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La mafia che intendiamo noi

Alle parole del coordinatore cittadino del PdL Alessandro Gazzano non sarebbe seguita una replica se non fosse per la gravità dell’affermazione “A Imperia la mafia che loro intendono non c’è” davanti alla quale non è possibile soprassedere.

Se già quelli del “mancato invito” o dell’utilizzo della fascia tricolore sono argomenti piuttosto deboli utilizzati al solo scopo di fomentare la polemica e distogliere l’attenzione dal problema reale, sostenere che la mafia qui da noi non esiste vuol dire negare l’evidenza.

Non solo: significa sorvolare sull’esistenza di un Comune (Bordighera) di cui un’apposita commissione sta valutando l’eventuale scioglimento; significa smentire il rapporto di Legambiente secondo cui la nostra provincia è terza in classifica per incidenza di eco-reati; significa far finta di non sapere che le indagini hanno più volte portato la DIA anche nella nostra città; significa sottovalutare i numerosissimi attentati che sono avvenuti dalle nostre parti; significa pensare ingenuamente che la mafia si manifesti solo con il pizzo e la lupara; significa ignorare che già più di 10 anni fa l’allora Prefetto di Imperia descriveva nel dettaglio l’attività della ‘ndrangheta nella nostra Provincia.

Tale atteggiamento è inaccettabile in particolar modo da parte di chi ricopre incarichi così importanti a livello partitico e istituzionale. Il compito della politica dovrebbe essere quello di risolvere i problemi, non di ignorarli; per questo sarebbe necessario innanzitutto prenderne coscienza, superando con la dovuta onestà intellettuale l’imbarazzo creato dal presunto coinvolgimento di esponenti del proprio partito in situazioni a dir poco ambigue.

La magra consolazione è che tutto questo dimostra proprio che iniziative come Mafiosissima sono tutt’altro che inutili: infatti i relatori hanno descritto nel dettaglio e dati alla mano dove, come e perché la criminalità organizzata agisce nel nostro territorio. Chiunque abbia assistito alla nostra manifestazione non potrebbe mai fare dichiarazioni così avventate, per non dire irresponsabili, come quella di Gazzano.

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12 commenti

  1. Partendo dal presupposto che i dibattiti (dove ci si può confrontare e grazie ai quali il pubblico può “decidere”) mi piacciono parecchio più delle conferenze (anche se simpatiche), aggiungendo, inoltre, che sicuramente un invitino a “qualcuno dell’altra campana” avrebbe tutelato gli organizzatori dalle attuali polemiche e dato più risalto, importanza e ufficialità alla manifestazione stessa (magari il prossimo anno), devo dire, però, che certe critiche del Centro-Destra imperiese, indignato per lo scorretto utilizzo di un pezzo di stoffa colorato, mi hanno fatto proprio sorridere. E dire che arrivano da persone con un gran senso dell’umorismo (senza doppi sensi).

    Qualcuno del PDL si era anche proposto, ma…

    “Tu non vieni”!
    Non importa sai c’avevo judo, ma se serve Vi porto i dischi, così potrete ballare i lenti
    “Porta pure ma non entri”
    Ma perché siete così? Io che credevo.. Io che speravo.. Parteciperò! Mi auto-inviterò! Dannata festa delle medie!

    (scusate non ho resistito…)

  2. Ricordiamoci che non era un comizio, e che i relatori non erano politici, ma “tecnici”.

  3. Vero (anche se sulla “purezza tecnica” dell’incontro non sono del tutto d’accordo). Infatti, il non aver avuto un dibattito non ha snaturato il simpatico appuntamento estivo o limitato la sua la sua gittata mediatica; ha solo, a mio parere, aperto il fianco alle critiche, depotenziando un po’ la capacità persuasiva del messaggio.

  4. Il discorso sulla forma dell’incontro è interessante.
    Alcune considerazioni che mi vengono in mente: i relatori di certo avranno le loro idee politiche, ma non credo che ci sia sempre un'”altra campana”. Mi spiego: davanti ai dati e alle cifre (ovviamente mi sto riferendo soprattutto al rapporto di legambiente) secondo me c’è poco da discutere.
    O diciamo che i dati non sono veri o non attendibili, oppure ne prendiamo atto e li accettiamo. Fermo restando che non vedo la convenienza a gonfiarli in virtù della propria appartenenza politica. E cioè: non è che perché sono di sinistra mi fa piacere che ci sia la mafia così posso dare la colpa alla destra…
    Per quanto riguarda il dibattito, non è vero che non c’è stato.
    I relatori hanno parlato, e poi il microfono è stato aperto ai contributi di chiunque abbia avuto voglia di intervenire.
    Di sicuro non aveva senso fare un incontro tipo “assemblea” dove uno dice “la mafia c’è” e l’altro risponde “la mafia non c’è”.
    Noi abbiamo voluto parlare di Mafia facendo intervenire personalità che abbiamo reputato tecnicamente autorevoli, ciascuno in ambiti leggermente differenti.
    E poi a ben vedere non mi risulta che ci sia qualcuno così dissennato da controbattere “la mafia non c’è”. A parte Gazzano ovviamente. La cui autorevolezza (non me ne voglia) è nulla rispetto a Lupi, Preve o Venneri.
    Ad ogni modo ci sono gli MP3 di tutto il pomeriggio, li pubblico a breve sia qui che sul blog di mafiosissima.

