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candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Analisi del voto

Alcuni pensieri a caldo: Burlando ce l’ha fatta e si riconferma Governatore della Liguria, pur con un lieve arretramento rispetto al 2005. Non sfugge che l’UdC si sia rivelata decisiva con il suo 3,93%. Il centrosinistra dovrebbe anche riflettere sul buon risultato delle liste a 5 stelle di Grillo. In Piemonte han fatto il 4,08%. Tra i 90 mila elettori ci sono anche quei nove mila che sarebbero serviti alla Bresso per vincere su Cota, e bisognerà pur chiedersi come sarebbe andata in Liguria se i grillini si fossero presentati.

Riguardo ai Consiglieri nella nostra provincia, per il PD passa Sergio Scibilia oltre a Giancarlo Manti che era nel listino; nel PdL Scajola fa il record di preferenze e Saso è riconfermato, mentre Giuliano viene bocciato. A proposito, se devo essere sincero non penso che i suoi elettori gli abbiano voluto far pagare la decisione di interrompere il mandato da Presidente provinciale per entrare in Regione (anche se a me sarebbe parso già un motivo più che sufficiente). E ammetto di non credere nemmeno che il capitombolo rappresenti un giudizio negativo sulla sua Amministrazione. Per carità, mi piacerebbe (vorrebbe dire che qualcuno si è accorto di come vanno le cose!) ma i fatti mi smentirebbero: e il calo del subentrato Sappa rispetto al Giuliano del 2006 è ampiamente giustificabile guardando cos’ha fatto l’UdC che stavolta ha corso da sola. Piuttosto direi che si è scontrato con delle corazzate che vuoi per il nome, vuoi per il curriculum, vuoi per la campagna elettorale faraonica, si sono portati via i due terzi di tutte le preferenze. Invece è da notare come la gara tra i quattro candidati del PD sia stata molto più equilibrata, con scarti di poche decine di voti.

PdL: Scajola 11.327, Saso 6.330, Giuliano 5.062, Barabino 2.045
PD: Scibilia 1.782, Bonello 1.704, Baldassarre 1.582, De Bonis 1.575

Questo vuol dire almeno due cose: che nel PD tutti erano degli ottimi candidati, ciascuno con le proprie peculiarità, e che nessuno ha mai tirato i remi in barca. A loro i miei sinceri complimenti.

In tutto il ponente si conferma comunque l’egemonia del centrodestra, che sbanca; in Provincia vengono eletti solo 5 consiglieri democratici. In questo caso la lista che ha portato via voti (ma fortunatamente non seggi) al PD è stata quella civica. Basta vedere come in alcune sezioni il totale di civica + PD (per la provincia) equivalga alla percentuale che la lista PD prende per le regionali. Una lista civica che va a pescare da un elettorato differente è comprensibile, ma una che saccheggia i voti del partito è inutile e dannosa; questo sembra che non lo abbiamo ancora capito.

Poi mi permetto di farmi gli affari altrui e dire il mio parere su quello che ha affermato Nicola Falciola (attuale Consigliere ed ex Assessore nel Comune di Imperia, nonché Assessore provinciale negli ultimi mesi prima del voto):

“Pazienza -sospira Falciola per 10 anni assessore ai servizi sociali nell’era Sappa – continuerò a fare il consigliere comunale a Imperia. Purtroppo c’è stata una dispersione di voti dovuta alle due liste presentate dal Pdl e molta confusione tra gli elettori tra i due simboli. Comunque è stata una scelta che non ha pagato perchè a Imperia il Pdl è andato indietro di 3 punti”. “Certo -conclude con amarezza Falciola – che dopo nove elezioni, nove campagne elettorali vittoriose essere sorteggiati…”

Se da una parte presumo che al suo posto penserei le stesse cose (e cioè che il sorteggione forse forse non è il metodo migliore per smistare i candidati nelle liste) dall’altra mi viene da pensare che un po’ d’alternanza non fa poi tanto male. Insomma, se il PD vieta ai suoi di svolgere il mandato più di due volte, è proprio per evitare che qualcuno possa rimanere nello stesso posto per nove turni. Il PdL s’è inventato la lotteria, ma lo scopo in parte coincide.

