il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Il libro dei sogni

Prendo spunto dalla lettera sui lavori pubblici (già pubblicata da ImperiaParla, per cui non sto a reincollarla anche qui) per parlare del “quaderno di Imperia”. L’opuscolo è stato presentato la settimana scorsa e illustrato in una serie di incontri in biblioteca, dove credo sia attualmente ancora possibile vedere in esposizione i vari disegni. Sono i progetti relativi al rifacimento di una dozzina tra piazze, strade, e angoli cittadini. Alcuni li avevo già visti dal vivo, altri mi pare solo sui giornali.

L’amministrazione ha puntualizzato più volte che “non è il libro dei sogni”, mettendo le mani avanti – immagino – su eventuali critiche circa la fattibilità. Io direi che non ci sarebbe nemmeno nulla di male a dichiarare che si tratta di opere difficilmnte realizzabili, l’importante è non mentire. Mettere gli stessi progetti in un programma elettorale – faccio per dire – o in un libro dei sogni non è la stessa cosa: nel primo caso è scorretto – perché si cerca consenso dando per possibili opere che non lo sono – nel secondo significa essere onesti e ammettere che potendo si vorrebbe fare, ma – ahimé – purtroppo non si può.

Se queste opere siano realizzabili o meno, io con certezza non lo so. Alcuni elaborati piacciono al mio occhio architettonicamente profano, anche se c’è da dire che i rendering con fontanelle zampillanti, alberi folti e slanciati, bambini con le mamme e giornate luminosissime, fanno la loro parte abbellendo il quadro. Ma a parte questo, è ovvio che ci sono delle difficoltà nel mettere in pratica quello che quei progetti propongono, per quanto in molti casi sicuramente affascinante.

Innanzitutto il budget. Sin’ora gli interventi finanziati sono unicamente quelli che riguardano la Marina e il Parasio, con i tre nuovi ascensori e la conversione del mercato coperto; si faranno grazie ai finanziamenti regionali per il progetto “Dal Parasio al mare”. Per gli altri c’è esclusivamente un idea su come poterli fare e null’altro. Non credo che il Comune possa permetterseli allo stato attuale delle cose. Vegetazione, sculture, parcheggi coperti, materiali pregiati e punti luce finché sono stampati sono gratuiti, ma nella realtà costano quattrini.

In più ci sono aspetti complessi, come quelli legati alla viabilità, che andrebbero studiati organicamente prima di cedere alla tentazione di annunci stampa “3,2,1: mettiamo i dehor!” per poi accorgersi che è inutile tentare di imporre queste cose dall’oggi al domani. E ci sono alcune questioni da definire una volta per tutte, come la pista ciclabile. Prima era “sopra la passeggiata degli innamorati!”, poi “non si può fare, e la pendenza non la consentirebbe nemmeno, allora lungo la ferrovia!”, e poi ancora “ormai il progetto è stato fatto così, quindi di nuovo sopra via Moriani!”. Continuo a essere in disaccordo con l’Assessore all’arredo urbano su questa cosa: ha ridetto che ai progettisti non sono state date indicazioni vincolanti, ma carta bianca. Può andar bene come stimolo, in qualche caso; ma per alcuni interventi prima è necessaria una scelta di tipo politico, che individui la direzione in cui si vuole andare. Al progettista in seconda battuta sarà affidato il compito di realizzare quell’aspettativa, coniugando al meglio le esigenze estetiche, architettoniche, funzionali ed economiche.

A un amico architetto che sempre lì in biblioteca mi chiedeva cosa ne pensavo, ho risposto che li ritengo “esercizi di stile” in cui, se fossi stato un architetto, mi sarei volentieri cimentato anch’io.

A proposito, qui c’è il collegamento coi lavori pubblici: nella lettere che citavo si parla dei conflitti di interessi di alcuni amministratori nel campo dell’edilizia. I professionisti che hanno partecipato al “quaderno di Imperia”, scelti dall’amministrazione comunale, l’hanno fatto gratuitamente e a caval donato non si guarda in bocca. Ma se chi dona è “il figlio di” o “il socio di”, dubitare della parzialità della scelta mi pare lecito. E’ evidente che un domani, se i lavori verranno in qualche modo finanziati (con soldi pubblici o tramite una fondazione) allora ci saranno anche da considerare i dovuti compensi per i relativi autori. Sarebbe bello che tutti i giovani architetti imperiesi, e non solo alcuni, abbiano le stesse chances di proporre alla città le loro innovative idee. Non come in piazza Marconi, per dire; lo stesso nome c’è anche qua, e in buona compagnia.

A margine della presentazione dei progetti c’è poi stato anche un interessante incontro sull’ecosostenibilità urbana e sul marketing territoriale (di quest’ultimo ad alcuni amministratori locali bisognerebbe fargliene un corso intensivo). A un certo punto Giulio Geluardi de La Stampa ha incalzato il Sindaco su questi due punti: quali progetti concreti per il rilancio delle frazioni, e quali intenzioni in merito all’adesione al patto dei sindaci. In entrambi i casi la risposta non è arrivata. E pensare che il programma elettorale per le frazioni prometteva percorsi turistici, competizioni di addobbo floreale nonché mercatini itineranti a cadenza mensile, e infine di “approfondire la fattibilità” di una strada a monte. Ecco, quello sì che era un libro dei sogni.

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3 commenti

  1. ma la viva è un sogno ….. o il sogno aiuta a vivere… grande marzullo hihi

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