il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Gioca con i fanti e lascia stare i Santi

Il circolo locale dell’IdV ieri ha pubblicato un post sulla sanità (titolo: L’Ospedale unico?… Una questione di Santi! – a quanto pare semifotocopiato da questo del 2009 firmato da Mariano Mij) e il risultato è un po’ una macedonia di informazioni in alcuni punti parziali, in altri datate, e in altri ancora del tutto errati.

Partendo proprio dai Santi, non capisco lo sbigottimento nel constatare che a S. Giovanni Rotondo – città di appena 27 mila abitanti – ci sia una struttura ospedaliera che “… conta circa 1200 posti letto e ha un completo DEA di 2° livello con tanto di Cardiochirurgia, Neurochirurgia, Politraumatologia…”. Tutto vero, ma innanzittutto la Casa sollievo della sofferenza è una struttura privata, retta da una fondazione religiosa, che per di più opera da 50 anni in una delle città con il maggior afflusso di pellegrini, devoti di Padre Pio che ne fu tra l’altro il fondatore. Insomma: ogni paragone con gli ospedali pubblici nostrani non è solo azzardato, bensì del tutto fuori luogo.

Che dire poi di…

Nessuno ha mai avuto l’idea di far pagare i pasti ospedalieri, anche solo 5 euro l’uno?”

(E questo nell’articolo originale di Mij – che è in Rifondazione Comunista – ovviamente non c’era.)

Ragazzi miei, se proprio nessuno fin’ora ha mai avuto questa malsana idea, compresi i più spregiudicati ministri degli ultimi anni, ci sarà pure un motivo, o no? Forse che sia la proposta più assurda riguardo alla sanità che si sia mai sentita? Assurda e inaccettabile da parte di una forza politica che non solo ha una presenza istituzionale che dovrebbe indurla a una maggiore prudenza e razionalità, ma che deve anche saper usare tutto il buon senso di questo mondo nel calibrare le proprie proposte. No, non si può far pagare i pasti; nemmeno “anche solo 5 euro l’uno” (che è più di una mensa universitaria o aziendale). Altrimenti chi non ha i soldi (nb: in un mese di degenza fan 300 e rotti euro, colazioni escluse) che fa? elemosina le briciole dal vicino di letto? si porta la schiscetta da casa? E se facessimo pagare il vitto, considerandolo erroneamente un plus a discrezione delle tasche dell’utente, allora perché non anche la carta igienica che i bambini usano a scuola? Dev’essere chiaro: lo stato fornisce il trattamento ospedaliero che comprende necessariamente anche i pasti, che quindi devono essere gratuiti e per tutti; non c’è discussione.

Ed è proprio una questione di soldi a rendere necessario il riordino della sanità ligure, approvato tra l’altro anche dall’IdV in Consiglio Regionale. La salute è uno dei nostri diritti fondamentali, e nessuno vorrebbe risparmiare un centesimo in questo settore. Chiunque gradirebbe avere i migliori centri specialistici vicino a casa, d’eccellenza, e giustamente gratuiti. Ma mancano le risorse: dallo Stato solo nel 2010 arriveranno 85 milioni di euro in meno, e dunque riorganizzare la sanità non è una “volontà”, ma una “necessità”, derivante anche dalla “volontà” (questa volta sì) di non aumentare le tasse. E’ una differenza fondamentale e imprescindibile.

Per questo non ha senso domandare maliziosamente agli imperiesi “siete per caso favorevoli all’accorpamento delle maternità su Sanremo?”. Certo che no, per i motivi di cui sopra: nessuno sarà mai contento di avere meno servizi, o comunque di averli più distante. Ma se una scelta va presa, per quanto impopolare, poi bisogna avere la coerenza di difenderla, senza indire estemporanei referendum dall’esito certo; fermo restando che ancora non è affatto sicuro che si farà così, non si può nemmeno temporeggiare con un piede in due scarpe: quella istituzionale a Genova e poi quella “popolare” in periferia, dove è facile cavalcare (per non dire alimentare) con la retorica un determinato malcontento.

Tra l’altro, andando nello specifico:

Al fine di garantire la migliore qualità assistenziale e razionalizzare l’uso delle risorse, Regione Liguria intende favorire la progressiva concentrazione delle attività di assistenza al parto e al neonato in strutture aventi le caratteristiche del punto nascita di 2° livello. Resta fermo, ai sensi della normativa vigente, il mantenimento della funzione ostetrico-ginecologica nelle strutture sede di D.E.A.

