il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Rai: di tutto, ma sempre di meno

Ieri, ore 20:25. Verso la fine del TG1 la giornalista introduce un ospite, premettendo in pompa magna che tutti noi fedeli telespettatori vorremmo essere nei panni dell’uomo che sta per presentare.

A quel punto mi incuriosisco, ed aspetto l’entrata di un politico, di un luminare, o di uno sportivo; oppure uno scrittore che ha venduto molto, o un cantante che promuove il proprio disco.

E invece entra baldanzoso in studio il Signor Nonsochì di Nonsodove che la sera prima ha vinto 500.000 Euro al gioco dei pacchi. Inizia subito un interminabile servizio che ripropone le fasi salienti della conquista del bottino: le numerose decisioni difficili, i vari momenti di sconforto, gli affettuosi suggerimenti dei parenti, la commossa gioia finale.

Si rientra in studio e parte l’ovvia intervista al fortunato, che oltre ad illustrarci come utilizzerà il malloppo ci rassicura che no, non smetterà di cercare un lavoro perché non vuole mica montarsi la testa.

Eccoli: nani e ballerine, ad espugnare ed invadere quel che almeno all’apparenza rimaneva l’unico atollo di istituzionalizzata sobrietà in uno strabordante maremagnum di spudorata e sfacciata immondizia televisiva.

E non stiamo mica parliando di Studio Aperto o del TG4. Dài, su quelli ci abbiamo messo una pietra sopra: li conosciamo, e ci comportiamo di conseguenza. Li lasciamo solo agli scemi e a quelli che vivono dove non si prende altro.

Invece stiamo parlando del TG1. Il telegiornale della “Rete Ammiraglia”.

Ricordo che vent’anni fa, qualsiasi cosa stesse facendo, alle prime solenni note della sigla mio nonno si alzava di scatto ad alzare il volume muovendo la leva; e da quel momento in poi non volava più una mosca. Generazioni intere sono cresciute con il TG1 serale obbligatorio e rituale come la messa della domenica.

Della serietà e professionalità di un certo giornalismo televisivo si sono perse le tracce, e non certo da ieri. Ma questa non è nemmeno l’ennesima insulsa notizia londinese di costume raccontataci dal signore con il ciuffo. E’ qualcosa di peggio.

Ieri, 2008, i dieci minuti più visti della nostra TV non sono stati nient’altro che una triste celebrazione della TV stessa, in un’autoreferenzialità che mette i brividi.

Uno spot spacciato da informazione, all’interno e indistinguibile dall’informazione stessa. Poco prima il tono drammatico riguardo alle famiglie-che-non-arrivano-a-fine-mese, e poco dopo il Sogno Italiano in tutto il suo splendore mediatico.

E chissà quanti, tra i telespettatori, si sono sentiti rassicurati nel rendersi conto in maniera inconscia che se un giorno non ci sarà più panem, i circenses continueranno ad esserci lo stesso. In tutta la loro faceta inutilità.

Ti dico quel che vuoi, ti mostro come sei
accendimi la bocca e ti vedrai
nel mondo nella scatola e vivere una favola potrai
se resterai a casa senza uscire mai

Frankie Hi Nrg – Accendimi – 1997

Commenti

commenti

Powered by Facebook Comments

2 commenti

  1. Purtroppo siamo alla frutta, e non è una novità.
    Sarà la crisi che si fa sentire e non sanno più come sopravvivere. Svergognati!!!
    In realtà la TV italiana è conosciuta per i pessimi programmi e i primi ad accorgersene sono gli stranieri che si sintonizzano sulle nostre reti, confermando quali siano le lacune più evidenti per esempio: più documentari sui paesi bisognosi, telegiornali internazionali tradotti da diverse reti e intrattenimenti culturali.
    Alcuni programmi validi ci sono, ma non sono mai in prima serata o in orari di punta.
    Io da tempo non ho più la tv, ormai l’unica ancora di salvezza è la Radio, che ascolto ancora volentieri!

  2. Pingback: il blog di Giorgio Montanari - Marketting

Commenti (per chi non usa Facebook)

I campi obbligatori sono contrassegnati con *.