scappati. Tanto che io, avendo appreso solo dal web della mozione, mi ero attivato per ricevere da Servalli il testo (che prima di allora né io né la segreteria del mio Partito avevamo mai visto). Quindi mi spiace ma no, non siamo stati coinvolti in alcun modo nella preparazione della mozione. Sono anche sicuro che non ti sfugge come sia ridicolo immaginare che basti una riunione poco prima del voto per “farne una mozione comune”, i cui requisiti indispensabili sono un “lavoro comune” e la fusione di “idee comuni” alla ricerca di “strategie comuni”. Tutto ciò presuppone confronti da consumarsi ex-ante, e non ex-post.
    Ma questo ovviamente non è un problema, SEL ha tutte le ragioni di voler sposare una linea senza aver preventivamente cercato e ottenuto condivisioni; ha un po’ meno ragione nel voler forzatamente estrapolare dalla posizione del PD, nell’ordine: la riluttanza ad accettare il confronto, il travisamento della volontà popolare espressa dal referendum, spaccature/contraddizioni/indecisioni interne, etc., per il motivo di non aver detto incondizionatamente Sì ad una soluzione prendere-o-lasciare che nel merito non ci convince del tutto.
    E riguardo al merito, appunto, non trova ancora risposta il mio interrogativo (che citi ma non colmi) sulla strada da percorrere per giungere ai risultati auspicati nella mozione. Senza polemica, vorrei conoscerli.
    Sarà anche che nel PD, su questo tema come in altri, ci sono più teste e più idee, ma non sempre è peggio che avere -come si suol dire- “poche idee ma ben confuse”.

    ps: quella delle “pizze futuriste” è bella 🙂

  3. caro giorgio
    evviva il confronto! Effettivamente ho difficoltà a contestare le ragioni che hai esposto in quanto sono prive di una sintesi sul problema di come organizzare la gestione del servizio di distribuzione dell’acqua e di depurazione e quindi difficilmente criticabili se non per la loro ambiguità.
    Attendo fiducioso dal PD una posizione ufficiale sul tema (a breve immagino che sia pronta ma vi avverto che nell’AATO idrico già da tempo si discute e delibera sul tema seppur “orfani” di tale contributo) almeno a quel punto ci si potrà confrontare.

    Nel frattempo SEL il sindacato e le altre forze sociali progressiste del paese continueranno ad esprimere la propria posizione anche sui diritti civili, di cittadinanza, sui diritti dei lavoratori (vedi l’Art. 18), fiduciosi che a breve si possa conoscere anche cosa ne pensa in merito il più grosso partito del centrosinistra italiano.

  4. Carissimo Giorgio,
    tre considerazioni su quanto affermi:
    1) personalmente mi sono state date 3 versioni diverse sul motivo per il quale nessun rappresentante del PD ha partecipato alla riunione con gli altri partiti e con il CIMAP:
    a) quella che indichi tu del “ritardo” nella comunicazione e quindi la difficoltà, avendo già preso altri impegni, di poter partecipare
    b) quella che la scelta di non partecipare è stata detta dal fatto che (legittimamente, sia chiaro!) il PD voleva effettuare un’analisi interna approfondita della situazione relativa alla gestione del servizio idrico in Provincia di Imperia e non avendo ancora discusso approfonditamente, nessun rappresentante del PD poteva portare la posizione ufficiale del Partito
    c) che il non venire alla riunione era il modo di mandare un “messaggio” a SEL per sottolineare il mancato coinvolgimento “preventivo” del PD sulla mozione.
    Qual è la risposta definitiva ? la (a), la (b), o la (c). La accendiamo ? 😉

    2) non sono abbastanza addentro ai meccanismi politici e partitici (grazie a Dio), quindi ti pongo una domanda: tutte le volte che il PD ha in mente una mozione, un ordine del giorno da presentare in Consiglio Comunale coinvolge PRIMA di scrivere il testo le altre forze di minoranza ?