Inoltre se è vero che un unico punto nascite aumenta il tragitto di chi risiede in alcune zone del bacino di utenza, è anche vero che con una struttura c.d. “di 2 livello” al posto dei primi livelli odierni, andrebbero ad essere recuperati molti di quei casi che attualmente devono trasferirsi fuori provincia, prevalentemente a Genova (S. Martino e Gaslini). Di questo non ne teniamo conto?

Infine, non si deve far confusione tra le specialità e il DEA. Il livello di quest’ultima è relativo alla medicina d’urgenza, mentre il settore specialistico è tutt’altra cosa. E non è vero che il nuovo ospedale, se e quando si farà, non avrà un DEA di secondo livello.

Ora, siccome tutto è perfettibile, lo è di sicuro anche il Patto salute 2010-2012 (ah, lo potete scaricare qui). Ma buttar lì proposte fantasiose, inattuabili, e demagogiche al punto di prendersela – forse inconsapevolmente? – con il proprio partito, è controproducente e non serve a nulla se non ad aumentare il malcontento e disinformare sulle vere ragioni che hanno portato a una serie di scelte cui l’IdV stessa si è mostrata favorevole.

Cari amici dell’IdV, si vuole discutere di sanità? Lo si faccia in maniera seria, allora. Organizzate un tavolo sull’argomento, invitate l’Assessore Montaldo e i consiglieri Regionali – soprattutto i vostri –  per analizziare la situazione e parlarne tutti assieme, conti e documenti alla mano.

Ma per favore lasciamo perdere i Santi che, a ben vedere, in tutta la questione c’entrano davvero poco.

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20 commenti

  1. Gentile Montanari, sono io l’autore del contestato intervento che l’italia dei Valori mi ha pubblicato e perci

  2. Gentile Montanari, sono io l’autore del contestato intervento che l’italia dei Valori mi ha pubblicato e perciò me ne assumo le responsabilità.

    Le sembrerà strano, ma sono uno che ha sempre votato a sinistra da prima che lei nascesse e che è andato anche a tutte le primarie portando il proprio contributo, prima ai DS e poi al PD.

    Però, fin dall’inizio mi sono sempre schierato contro l’idea dell’ospedale unico che era venuta a Giuliano, ma che poi, incautamente ha sposato Burlando.

    Il documento del bravissimo Dott Mij lo ho approvato in toto perché è un ottimo Medico ed è addentro come pochi ai problemi ospedalieri.

    Ho ritenuto riproporlo con qualche rimaneggiamento perché mi è sembrato attuale dopo le decisioni prese a danno della città di Imperia, che, se andiamo avanti così, si trasformerà veramente in un paesone di seconde case, senza più giovani e, pur contando un bacino di oltre 60.000 abitanti, sarà senza ospedale. Unico caso in Italia, ma con un grande parcheggio di lussuose barche.

    Il discorso sul pagamento dei pasti mi è venuto in mente perché in questo ultimo anno ho dovuto purtroppo essere ricoverato per un serio intervento, non nella mia città ma al S. Corona come tanti che vanno altrove per le note carenze della Sanità imperiese.

    Perciò, ho notato lo spreco giornaliero dei cibi. E’ davvero impressionante il cibo che viene buttato perché non viene consumato per vari motivi dai pazienti. Tonnellate al giorno, alla faccia delle carenze del terzo mondo!

    Non sarebbe meglio migliorare la qualità dei cibi e dare ai pazienti quello che veramente desiderano dietro un esiguo pagamento?’

    Secondo Lei, quando una persona non è ricoverata e mangia a casa, quanto spende? E allora perché non può contribuire alle spese della Sanità, spendendo anche meno di quello che spende a casa? 5 euro a pasto, colazione esclusa sono troppi? Facciamo qualcosa meno, ma almeno, con i soldi risparmiati evitiamo di tagliare servizi medici essenziali e aumentiamo il personale infermieristico e medico.

    Forse non sa che il tempo di degenza è estremamente ridotto, per cui il soggiorno ospedaliero, dura veramente pochi giorni, salvo casi particolari che andrebbero valutati singolarmente guardando il reddito familiare.

