il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Consiglio Comunale del 30 giugno 2009

Il primo consiglio non si scorda mai. Resoconto per punti:

1. Formalità: il Sindaco elenca i nuovi consiglieri subentrati.

2. Vengono eletti Baudena come Presidente, e Zagarella come Vicepresidente.

3. Il Sindaco fa il giuramento. Tutti si aspettano qualche formula lunga e pomposa, invece sono 3 parole in croce.

4. Formalità: vengono elencati gli Assessori e le rispettive deleghe.

5. Ho caricato QUI il documento denominato “Indirizzi di governo”. Durante la discussione di questa pratica ho fatto questo discorso.

Ricapitolando: l’opposizione, ad esclusione di Sinistra per Imperia e Rifondazione Comunista, si è astenuta. Questa decisione è stata motivata dal fatto che il documento contiene punti che sono condivisibili, anche se alcuni punti non sono approfonditi e piuttosto lacunosi.

Personalmente, voglio di volta in volta valutare quello che secondo la mia visione (e quella del PD) è il bene per la Città. Essere aprioristicamente contro questo documento presuppone, a mio modo di vedere, che sostanzialmente si vada poi a votare contro qualsiasi altra pratica da qui in avanti. E non va bene, almeno per due motivi: perché ce ne saranno alcune che saranno condivisibili (almeno: me lo auguro!) e perché i futuri voti contrari devono avere un valore. Non devono essere “no a prescindere” sempre e comunque. Altrimenti vado in Consiglio, mi siedo, mi leggo un libro, e quando sento “Contrari..??” alzo la mano.

Sappiamo già a cosa porta la linea del no a tutti i costi: la maggioranza ha i numeri per portare a casa tutto ciò che vuole, e l’opposizione è quella del “tanto non sietete propositivi e avete solo pregiudizi”.

Qualche polemica è venuta fuori perché sia Nattero che Indulgenza hanno criticato la posizione del resto della minoranza. La loro linea è chiara e legittima, e non polemizzo, anche se francamente la lezione di moralità potevano risparmiarcela.

Infine, mi spiace ammetterlo (ma fa parte della politica): l’elettorato non sarà mai contento in toto. Io per primo devo partire da questo postulato, almeno per farmene preventivamente una ragione. A qualsiasi scelta, qualsiasi presa di posizione, seguiranno delle critiche da uno o dall’altro. Soprattutto da chi ci ha votato. Mi viene in mente la metafora di quelli che stanno dietro le finestre a guardare chi è fuori a spalare la neve, sostenendo che loro l’avrebbero spalata meglio. E certo. C’è sempre chi voterebbe più no del no, chi è più puro tra i puri, chi volerebbe un po’ più in alto.

Preferisco volare un po’ più basso ma continuare a vedere bene ciò che accade laggiù.

Commenti

commenti

Powered by Facebook Comments

6 commenti

  1. Essere aprioristicamente contro questo documento presuppone, a mio modo di vedere, che sostanzialmente si vada poi a votare contro qualsiasi altra pratica da qui in avanti“.
    Non è mica detto.
    Nelle scorse legislature, chiamiamole così, l’opposizione ha votato contro il documento programmatico, in seguito, su certe pratiche a favore. O ricordo male? Non credo che Nattero e Indulgenza abbiano voluto fare lezione di moralità e credimi Giorgio, ce ne sono molti di coloro che hanno votato il centrosinistra (con Paolo in testa) che sono rimasti un po’ spiazzati dal voto e stanno ancora aspettando una spiegazione plausibile.
    Aldilà di questo, a me piacerebbe (e non credo solo a me) che così come si è stati uniti durante la campagna elettorale, si stia anche i prossimi 5 anni.

  2. 1. Per quanto riguarda come è andata nelle scorse legislature, che c’entra? Cos’è, un cerimoniale? Una messa cantata? Un libro già scritto? Ma scherziamo?
    2. La spiegazione, plausibile, è stata data da chi ha fatto la dichiarazione di voto (Barbagallo) in sede di Consiglio, cui io ho solo voluto aggiunto qualche riga come considerazione personale.
    Per quanto riguarda l’essere spiazzati, è a questo ciò cui alludo nel mio post. Se avessimo votato contro… “ecco, vi abbiamo votato sperando in un cambiamento, un rinnovamento del pensiero e dell’atteggiamento… ma siete sempre uguali e sapete dire solo no”. Dunque, che qualcuno sia spiazzato mi rammarica ma è un argomento che non fa testo.
    3. Infine, il ragionamento dell’essere uniti è altrettanto inaccettabile se posto sottintendendo che di 13 teste pensanti (e 6 gruppi consiliari differenti) ben 11 consiglieri (4 gruppi) si siano “disuniti” dai rimanenti 2. Mi pare poco logico.
    E poi sarebbe fin troppo semplice ribaltare la questione, sarei costretto a farlo utilizzando un argomento che avrei volentieri lasciato fuori dalla discussione, del tipo: prima delle elezioni Paolo Verda (e la sua linea) andava bene, mentre ora ognun per sé e Dio per tutti?
    Pensaci bene: nell’ipotetica situazione in cui tutta la minoranza fosse in un’unico gruppo (con Paolo Verda come “speaker”), quale sarebbe stata la linea tenuta da tale opposizione?
    Siccome la situazione non è questa, e ogni gruppo vota come preferisce, che senso ha allora tirar m*rda sul vicino di banco?

  3. vabbé, mi sembra che la distanza tra me e i politici aumenti a vista d’occhio, ma è un problema mio.
    Buon lavoro.

  4. Ti ringrazio per il resoconto,sintetico ma esauriente. Continua così.

  5. @Angelo: anche se abbiamo opinioni differenti comunque mi pare che abbiamo parlato di cose concrete almeno… se il confronto è pacifico e costruttivo non mi tiro indietro 🙂

    @Giovanni: spero di tenere duro con i resoconti, nelle ultime 2 settimane sono veramente riuscito a far poco qui sul blog

  6. Sappiamo già a cosa porta la linea del no a tutti i costi: la maggioranza ha i numeri per portare a casa tutto ciò che vuole, e l’opposizione è quella del “tanto non sietete propositivi e avete solo pregiudizi”.(Giorgio)
    sappiamo anche a cosa porta la linea blanda del si adottata troppe volte dal partito democratico.
    “Per quanto riguarda Ie Societa partecipate, si procedera sulla strada del
    coinvolgimento dei privati, sia per ottemperare aile norme europee, sia per
    reperire nuove risorse da investire nei servizi e nel potenziamento delle strutture
    esistenti.
    Le dimensioni attuali delle aziende partecipate – pur avendo la lorn gestione
    garantito consistenti introiti – non appaiono adeguate per affrontare la
    concorrenza sullibero mercato, tanto pin nell’attuale momento di generale
    rallentamento, per cui occorrera proseguire sulla strada delle aggregazioni con
    altre realta territoriaH ed imprenditoriali.
    Occorrera poi completare il piano delle alienazioni e quello delle acquisizioni
    patrimoniali.QUESTO SI COMMENTA DA SOLO”si parla poi di uscita dalla crisi.in che modo?cosa si fa per le classi piu colpite da questa?
    cosa si dice sul porto?etc.etc.
    votare no questo scempio è testardaggine ideologica o rispetto degli elettori, e della città?

Rispondi a Giovanni Borzone Annulla risposta

I campi obbligatori sono contrassegnati con *.