il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Brutto è dire poco

(Premessa: quello di cui vado a parlare in questo post è uscito già da qualche giorno sia sulle testate online sia sulla carta stampata – vedi ad esempio Riviera24 e il Secolo del 26 marzo. Lo dico perché, vista la data odierna, potrebbe sembrare un grosso pesce d’aprile, ma non lo è. Giuro.)

La notizia originaria era che che la Agnesi ha fatto photoshoppare una foto prima di utilizzarla sulla confezione di un certo tipo di pasta (la Gemma). Il “ritocco” non è di poco conto: è stato completamente cancellato il grattacielo che con orribile arroganza visiva si erge dietro il porto in quella che è l’inquadratura più frequente ed eccezionalmente bella del porto di Oneglia:

Il Secolo XIX citato nella premessa ha dedicato un’intera paginata alla vicenda, includendo vari particolari a cominciare dall’intervista ad Adolfo Ranise, il fotografo che ha materialmente eseguito la foto e la successiva cancellazione dello sgorbio. Dice: “ho agito su commissione, ma non mi è dispiaciuto per niente”. E come biasimarlo, aggiungo io! D’altronde nessuna azienda si sognerebbe di associare questo obbrobrioso grattacielo ad un proprio prodotto. E infatti l’Agnesi non è stata la prima: pare che anni fa anche un altro noto industriale imperiese abbia ordinato la stessa correzione.

Credo non possa esistere qualcuno sano di mente che difenda la bruttura di cui stiamo parlando. Il prof. Dolmetta dell’Ist. D’arte, intervistato, spiega:

“Non ha un nesso con l’architettura che si staglia tra i monti alle spalle del borgo in orizzontale e con profili bassi, e non ha un nesso soprattutto quella cima piatta, a solettone della torre. I terrazzi tutt’attorno il grattacielo, poi… Almeno in foto è possibile eliminare la bruttura”

E’ proprio così: almeno in foto si può rimediare a quello che quarant’anni fa degli scellerati hanno eretto noncuranti di rovinare per sempre un panorama naturalmente bello, probabilmente pensando di essere pure dei ganzi. Lo confermano le parole di Franco Lanteri, impresario che costruì l’edificio:

Non sarà un’opera di grande pregio architettonico, ma non sono affatto d’accordo con chi lo denigra così aspramente. […] È stata un’impresa realizzarlo e a quarantanni di distanza ha una struttura ancora perfetta.

E ci mancava che oltre ad esser brutto cadesse anche a pezzi! Diciamoglielo: è inutile perseverare nel cercare di convincerci che in fondo la “torre Doria” non è malaccio solo perché ancora non è venuta giù e perché rispecchia lo stile architettonico del tempo. Possibile che negli anni ’60 nessuno avesse gli occhi per accorgersi di cosa stava (e tuttora sta) attorno al grattacielo? Allora come oggi, chiunque poteva vedere chiaramente che i colori dominanti della città NON erano quelli che avrebbero rivestito il tozzo parallelepipede. Il palazzone di cui stiamo parlando è totalmente fuori contesto: come forma, come colori, come dimensioni, come tutto.

Ma nemmeno nel 2010 tutti sembrano avere una chiara percezione dell’ambiente: ad esempio Riccardo Guatelli – l’industriale che per primo agì di fotoritocco – propone di rivestire gli esterni di pannelli solari “come all’estero”. (E quali esterni? Le finestre? O i Muri? Facendolo diventare un grosso specchio??). Ma nemmeno fossimo a Manhattan! I pannelli solari andrebbero messi sempre e dovunque, ma magari non proprio sul grattacielo, che diventerebbe – se possibile – ancora più visibile, disturbante e deturpante.

Non ci siamo proprio: il grattacielo di Imperia è brutto, bruttissimo, e non bisogna essere Sgarbi per capirlo. Non è affatto il parto dello stile architettonico di tempi che furono. E’ la sintesi del cattivo gusto, e di chissà quale speculazione edil-politica di megalomani senza stile.

Però, dulcis in fundo, a cercare di metterci una toppa c’è il governo del fare del sindaco Strescino, che butta lì un concorso ad-hoc, per chi vuol proporre idee e soluzioni:

«Studenti e non, architetti o meno: che ci consegnino i progetti e le idee, anche quelle più semplici e che magari appaiono banali, per risolvere il problema d’impatto della torre Andrea Doria. Siamo pronti ad accettare ogni soluzione proposta e non ha importanza che lo facciano a mano, per posta o via email. Non poniamo alcun limite». Il sindaco Paolo Strescino cerca di stimolare fantasie e genialità, pur di trovare un suggerimento per il possibile restyling del grattacielo. «Lavoriamo già in collaborazione con gli studenti e i docenti del Politecnico di Torino. Anche a loro chiederemo di realizzare proposte. Le esamineremo e le esporremo al pubblico».

Molto molto bene, non mi par vero! Io ce l’ho un’idea! Prima ho dovuto scartatare quella della demolizione coatta (scontata) e quella dello spostamento a Sanremo (i matuziani non avrebbero gradito). Allora non rimane che agire di pennello, senza spendere troppo. Sono indeciso se mandare il progetto al Sindaco; non lo escludo. Questo è grossomodo come dovrebbe apparire dopo il restyling, giudicate voi:

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6 commenti

  1. Non sarebbe neppure troppo male, tutto colorato!

  2. colorato o normale è da buttar giù

  3. suggerisco di colorarlo come la bandiera della pace, perchè….”l’amore vince sull’odio” come dice LUI!

  4. I colori che ho utilizzato sono esattamente quelli della bandiera della pace.

  5. Magari bosco verticale?

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