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La copertura dell'Impero

A Imperia, tra i vari comitati, c’è n’è uno silente per la maggior parte dell’anno che però a cadenza regolare si fa vivo con la propria proposta: la copertura (parziale) dell’Impero.

Per chi non lo sapesse, l’Impero è il torrente da cui la città prese il nome. Il letto, nell’ultimo tratto prima della foce, è ampio ed ingombrante. Ed a vederlo ora sembrerebbe anche inutilmente sproporzionato: un “torrente” si chiama proprio così perché durante la bella stagione è secco da sembrare un deserto – anche se la vegetazione in realtà non manca – poi diventa un ruscello, dopo ancora un quasi-fiume. Infine, quando la pioggia abbonda, magari aggiungendosi allo scioglimento della neve sui monti, in men che non si dica gli argini faticano a contenere la piena.

Se non sbaglio un tempo non si parlava di copertura “parziale” ma si ipotizzava una copertura totale. Ora il progetto sembra abbia subìto alcune modifiche. L’idea di coprirlo è seriamente molto affascinante, e di sicuro più utile e realistica di quella uscita anni fa: renderlo navigabile in canoa fino a Pontedassio.

Dall’immagine (o meglio: da Santa Maria Maggiore, luogo da cui è probabilmente stata scattata la foto) si vede subito la vastità dell’area occupata dall’alveo, proprio nel mezzo di Imperia. Ovvero dove strade, parcheggi e marciapiedi si contendono il poco spazio disponibile.

Il primo problema è che le normative sono talmente restrittive sull’argomento che qualsiasi intervento anche minimo che riguardi gli argini, la foce, o il letto di un corso d’acqua, è molto difficile da eseguire. Senza autorizzazione non si possono neppure tagliare i canneti che crescono nel greto, figuriamoci il resto. E questo ovviamente per scongiurare straripamenti e i conseguenti allagamenti, che sono sempre dietro l’angolo.

L’Impero è quindi “vincolato”, tuttavia non è del tutto impossibile iniziare l’iter per apportare modifiche. Quelle proposte dal Comitato in questione, capitanato dal Presidente Walter Savini, consisterebbero nella creazione di una parziale copertura laterale costituita da “solettoni” a sbalzo che vadano a posizionarsi sopra il torrente, senza né restringerne gli argini attuali né chiuderlo totalmente (come però invece si intuisce da questa immagine). Verrebbero creati parcheggi, giardini, magari un campetto sportivo.

L’Assessore Lanteri, da quello che ho letto, sebra tagliare corto: la viabilità sarà ridisegnata una volta ultimata la stazione, ma di studiare questo progetto non se ne parla. Non per ora.

Anche perché c’è un secondo problema con cui fare i conti: i soldi. Soldi che il Comune attualmente non ha e che dovrebbe cercare chissà dove. Una struttura del genere costerebbe un occhio, e per indorare la pillola non basta rilanciare per l’ennesima volta l’idea delle “esposizioni dedicate alla dieta mediterranea”, come propone Savini in un articolo di qualche giorno fa da cui ho preso la foto.

C’è ancora una cosa da aggiungere, nel caso in cui il progetto si riveli tecnicamente e burocraticamente attuabile: siccome prima o poi – a porto turistico e ferrovia completati – si (ri)comincerà a parlare dell’area ex-Italcementi sull’Argine, i casi sono due. O si prenderà in considerazione un’idea come quella di Verda (un grande polo scolastico) o comunque dello stesso spirito, oppure diventerà fertile terreno per una speculazione immobiliarcommerciale.

Se questa seconda ipotesi dovesse prevalere, mi auguro allora che al costruttore di turno vengano richiesti in cambio imponenti interventi di riqualificazione degli argini, magari seguendo proprio il progetto del Comitato.

Sempre che a qualcuno, invece, non venga in mente la geniale idea di fermare l’Impero a Pontedassio per poter creare nella foce un bel campo da cricket con vista mare. Sport di cui gli Imperiesi, si sa, sono appassionatissimi. Almeno tanto quanto al golf.

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3 commenti

  1. Dici : non si possono tagliare i canneti e allora perche qualcuno continua a stringerlo e deviare il suo corso,non mi riferisco alla ferrovial, depredarlo oltre a scaricare in esso, di tutto e di più sotto gli occhi vigili del direttore dei lavori provinciale, polizia provinciale, corpo forestale, vigili urbani, o racconti delle storie sui vincoli o Imperia è un paese di ciechi.

  2. @gpb: dico quello che è reale. I letti dei fiumi non si possono toccare. Stop. Se qualcuno lo fa, o è autorizzato a farlo oppure infrange la legge, mi pare chiaro.
    Non credo comunque che qualcuno stia lì a “depredare” l’Impero. La cosa più preziosa che puoi trovarci forse sono le uova dei cigni per farle strapazzate.

  3. Gpb ha detto delle cose che fanno riflettere incuriosito, ho buttato occhio passando dalla ventotto effettivamente vi sono montagne di detriti provenienti da demolizioni di case che partono dal ponte di borgo un po’ dappertutto fino alla bretella di Castelvecchio.

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