    Sono sicuro che le persone veramente povere sono pochissime e che tutti potrebbero pagare un misero tiket sui pasti per non intaccare i servizi sanitari che sono quelli veramente importanti. E poi contenendo lo spreco alimentare, si avrebbe anche un valore educativo che non sarebbe male di questi tempi.

    La politica del buon padre di famiglia non è ne’ di destra ne’ di sinistra.

    In tempi di ristrettezze economiche, prima di tagliare l’essenziale si taglia il superfluo, ho vissuto un’infanzia povera ma dignitosa e ho fatto una vita piena di sacrifici, perciò, data anche la mia età, penso di avere il diritto – dovere di trasmettere la mia esperienza alla Sua generazione cresciuta nella bambagia.

    Cordiali saluti e buon lavoro.

    Luigi

  3. Sig. Montanari prendo spunto dalle sue cortesi argomentazioni per puntualizzare alcune semplicissime questioni e chiarire alcune cose:

    Il circolo “Falcone e Borsellino” NON è il Partito dell’Italia dei Valori e non ha titolo alcuno per parlare a nome e per conto del Partito dell’Italia dei Valori…

    Il circolo Falcone e Borsellino non è la voce e, tanto meno, la cassa di risonanza del partito dell’Italia dei Valori locale né, ancora meno, di quello Regionale. Il blog “Falone e Borsellino” raccoglie semplicemente le opinioni dei soci del circolo che, a differenza dei circoli del PD, non hanno l’obbligo di avere la tessera del Partito in tasca. Ogni uno scrive liberamente quello che pensa e che ritiene giusto comunicare in piena libertà rispondendo solo alla propria coscienza.

    Sul blog “Falcone e Borsellino” pertanto postano liberi cittadini che possono scrivere il proprio pensiero anche quando trovano spunto da altre riflessioni che certamente condividono facendone poi, come Lei sostiene, una macedonia.

    Inoltre, invece di definire demagogiche le proposte e maliziosi i post ci si confronti nel merito e con argomenti argomentati, in fondo, Le rammento che Lei è stato eletto Consigliere Comunale dai Cittadini Imperiesi e non dai Cittadini di Sanremo e tanto meno da quelli di Genova.

    Sig. Montanari il suo post è il seguito di una poco educata telefonata ricevuta dal sottoscritto da un Consigliere Regionale del PD che, alle 11 di sera, si è messo a gridare come se fossi un suo dipendente o suo figlio… Vede Sig. Montanari il Consigliere Regionale poteva semplicemente argomentare le proprie ragioni postando un commento e, siccome l’importanza delle sue riflessioni non era cosa da semplice commento, molto probabilmente sarebbe stata pubblicata in in post. In democrazia esiste la critica e la replica e questo vale per tutti: vale per Lei, vale per Me e anche, e soprattutto, per il Consigliere Regionale che ha un compito ed un incarico certamente molto importante ed impegnativo… ma, per questo, non privo di critica..

    Cordialmente.

    Dario Dal Mut

  4. Caro Dario [innanzitutto, perché mi dai del lei ?? 🙂 ],
    prima rispondo a te.
    Prendo atto di quel che mi dici; è ovvio che potete scrivere sul blog in piena libertà, anche in contrasto con la “linea ufficiale” dell’IdV, soprattutto se in riferimento a “livelli territoriali” differenti dal vostro. Io stesso sono stato spesso critico con il PD, e continuerò ad esserlo quando lo riterrò opportuno. Non sono, come non lo siete voi, il difensore d’ufficio del mio “apparato”.
    Però non dovreste arrabbiarvi se vi si fa notare una qualsiasi discrepanza tra quel che diffondete (che, detto per inciso, è facilmente confondibile con una vostra “posizione ufficiale”) e quelli che invece sono gli atteggiamenti dell’IdV nei vari livelli di governo.
    Il mio post non voleva essere un attacco personale (non conosco personalmente l’autore) né tantomeno all’IdV in generale. Le mie sono critiche (opinabili quanto si vuole, ma senza dubbio circostanziate) su un tema preciso e reale.
    Per quanto riguarda la “demagogia”, non è un’offesa, ma una critica precisa ad un atteggiamento che secondo me si trincea dietro lo scudo dell’autonomia di cui sopra criticando indistintmente le decisioni impopolari senza dare giustificazioni approfondite se non quella che “i cittadini vogliono così”.
    Ed è per questo che la malizia io non la vedo affatto nel post in sé (che per quanto non mi trovi concorde è sicuramente stato scritto con l’appropriata onestà intellettuale) bensì – come ho difatti scritto – specificatamente nella domanda “cosa ne pensano gli imperiesi dell’accorpamento”, perché è ovvio che la risposta ad una questione del genere non può che essere una e una sola. E non ha nulla a che vedere con la mia elezione, e francamente non vedo come potrebbe: se non fossi consigliere comunale credo che il mio post non sarebbe stato diverso di una virgola.
    Infine, per quanto riguarda l’episodio che racconti, non è mia intenzione entrare in questioni private e/o personali che tali dovrebbero rimanere e soprattutto che non mi riguardano.
    Sappi solo che sono d’accordo con te sul diritto di critica, ed è per questo che ti sto rispondendo con piacere così come ho letto con attenzione quanto tu e Luigi mi avete scritto. E credo anche che discutere delle cose non possa che far bene.
    Giorgio

