il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Parlare perché si ha la lingua in bocca

Talvolta la realtà supera l’immaginazione. Ieri in serata è uscito su alcune testate online lo stupefacente intervento del Consigliere Circoscrizionale Bonifazio (ex-Udc) che come già altre volte non perde l’occasione di dare inutilmente fiato alle trombe. Il tutto è quasi più assurdo dell’ironico finale del mio post di ieri.

L’amministrazione non ha soldi per la segnaletica stradale, o per chiudere una buca, quando si tratta di pagare il divertimento di questi signori guarda caso li trova. Vorrei sapere se tutte le associazioni che operano sul territorio imperiese saranno esenti da pagare affitti e/o tasse nei prossimi sei anni o se sarà un privilegio esclusivo della Talpa e orologio, se sì in conformità a quali meriti o leggi lo è stato stabilito. Alcuni consiglieri della prima circoscrizione incalzati dai residenti si sono dichiarati contrari alle scelte dell’amministrazione, mentre altri sembrano favorevoli, in questa confusione per mettere ordine occorre fare un referendum popolare dove il popolo decida e non la politica.

Appena l’ho letto ho deciso che sarebbe stato opportuno replicare, e alcune delle cose scritte sono talmente illogiche che non sapevo da dove cominciare. Dal fatto che il Comune non paga il divertimento di nessuno o dal fatto che il buon senso non dovrebbe farci mugugnare ma essere contenti che la situazione – almeno per una singola Associazione – si sia finalmente sbloccata?

Incredibile come la realtà venga stravolta dalle sue parole, e come per riempirsi la bocca venga invocato nientemeno che un referendum, con annesso appello alla sovranità popolare e consueta artificiosa spruzzata di demagogia.

Tuttavia, dopo una buona mezz’ora di training autogeno, ho inviato questo comunicato agli stessi organi di stampa, pubblicato qui e qui.

Tralasciando il fatto che la polemica riguardante la Talpa e L’Orologio che il Sig. Bonifazio cerca di fomentare sia quantomeno inopportuna, visto il clima disteso infine creatosi dopo settimane di trattative ed anni di conflitti, vale la pena far notare le numerose inesattezze (per non definirle assurdità) che sono contenute nelle seppur poche righe del suo intervento.
Se quanto apprendibile dalla stampa fosse stato letto con la medesima attenzione impiegata nell’ideazione di argomentazioni fantasiose e pretestuose, si sarebbe a conoscenza del fatto che il Comune non si è impegnato in alcuna spesa né relativamente alla ristrutturazione né alla locazione del mulino dove troverà nuova sede il Centro Sociale in questione; questi oneri saranno bensì a carico di privati.
E se anche – per assurdo – fosse stato l’opposto, non sarebbe stata certamente una  scelta da biasimare; facendo un paragone con le buche stradali, argomento caro a Bonifazio, sarebbe come sostenere che gli interventi di manutenzione vadano effettuati solo tutti contemporaneamente, e che nell’impossibilità di chiuderle tutte insieme, allora non si debba cominciare da nessuna parte.
Fermo restando che la generale e cronica carenza di spazi per le Associazioni, a cui sembra arrivare dopo  più di un decennio questa prima risposta, non può essere faziosamente interpretata come la concessione di un esclusivo privilegio a La Talpa. Che inoltre, va detto per completezza, ha da sempre ospitato nella propria sede le varie Associazioni e gli Enti che ne hanno richiesto l’utilizzo per le attività più disparate.
Per quanto riguarda poi la proposta di referendum, non risulta che un’ipotesi di consultazione popolare sia mai stata presa in considerazione nemmeno per questioni decisamente più importanti – e in alcune occasioni sì, molto onerose – che riguardano tra l’altro porzioni molto più ampie di territorio e di cittadinanza: la creazione del campo pratica per il golf o dell’intero porto, la destinazione d’uso della zona ex-ferriere, la dislocazione delle antenne nocive su terreni o edifici pubblici, la gestione delle mense scolastiche; e solo per citarne alcune.
Per inciso, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale hanno, piaccia o no, il diritto/dovere di prendere direttamente delle decisioni riguardanti la cittadinanza, nel bene e nel male.
Contrariamente a quanto altrove affermato, per mettere ordine occorrono anzitutto buona volontà e una costruttiva predisposizione al dialogo, preferendo l’obiettività al pregiudizio, il coraggio all’immobilismo, l’apertura alla chiusura.

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