il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Ronde democratiche

E’ sabato sera, intorno alle 20. Insieme ad alcuni amici – nonché compagni di Partito reduci dal nostro primo congresso provinciale – mi incammino chiacchierando da San Giovanni verso il porto.

In piazza Doria due ragazze, ad occhio e croce poco più che ventenni, stanno ritirando le sigarette dal distributore automatico. A pochi metri da loro c’è una presenza che non mi sfugge: si tratta di un uomo, età indefinita, capelli arruffati, sguardo un po’ appannato. “Hey ragazze…” biascica fissandole. L’aspetto decisamente trasandato, la voce impastata e la postura un po’ barcollante, a me sembrano motivi già più che sufficienti per cercare di tenermene alla larga. Figuriamoci alle due giovani, che non hanno certo voglia che costui attacchi bottone. E difatti, appena concluso l’acquisto cominiciano ad allontanarsi con passo deciso in direzione della piazza del mercato, senza considerarlo.

Farfugliando frasi che non riesco a capire, il “losco figuro” trascinando i piedi prende deciso la stessa direzione.

Non sono l’unico che si è accorto della scena e che ha avuto lo stesso presentimento: uno degli amici nel frattempo si è fermato accanto a me, e mi domanda: “Che dici, dobbiamo stare tranquilli?”. Personalmente no, non mi sento affatto tranquillo, e gli rispondo che forse è meglio tenere sott’occhio la situazione. “Non si sa mai”, mi dico.

Segue un velocissimo recrutamento nel gruppo ed ora siamo in quattro a cominciare una sorta di pedinamento discreto, cercando di rimanere alla stessa distanza a cui lui si mantiene a sua volta dalle ragazze oggetto della sua attenzione. Queste proseguono verso via Doria a passo sempre più svelto; si sono voltate ed hanno capito che non è un caso se quel tipo sta facendo la loro stessa strada. Lui le segue, e noi seguiamo lui.

Siamo all’altezza della Capitaneria e il passo di tutta la carovana si è fatto via via più veloce. Le ragazze dopo aver girato l’angolo devono aver accelerato non poco e a questo punto stanno quasi correndo, per quanto sia possibile farlo con i tacchi; personalmente fossi stato nei loro panni sarei entrato a cercar rifugio in uno dei tanti locali che, vista l’ora, sono aperti e ben affollati. E invece si stanno dirigendo verso il fondo del parcheggio, il luogo meno illuminato e frequentato che si potesse trovare. “Accidenti ragazze, capisco che avete la macchina laggiù, ma tanto valeva andare direttamente sulla punta del molo, no?” le rimprovero tra me e me. Ma la paura fa prendere le decisioni più istintive e meno razionali. Intanto noi continuiamo a tallonarlo.

E anche “Mister X”, sebbene con qualche difficoltà dovuta ai calzoni (che sembra gli stiano un calando e che deve continuamente tirar su), affretta la camminata per non prendere troppo svantaggio. Siamo pronti ad uno scatto qualora volesse cominciare a correre per tentare di raggiungerle prima che riescano ad entrare in macchina.

Ma ciò non avviene: le nostre ombre, allungate dai fari che da dietro le nostre spalle illuminano lo spiazzo, vengono notate dall’inseguitore che senza voltarsi rallenta fino a fermarsi. Ha finalmente capito di non essere solo, e desiste. Da cosa, possiamo solo immaginarlo.

Facciamo finta di niente fino a quando la macchina delle due ragazze parte sgommando. Loro sono salve, anche se probabilmente spaventate, e noi possiamo tornarcene indietro soddisfatti.

Scherziamo tra noi sul fatto che abbiamo costituito la prima “Ronda Democratica”, prendendo in giro le ronde padane e le contro-ronde proposte da Caruso.

Oggi ho ripensato a tutto questo, e mi sono fatto delle domande: sarà che magari l’idea delle ronde non è così malsana? Cosa sarebbe potuto succedere se avessimo fatto finta di non vedere? Se avessimo proseguito senza preoccuparci? Le forze dell’ordine sono sufficienti a salvaguardare la nostra sicurezza?

Ci ho riflettuto e sono giunto a questa conclusione: la nostra non è stata affatto una ronda: semplicemente, e senza vantarmi, ci siamo comportati in maniera responsabile. Lo facessimo più spesso, senza girarci dall’altra parte, contribuiremmo tutti alla sicurezza delle nostre città. Si tratti di uno “sconvolto-e-possibile-stupratore” o di un “balordo-che-dà-fuoco-ai-motorini”.

Inoltre avevamo tutti quanti il cellulare pronto a far partire la chiamata al 113 in caso di necessità; non avevamo velleità da sceriffi, e soprattutto la nostra collocazione politica in quel frangente era la stessa ma solo per puro caso. Insomma, le bande di partito che tentano di imporre una propria giustizia in maniera arbitraria devono rimanere solo un lontano ricordo. Quello che serve è innanzitutto un po’ di sano senso civico.

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3 commenti

  1. Caro Giorgio,

    per quanto attiene la sicurezza, notturna in particolare, dimenticano due fondamentali cause:

    Mancanza di senso civico nella popolazione e mancanza di vita notturna di Imperia

    Il senso civico, la responsabilità verso gli individui che compongono la società deve essere sviluppato dalle istituzioni (anche quelle religiose)
    La vitalità (divertimenti e attività relative) notturna deriva dalle caratteristiche strutturali dell’economia della citta (turismo?) e dalle possibilità economiche dei cittadini.

    In buona sintesi se Imperia è una città dormitorio senza svaghi e i giovani con pochi soldi vi sono poche persone in giro, quelle poche a differenza di quello che hai fatto tu sono bravissime a girarsi dall’altra parte.

    E le forze dell’ordine?
    Non sono competente in materia ma ho alcuni quesiti:

    Il poliziotto di quartiere (se esiste) non servirebbe più di notte che di giorno?

    I vigili urbani, quanti sono ad Imperia?

    Sembrano molti se si percorre la città in occasione della Milano – Sanremo o in occasione di qualche visità di qualche Ministro della Repubblica.
    E di notte dove sono?
    Forse un ingorghino in più di giorno sarebbe accettabile (considerata la viabilità di Imperia sarebbe più utile il Mago Merlino).

    Giusto! Senso civico e sviluppo

    Saluti

  2. Bravo Giorgio!!! Infatti quello che dico io è che se le ronde facessero davvero quello che abbiamo fatto l’altra sera e non avessero altri scopi non dovrebbe neanche essere chiesto un riconoscimento legale… Liberi cittadini che in caso di necessità applicano il buon senso… Cosa diversa è se qualcuno a cui prudono le mani vuole anche una tutela legale!! A questo diciamo no!!!

  3. Nelle grandi città è sempre successo, già trent’anni fa. E la gente si voltava dall’altra parte, figuriamoci oggi. Per me la soluzione sarebbe illuminare di più le vie e dare la possibilità ai tutori dell’ordine di girare più spesso, soprattutto di notte. Rivitalizzare la città, almeno nei punti strategici, purtroppo è utopia.

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