  5. G.le Luigi, grazie per la risposta e per avermi fornito altri importanti spunti di riflessione.
    Mi dispiace ma continuo ad essere in completo disaccordo sulla questione dei pasti!
    Gli sprechi sono sempre deprecabili, ma purtroppo non è un motivo sufficiente per farli pagare. A buone intenzioni non devono seguire cattive soluzioni.
    Senza contare che spesso in ospedale chi “non consuma” il pasto non lo fa per capriccio, ma per motivi legati alla propria salute oppure perché ci si alimenta col cibo che parenti e amici portano da fuori (chi ha la fortuna di averli).
    Ma, ripeto, non si può sospendere la gratuità del cibo in ospedale, perché come ho già scritto è parte essenziale del servizio ospedaliero di base.
    Nè tantomeno è pensabile di “migliorare la qualità dei cibi e dare ai pazienti quello che veramente desiderano dietro un esiguo pagamento”, non so se ti rendi conto di quello che vorrebbe dire trasformare la mensa ospedaliera in una specie di tavola calda “su ordinazione”. Oltre a non essere tecnicamente fattibile (se il “menu” è troppo variabile e diversificabile da paziente a paziente i costi salgono esponenzialmente) è proprio sbagliato il ragionamento. I pasti devono essere igienici, sani e nutrienti, più buoni possibili, e più economici possibili per non gravare eccessivamente sulla sanità. Si deve trovare l’equilibrio migliore su questa base. Poi possiamo anche discutere della qualità del cibo che arriva in corsia, ma è un altro argomento che non deve mettere in discussione la loro gratuità. Meglio pasti gratis per tutti con un puré insipido, che viceversa.
    Per quanto riguarda invece il tempo di degenza, la media Regionale è di quasi 10 giorni, a Imperia poco più di 8 (dati 2009 – http://tinyurl.com/2w7qe63 – fonte Reg. Liguria). Tu a quali dati ti sei riferito?
    Per quanto riguarda il valore educativo, è una bella idea tenere a stecchetto i ricoverati per educare i bambini.
    Già che ci siamo potremmo far pagare agli studenti il “sovrapprezzo luce” o la “gabella riscaldamento”, tanto mi si dirà: con tutto quello che sprecano a casa, almeno li educhiamo!
    Anzi, io proprio li porterei obbligatoriamente in visita in corsia, mostrandogli i degenti affamati con su scritto “una volta sprecavano il cibo”. Di sicuro una bella lezione di vita.

    Diciamo che l’unica cosa che approvo è che “La politica del buon padre di famiglia non è ne’ di destra ne’ di sinistra.”
    E’ vero, a volte basterebbe un po’ di buon senso.

    Giorgio

    ps: dimenticavo. Se mai un giorno dovesse piacerti un mio articolo a tal punto da volerne incollare grosse porzioni in un tuo post, ti invito gentilmente a specificare la fonte e citarmi come autore originale. Di solito si fa così. Grazie.