  5. 1) Ognuno avrà il proprio motivo per non essere venuto. Io (e quando scrivo IO vuol dire che parlo PER ME) non sono venuto perché in quell’esatto momento ero in una riunione della segreteria cittadina del Partito Democratico di Imperia. E, per inciso, ho saputo della riunione esattamente alle 15:09 (ben 3 ore prima) quando mi è stata girata l’email di “convocazione”, che comunque nemmeno in origine era stata mandata con chissà quale anticipo (email da Sel a Faraldi: ore 17:26 di venerdì 24, bontà loro). Beninteso che se anche fossi riuscito a venire all’incontro non è che avrei portato il vino dicendo “eccoci, condividiamo pure questo”. (Così tanto per esser chiari)

    2) Non serve essere dentro meccanismi politici, ma è sufficiente un minimo di buon senso per capirlo, sempre che si voglia capirlo. Cerco di rispondere alla tua domanda nella maniera più chiara che mi riesce: se SI VUOLE realmente fare una mozione condivisa allora “Sì”. Basta fare così: si coinvolgono tutti quelli che si vuole coinvolgere, si scrive la mozione assieme se è ancora da scrivere (oppure la si propone agli altri e si chiede loro di apportare modifiche se è possibile) per arrivare allo scopo di un’approvazione sia “ideologica” sia “formale” (e cioè si FIRMA tutti quanti la mozione e poi la si consegna all’ufficio protocollo del Comune). Dopodiché conferenze stampa tutti assieme, ricchi premi e cotillons.
    Se invece NON SI VUOLE coinvolgere gli altri allora la risposta è: “NO” e più precisamente si fa così: si scrive la mozione, la si firma, la si presenta all’ufficio protocollo, la si presenta alla stampa come “la mia mozione”, si aspetta che venga calendarizzata, nel frattempo la si manda agli altri partiti _solo_ su esplicita richiesta, e per concludere si indice una riunione 3 giorni prima della discussione per dire che ovviamente si vuole “fare una mozione comune” in modo da avere un alibi perfetto per rompere le palle a chi non la voterà.
    Devo essere più specifico o puoi indovinare da solo chi ha seguito questa seconda strada? La accendiamo? 😉

    Piuttosto di elucubrare sulle differenze (e guarda caso, la mia teoria trova puntuale riscontro in ogni replica) tra le risposte che dà e non dà il PD (che tema interessante, eh!?!), farsi un esame di coscenza e/o rispondere alla mia domanda sul merito della mozione sembra brutto?

  6. Carissimo Giorgio,
    per quanto riguarda gli esami di coscIenza (con la “i”, dal Garzanti o dal Devoto-Oli, scegli tu): stai sereno, me li faccio tutti i giorni, più volte al giorno e su questa questione sono convinto di avere la coscIenza a posto.

    Sulla tua domanda sul merito della mozione: la risposta e articolata in varie fasi, ma la più importante è la prima: rispettare la Legge.

    Concordo che il percorso verso l’azienda speciale consortile sia irto di difficoltà, non ho mai detto che sia facile: bisogna affrontarlo un passo alla volta ed il primo passo è rispettare la Legge.

    E la Legge prevede che all’entrata in funzione del gestore unitario provinciale tutte le concessioni affidate agli attuali gestori decadano e passino al gestore unitario.

    Quando avrete accettato questo, avremo fatto un passo avanti e se ne potrà discutere. La discussione la farete, però, con qualche altro attivista dei movimenti per l’Acqua Bene Comune perchè dal mio punto vista avete vinto voi: mi avete sfiancato e sono stanco di discutere, cercare di spiegare quanto credo di aver capito della normativa, del piano d’ambito, etc…

    Rallegratevi perchè non avrete più tra i piedi quel rompicoglioni di Robert.

  7. Caro Robert,
    grazie per la correzione; d’altronde le mie sviste ortografiche/lessicali/grammaticali sono la seconda attrazione di questo blog.
    Per il resto non mi rallegro affatto, perché considero la molteplicità di opinioni all’interno del Partito una ricchezza anziché un ostacolo, e voglio confidare nel fatto che cambierai idea e continueremo a confrontarci.

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