  5. I dati e le cifre cambiano (a volte addirittura di segno!) a seconda di chi li riporta (deficit, tesoretti, tassi di disoccupazione, polveri sottili, % di differenziata, ecc. nonostante siano fisicamente misurabili, nei talk show e discussioni diventano improvvisamente mooolto elastici): l'”altra campana” ci sarà sempre. Inoltre, sicuramente importantissimi ma così poco interessanti per il pubblico, quanti giornali hanno riportato tabelle, percentuali o fatti esposti domenica e quanti hanno invece parlato della fascetta dell’amore di Fake-Strex e della mancanza di contraddittorio? Come titolavano le locandine locali?


    Di sicuro non aveva senso fare un incontro tipo “assemblea” dove uno dice “la mafia c’è” e l’altro risponde “la mafia non c’è”.

    Al contrario! A mio parere stava proprio lì il senso! Nel mostrare al pubblico che Mr. X sa facilmente argomentare e convincere del perché la mafia esista e, invece, Mr. Y ha difficoltà a dimostrare l’opposto!
    Il “faccia a faccia” ha la potenza per cambiare qualche mente (chi è elettoralmente in vantaggio, infatti, rifiuta sempre i confronti diretti), tutto il resto risulta molto meno penetrante.

    Ah, rimane il mio modestissimo punto di vista.

  6. Il tuo punto di vista è interessante.
    Forse è solo questione di impostazione.
    A essere sincero non volevo intendere che quello che è stato detto è la verità assoluta. Direi piuttosto che noi avevamo una tesi, e l’abbiamo argomentata e supportata nel modo che ci è parso migliore.
    Sarà che a me pare così evidente la fondatezza della nostra “tesi” (supportata dai fatti, dagli addetti ai lavori, etc…) che mi parrebbe assurdo che venisse qualcuno a dire il contrario.
    Provo a spiegarmi con un esempio: è come se a un convegno sui danni del fumo, (chessò sulle malattie e i problemi etc…), si facesse intervenire qualcuno che cerca di convincere che il fumo fa bene.
    Beh, non glielo permetterei: sono qui che cerco di convincere la gente a smettere col fumo o come difendersi dai danni e tu porti il discorso un passo indietro, negando il problema perché magari ti fa comodo (ad esempio per vendere più sigarette) ?
    Noi abbiamo deciso, in effetti, di saltare quel primo passo, di darlo per assodato. Ci siamo detti: parliamo della mafia, che è un problema che c’è, e parliamo di come funziona e cosa possiamo fare.
    Il titolo non era “Mafia: qui da noi c’è o non c’è?” bensì “Mafia nel ponente ligure”.
    Insomma, per farla breve: nessuno andrebbe alle riunioni dei Testimoni di Geova per cercare di convincerli che Dio non esiste.

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  8. Hai detto bene: la vostra (posso dire la nostra?) è una tesi da argomentare, infatti, come sai, molti nostri concittadini sono convinti del contrario (e, se ho capito bene, anche qualcuno che ci “governa”). E’ proprio qui che, voi organizzatori, avete dimostrato carattere, coraggio e senso civico (nella sua vera accezione). Ammirevole. Grazie.
    Quale migliore dimostrazione sarebbe stata veder pubblicamente sgretolarsi la tesi “negazionista” contraria sotto il peso dell’evidenti argomentazioni degli oratori intervenuti?

    La nocività del fumo, invece, non è più una tesi. E’ un assioma: è dato per assodato, si parte da li nelle discussioni sul tema. Non è più da dimostrare, non servono dibattiti, ne sono convinti tutti. Si discuterà se, per smettere, è meglio la terapia farmacologica o quella psicologica, se cerotti o chewing gum, se “È facile smettere di fumare se sai come farlo” è sufficiente o se c’è un testo migliore, ecc.

    Aggiungo che nessuno andrebbe a riunioni di religiosi per discutere se Dio esista o meno e, soprattutto, quale credo sia quello corretto perché semplicemente è indimostrabile (o meglio, ci provano da un paio di millenni, senza grandi risultati).

  9. Massì, era ovviamente solo un esempio 🙂

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