  6. In effetti confrontando gli articoli mi pare che sia praticamente ripreso paro paro, con qualche aggiunta e qualche cancellatura…sarebbe stato educato citare la fonte, altrimenti è un po’ scorretto…

    ah concordo con giorgio sui pasti gratuiti, il paragone con il riscaldamento nelle scuole mi sembra azzeccato

  7. Io ho (purtroppo) avuto modo di frequentare di recente vari reparti dell’ospedale di Imperia. Ho notato che i medici e gli infermieri usano un sacco di guanti usa-e-getta e li cambiano ad ogni uso.
    Proporrei di mettere un piccolo ticket sui guanti, per evitare gli sprechi: se paghi, allora ne mettono un paio nuovo per te, altrimenti continuano ad usare gli stessi del paziente prima! che ne dite? bell’idea, vero?

  8. @ Giovanna

    Bell’idea! Così le infezioni si propagano alla grande! complimenti…..

    Mai sentito parlare di norme UNI EN ISO ?????

    Per risparmiare perchè non partiamo dal tagliare i soldi pubblici dell’ASL 3 Genovese che vanno a finanziare la pubblicità elettorale di Burlando????

    ——> http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/05/05/spot-elettorali-la-asl-nel-mirino-del.html

  9. Gentile Montanari, cercherò di rispondere alle tue argomentazioni in modo sintetico chiaro, educato e senza battute di spirito, ma solo con razionalità e correttezza come mi è solito fare.

    Prima di tutto devo dire la verità sul testo rimaneggiato. So benissimo che quando si pubblica qualcosa scritta da altri bisogna citarne la fonte. Però, penso per ragioni personali e professionali, l’Autore, nell’ormai lontano settembre 2009, mi aveva autorizzato e pregato di far girare liberamente il documento che era un po’ diverso da questo senza citarne la fonte. E questo feci su alcuni siti, come ad esempio quello della CISL ove si può leggere il testo integrale.

    Questa volta, dopo aver aggiunto il pezzo sul pagamento dei pasti, lo avevo inviato solo come commento all’attenta disamina sulla Sanità ligure recentemente fatta da Alberto Napoli.

    Adesso provo invece a spiegare meglio il discorso del “tiket pasto” che tanto scandalo ha provocato.

    Innanzi tutto sono convinto che un ospedale che si rispetti deve innanzi tutto fornire eccellenti cure e servizi professionali al top della qualità senza carenze di personale e tagli di reparti o peggio di ospedali ove esiste un notevole bacino di utenza come ad esempio l’imperiese.
    Il tema della ristorazione è secondario, sappiamo benissimo che in molte cliniche private dall’aspetto accogliente e dalla ristorazione a 5 stelle la professionalità sanitaria lascia a desiderare.

    Ordinare i pasti non è affatto difficile e in passato, quando l’ospedale aveva i suoi cuochi si faceva, bastano due primi e due secondi a scelta, oppure dolce o frutta. Facendo così si migliorerebbe la qualità e si diminuirebbe lo spreco.

    Cinque euro sono troppi? Facciamo meno, 2 o 3 euro potrebbero andare? Non riesco a capire perché quando si mangia a casa il cibo bisogna comprarselo e poi ci vuole il gas per cucinarlo e quindi voglio vedere chi spende meno dei fatidici 5 euro, mentre all’ospedale deve essere gratis e ciò si traduce in un misero risparmio familiare ma molto pesante sul bilancio sanitario.
    Ciò non toglie che per i veri poveri si debba tener conto del valore ISEE e che i lungodegenti abbiano un trattamento più favorevole.

    Purtroppo anche gli adulti vanno educati e, sappiamo quanto ce n’è bisogno. Educare i bambini è semplice, ma per gli adulti non è facile, per questo sono state inventate le pene pecuniarie. E’ triste ammetterlo, ma è la realtà.

    Per finire, mi viene in mente il tiket sulle impegnative di 10 euro istituito nella finanziaria 2007, per cui, certi esami, tipo le analisi del sangue costavano di più con la mutua che pagando l’importo intero. A me era capitato e devo ammettere che era, oltre che costoso, soprattutto grottesco.
    E questo lo aveva fatto i governo che avevo appena votato e fatto votare con convinzione.

    Sempre in passato era stato proposto il tiket sui ricoveri ospedalieri e questo mi pare venga applicato nella civilissima Bolzano.

    Concludo ripetendo sulla Sanità non andrebbero fatti mai tagli perché sappiamo benissimo quanti sprechi e privilegi ci sono nell’apparato statale cominciando dalle sedi romane e regionali.
    Però, la realtà è molto diversa e allora, se l’apparato sanitario ha bisogno di una cura dimagrante, prima di toccare i servizi essenziali, cerchiamo altre possibilità ragionando razionalmente a 360 gradi.