Riguardo al quadro nazionale complessivo, pare che abbiano vinto tutti. Non è vero, noi non l’abbiamo fatto, e non ci consola il fatto che anche il PdL arretri; l’incremento della Lega è un segnale negativo da non sottovalutare. Dico, però, che non sono d’accordo con chi parla di sconfitta dell’antiberlusconismo (di cui mi piace la definizione di Giglioli: “antiberlusconismo in realtà vuol dire semplicemente rifiuto etico e morale per un certo modo di fare politica: quello della commistione violenta con l’affarismo, dell’assoluta mancanza di rispetto delle regole, delle bugie da imbonitore, delle leggi ad personam, del dominio assoluto di uno solo che eleva a ministri le sue veline, della rappresentazione che maschera la realtà e così via.”)

Se il PD non ha brillato è per altri motivi, ma non certo per l’antiberlusconismo:

– tra i votanti del PD è proprio la linea troppo morbida contro Berlusconi che è vista come una grave colpa e ragione di disaffezione. Non c’è votante di centrosinistra che non lamenti questa modalità di fare opposizione (ad esempio non partecipando ufficialmente al no-b day)

– definire antiberlusconismo gli scandali in cui Berlusconi poteva semplicemente evitare di invischiarsi è un po’ forzato, inoltre se c’è qualcuno nell’opposizione che ha attaccato Berlusconi su questi scandali, il PD è l’ultimo della lista

– se l’antiberlusconismo fosse un problema Di Pietro non sarebbe cresciuto ad ogni elezione, per non parlare di Grillo. Casomai la loro crescita sta a dimostrare proprio il contrario: cioè che il PD spinge troppo poco su questo tasto che, a ben guardare, è quello della legalità. Loro due sono molto più radicali e anti-B del PD, ma hanno avuto, in proporzione, molto più successo.

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6 commenti

  1. Ottima analisi però sul fatto che la lista civica che sarebbe andata a “saccheggiare” voti al Pd ho dei dubbi.
    Non è detto che chi ha scelto il candidato della lista civica avrebbe scelto, mancando quello, il candidato del Pd. So di molti che, non gradendo affatto alcuni dei candidati proposti dal partito, avrebbero annullato la scheda o, al massimo, votato soltanto il presidente…

  2. ok, sicuramente ci sarà stato anche chi avrebbe annullato la scheda, o chi magari in mancanza del candidato preferito nella civica non sarebbe nemmeno andato al seggio.
    Ma siccome una lista civica non sta in piedi solo con il simbolo, deve per sua natura stessa contare su ogni singolo candidato. Se questo serve ad intercettare voti che andrebberò nell’altro schieramento può aver senso, (soprattutto quando l’esito finale è incerto).
    Ma nel nostro caso è evidente dai risultati che per le provinciali il PD ha perso (rispetto alle regionali) proprio i voti che sono andati alla civica. Specie nei casi di candidati forti e radicati (vedi Podestà nel collegio Imperia II) che, per inciso, è iscritto al PD.

  3. Ragionamento giustissimo, però attenzione a quel fenomeno nuovo che è l’astensionismo di sinistra e alle varie declinazioni che può prendere.
    L’elettore(anche quello più fedele) del Pd ora, diversamente dal passato, fa particolarmente caso a chi sia il candidato e, trovandolo inadeguato, potrebbe astenersi “a metà” ovvero votare Pd alla Regione e non votarlo alla Provincia.

    Dico questo non in base ad astratte speculazioni ma perché è un ragionamento che ho sentito in giro e mi ha fatto riflettere.
    Perciò non giurerei sul fatto che la lista civica abbia soltanto “sottratto”. Certo, in gran parte sì, volevo però segnalare la novità, cioè che la scelta del candidato, in un momento così difficile, è diventata più che mai decisiva anche a sinistra(si vede bene pure a livello nazionale) e l’equazione fra il voto in regione e quello in provincia potrebbe essere non così scontata.

    Detto ciò vorrei tanto sapere perché Podestà non si sia candidato col Pd… Peccato.

  4. Già, vorrei saperlo anche io.

  5. …unico appunto:
    Voti PD alle Provinciali 17743
    Voti PD alle Regionali 17749

    Ragionando in un ottica più vasta (quella provinciale) si vede che i turbamenti (lista civica o candidato pd forte o debole) si compensano tra loro. Anche l’IDV ha uno scarto di 5 voti, tra regionali e provinciali….

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