il blog di Giorgio Montanari

candidato consigliere comunale a Imperia per Guido Abbo Sindaco

Dovrete passare sul nostro corpo

Stamattina, come preannunciato, si è tenuto un presidio con l’intento di evitare l’accensione dell’antenna cellulare installata da poco in via Don Minzoni e non ancora funzionante.

Il gruppo di residenti ha atteso l’arrivo degli operai della ditta appaltatrice, che avevano l’incarico di procedere con i lavori per ultimare l’operatività dell’impianto.

Hanno il dente avvelenato non tanto con la Vodafone, che ha commissionato il traliccio, ma piuttosto con il Comune che, a quanto dicono, ha speculato sulla faccenda; alla base di tutto, come sempre, i soldi: eh sì, perché il terreno su cui è stato costruito lo shelter, una fascia situata a valle della strada, è di proprietà comunale in quanto facente parte di un lotto a suo tempo espropriato per la costruzione della strada di cui sopra.

Come in tutti i casi analoghi, l’Azienda di telefonia mobile che installa un ripetitore affitta il suolo su cui esso poggia, con evidente beneficio – in questo specifico caso – per il Comune di Imperia.

Si dice, tra l’altro, che il cartello recante l’indicazione del committente e della natura dei lavori fosse stato affisso ben nascosto dalla vista degli ignari residenti, e solo per caso – ovvero grazie alla curiosità di qualcuno – si è poi venuti a conoscenza della reale finalità del cantiere prima spacciato (sempre secondo alcuni) come finalizzato alla creazione di box per le auto.

Cartello o no, in pochi giorni è stato eretto il traliccio, di color marrone-mimetico,  a pochi metri dalle abitazioni.

I facinorosi manifestanti, sorvegliati dagli Agenti della Digos, hanno atteso gli eventi preannunciando che si sarebbero anche sdraiati sulle scale che portano nell’oliveto sottostante la carreggiata pur di scongiurare qualsiasi intervento tecnico.

Alla fine gli operai hanno ricevuto l’ordine di desistere e, dopo aver sorseggiato il caffé gentilmente offerto da uno dei sovversivi, se ne sono andati. Pare che qualcosa si sia mosso a livello politico: in Comune devono aver deciso che avere qualche tacca in più sul telefonino non giustificasse spargimenti di sangue.

L’intento del Comitato è ora quello di continuare la raccolta delle firme (per ora 350) e indire un referendum cittadino. In bocca al lupo.

Resta il fatto che bisognava pensarci prima, non adesso. Capirei se fosse stato un privato, come accade talvolta, ad offrire il proprio tetto per un’antenna in modo coprire un po’ di spese condominiali. Ma se è il Comune a farlo, in dialetto si direbbe che “u mundu va a reversa“.

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