    Cordiali saluti
    Luigi Guasco

  10. Gentile Montanari, cercherò di rispondere alle tue argomentazioni in modo sintetico chiaro, educato e senza battute di spirito, ma solo con razionalità e correttezza come mi è solito fare.

    Prima di tutto devo dire la verità sul testo rimaneggiato. So benissimo che quando si pubblica qualcosa scritta da altri bisogna citarne la fonte. Però, penso per ragioni personali e professionali, l’Autore, nell’ormai lontano settembre 2009, mi aveva autorizzato e pregato di far girare liberamente il documento che era un po’ diverso da questo senza citarne la fonte. E questo feci su alcuni siti, come ad esempio quello della CISL ove si può leggere il testo integrale.

    Questa volta, dopo aver aggiunto il pezzo sul pagamento dei pasti, lo avevo inviato solo come commento all’attenta disamina sulla Sanità ligure recentemente fatta da Alberto Napoli.

    Adesso provo invece a spiegare meglio il discorso del “tiket pasto” che tanto scandalo ha provocato.

    Innanzi tutto sono convinto che un ospedale che si rispetti deve innanzi tutto fornire eccellenti cure e servizi professionali al top della qualità senza carenze di personale e tagli di reparti o peggio di ospedali ove esiste un notevole bacino di utenza come ad esempio l’imperiese.
    Il tema della ristorazione è secondario, sappiamo benissimo che in molte cliniche private dall’aspetto accogliente e dalla ristorazione a 5 stelle la professionalità sanitaria lascia a desiderare.

    Ordinare i pasti non è affatto difficile e in passato, quando l’ospedale aveva i suoi cuochi si faceva, bastano due primi e due secondi a scelta, oppure dolce o frutta. Facendo così si migliorerebbe la qualità e si diminuirebbe lo spreco.

    Cinque euro sono troppi? Facciamo meno, 2 o 3 euro potrebbero andare? Non riesco a capire perché quando si mangia a casa il cibo bisogna comprarselo e poi ci vuole il gas per cucinarlo e quindi voglio vedere chi spende meno dei fatidici 5 euro, mentre all’ospedale deve essere gratis e ciò si traduce in un misero risparmio familiare ma molto pesante sul bilancio sanitario.
    Ciò non toglie che per i veri poveri si debba tener conto del valore ISEE e che i lungodegenti abbiano un trattamento più favorevole.

    Purtroppo anche gli adulti vanno educati e, sappiamo quanto ce n’è bisogno. Educare i bambini è semplice, ma per gli adulti non è facile, per questo sono state inventate le pene pecuniarie. E’ triste ammetterlo, ma è la realtà.

    Per finire, mi viene in mente il tiket sulle impegnative di 10 euro istituito nella finanziaria 2007, per cui, certi esami, tipo le analisi del sangue costavano di più con la mutua che pagando l’importo intero. A me era capitato e devo ammettere che era, oltre che costoso, soprattutto grottesco.
    E questo lo aveva fatto i governo che avevo appena votato e fatto votare con convinzione.

    Sempre in passato era stato proposto il tiket sui ricoveri ospedalieri e questo mi pare venga applicato nella civilissima Bolzano.

    Concludo ripetendo sulla Sanità non andrebbero fatti mai tagli perché sappiamo benissimo quanti sprechi e privilegi ci sono nell’apparato statale cominciando dalle sedi romane e regionali.
    Però, la realtà è molto diversa e allora, se l’apparato sanitario ha bisogno di una cura dimagrante, prima di toccare i servizi essenziali, cerchiamo altre possibilità ragionando arzionalmente a 360 gradi.

    Cordiali saluti
    Luigi Guasco

  11. Ciao a tutti,

    mi chiedevo: a cosa servono le mie tasse (alte lav. dipendente) se non a pagare anche il servizio sanitario nazionale e dunque in parte il cibo che viene servito? Non sarebbe un po’ come se l’assicurazione della mia macchina, che pago come tutti ogni anno, in caso di incidente mi chiedesse un extra?

    Inoltre, se il blog ITALIA DEI VALORI Circolo “Falcone e Borsellino” Imperia a Golfo Dianese non è l’organo con cui si esprime sul WEB l’IDV a livello locale (esclusivamente nei post, poiché quel che appare nei commenti è ovviamente “incontrollabile”), non sarebbe forse meglio togliere simboli di partito e cambiarne il nome? Che so: Circolo Amici di “Falcone e Borsellino” Imperia a Golfo Dianese…

    A presto,
    Dani

  12. @Dani:
    Ma poi immaginati chi non se lo può permettere, potrebbe decidere di non nutrirsi in ospedale per risparmiare… aumentando i tempi di recupero o aggravando la propria situazione di salute (e tutto questo, facendo un ragionamento puramente e cinicamente economico, potrebbe voler dire ulteriori costi per la sanità).

    Per la questione del blog, la penso come te. Anche perché alla fin fine i contenuti sono mischiati: ci sono post interi di De Magistris e di Di Pietro (con tanto di foto, simboli, etc…) e poi post evidentemente “liberi” senza filtro. E attenzione, “filtro” non vuol dire affatto “censura”: significa per lo meno circostanziare chi scrive il post e il suo contenuto.
    Altrimenti, per fare un paragone, è come se io dicessi a voce le peggio cose che mi vengono suggerite nell’orecchio. Hai voglia poi dire “io stavo solo riferendo, non è il mio pensiero ufficiale”, ma se la bocca è la mia dovrò per forza tener conto che facendola usare ad altri non si capisce più la differenza, o no?

    @Luigi
    Stare in ospedale può essere un “risparmio familiare” solo se proprio vogliamo considerare esclusivamente il cibo e il gas per cucinarlo, ma mi pare che il ragionamento diventi di questo passo veramente forzato. Allora che i malati si portino le lenzuola (così si risparmia di lavanderia) nonché carta igienica, pile a batteria per farsi luce, acqua da bere, stufetta, e via andando.
    Invece per quanto riguarda i servizi essenziali, i pasti ospedalieri lo sono a tutti gli effetti, è questo il punto. Non è un “plus”.

    Ad ogni modo, appurato che
    – la proposta non è dell’IdV ma tua personale
    – io personalmente non la condivido, e (senza temere di essere smentito) nemmeno il PD
    – possiamo proporre tutti quello che ci pare, ma poi o concretizziamo in qualche maniera oppure tanto vale smettere di parlarne

    mi chiedo se ci sia qualcuno disposto a far propria l’idea e portarla avanti nelle sedi competenti. Altrimenti, “ubi maior…”.

    Ah, per quanto riguarda l’ironia, capisco che possa dare fastidio (di solito a chi non ne ha) ma come c’è chi usa quella, c’è anche chi ripiega su una (leggermente fastidiosa) superiorità paternalistica tipo “prima che lei nascesse” oppure “dovere di trasmettere la mia esperienza alla Sua generazione cresciuta nella bambagia” (..sic..).
    A ciascuno il suo.

    Giorgio

  13. Mi permetto una precisazione: i circoli IDV sono aperti anche ai semplici simpatizzanti non tesserati al partito, alcuni di questi appartengono addirittura ad altri partiti politici (al PD, ad esempio) e a tutti coloro che ne fanno richiesta – e non sono provocatori evidenti – viene data la possibilità di scrivere nel sito.

    Capisco che questo possa causare confusione in qualcuno, ma io credo che sia un prezzo da pagare per avere un blog condiviso che permetta veramente ai soci del circolo di esprimersi liberamente e senza censura.

    E se a qualcuno non piace, pazienza… il mondo è bello perchè è vario.

    Mauro

  14. In definitiva: esiste una posizione propria dell’IdV su quanto è stato scritto/proposto sul blog, oppure no?

  15. E’ stata espressa nell’apposita commissione e dal consigliere Dal Mut nella conferenza stampa di ieri.

  16. Dell’altro ieri, scusa.

  17. … e quindi, qual è?

  18. @ Claus:
    …la trovi sul sito IDV locale…
    Ah no, dimenticavo il concetto “simpatizzanti, blog libero e mondo bello perché vario”…

  19. A questo punto possiamo solo immaginarci l’inizio dell’articolo:
    “Di seguito pubblichiamo, qui su questo blog del circolo IdV locale che però non ha niente a che fare con l’IdV, questo contributo che però non condividiamo affatto…”

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